; quindici ;

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Tredici giorni dall'incidente

🌻

× "Paulo!" esclama Agata sorridente non appena lo vede arrivare. "Oggi sei arrivato più tardi."

"Si, ho finito di fare delle cose." risponde. "Mi stavi aspettando per qualcosa in particolare?"

"Si, guarda." apre la porta della stanza di Cecilia e si avvicina a lei, solleva delicatamente la sua mano e le mostra l'anello.

"L'anello." sorride anche lei.

"Si ed è intatto." dice. "Ti giuro è un sollievo, non mi sarei mai e poi mai perdonata se glielo avessero rubato sotto il mio naso. Ho fatto il panico tra i miei colleghi." si lascia cadere sulla sedia.

"Ti avevo già detto che non era colpa tua." accarezza la mano della fidanzata, sorridendole, poi torna a guardare l'infermiera. "Si sa com'è tornato indietro?"

"Si." si stampa in viso un'espressione seria. "Questa mattina presto, verso le sei, è arrivata questa signora dai capelli biondi che portava gli occhiali da sole e un fazzoletto in testa tipo vecchia signora di paese che ha chiesto di poter vedere uno dei pazienti. Ho dato il consenso e ho detto ad un mio collega di tenerla d'occhio, è entrata in questa stanza e si è avvicinata al letto, roba di pochi secondi e poi è uscita subito. È andata via immediatamente. La sua andatura a papera sui tacchi mi aveva fatto capire chi ma lo ha fatto anche il suo assurdo modo di mascherarsi." ridacchia. "Si è fatta registrare all'ingresso con il nome di Nunzia, sarà stato un duro colpo per lei dato che ha sempre odiato questo nome e si è sempre fatta chiamare Nancy da tutti."

"Quindi avevo ragione." mormora. "Non è importante, quello che conta è che sia tornato indietro quello che doveva tornare indietro."

"Si, hai ragione." annuisce.

"Quello che voglio sapere è il perché lo ha fatto."

"Lo hai detto tu, no? Lo ha fatto perché non condivideva la tua scelta di sposare Ceci."

"Non credo. Non era grande amica di Cecilia e io l'avrò vista solo un paio di volte quando andava a prenderla a lavoro, non la conoscevo nemmeno bene. Una cosa è la contestazione, un'altra è il furto."

"Magari voleva un anello gratis?" tenta ancora.

"Maddalena mi ha detto che proviene da una famiglia abbastanza ricca che può permettersene anelli più di quanto non possa fare io. Perché dovrebbe rubarlo se può comprarlo?"

"Dubito che abbiamo più soldi di te, ma comunque è vero, non ci avevo pensato. Suo padre è un pezzo grosso in un'azienda e sua madre è un prestigioso avvocato, è tutto così cliché da far venire il mal di testa." incrocia le braccia al petto. "A quanto ne so io guadagnare un ufficio lì dove lavora non è facile e c'è chi suda per prenderselo come Cecilia e gli altri comuni mortali, e chi ha la raccomandazione come lei."

"Quindi una raccomandata e ladra figlia di papà che mette mano su cose che non sono sue, per cosa lo avrebbe fatto allora?" poggia le mani sulla spalliera della sedia vuota.

"Per dispetto forse, lo hai detto tu che è viziata e in genere queste persone credono che tutti gli sia dovuto solo per il loro status socialmente eccelso."

"Per dispetto? Che grande cazzata." sospira.

"Lo hai detto tu che è una figlia di papà, ma chiedo come avrebbero reagito i suoi genitori se avessi denunciato loro figlia e il loro prezioso nome sarebbe stato infangato." ride mentre immagina una scena pressoché comica.

"Non saprei e credo che non lo scopriremo mai, magari qualcun altro sarà più duro con lei." solleva le spalle.

"Già, Paulo Dybala è stato troppo comprensivo." lo guarda mentre accenna un sorriso e torna a dedicare il suo sguardo alla sua amata. "Ma comunque secondo me non è stato un dispetto il suo."

"Perché dici così?"

"Se avesse voluto farmi un dispetto per la sua ignoranza, avrebbe potuto puntare a qualcosa per cui non sarebbe mai stata scoperta."

"Tipo darti fuoco alla macchina?"

"Ormai le strade sono piene di telecamere ma un ripiego, specialmente con i suoi mezzi, poteva trovarlo."

"Dici che si è fatta beccare di proposito da te e da tutti noi?"

"Non lo so, ma indubbiamente poteva impegnare di più il suo cervello e trovare un modo più intelligente per non farsi scoprire." chiude il discorso e si concentra solo ed esclusivamente su Cecilia senza pensare più al dramma legato a Nancy o all'anello.

"Domani ha un controllo." è ancora Agata a rompere il silenzio, attirando inevitabilmente la sua attenzione.

"Una TAC?"

"Si, il dottore vuole assicurarsi che non abbia danni permanenti." dice. "Alle volte alcuni pazienti si lamentano del dolore durante il coma, il fatto che lei non lo abbia mai fatto può essere una cosa positiva."

"Lo spero davvero." sussurra. "Quando è questa TAC?"

"Mi dispiace dirtelo ma lo faccio solo perché ne ho parlato con i tuoi suoceri e loro mi hanno detto che non potrai esserci perché a quell'ora avrai una partita."

"No." sbuffa mentre abbassa la testa.

"Hey andrà tutto bene, avrai comunque sue notizie." poggia una mano sulla sua spalla. "E poi non puoi entrare insieme a lei nella stanza specializzata, dovresti comunque aspettare fuori. Cosa vuoi che sia qualche minuto in più?"

Ci riflette e capisce che non può darle torto, alla fine non può fare altrimenti e correre in ospedale una volta che la partirà sarà finita. Spera solo che il continuo pensiero di possibili danni permanenti non gli offuschi così tanto la testa da portarlo a non prestare concentrazione alla partita.

"Me ne farò una ragione." sospira. "Ma non appena arrivo voglio sapere tutto, anche il dettaglio più minuzioso."

"Ne parlerò con il dottore e riferirò questo tuo messaggio direttamente a lui se può farti stare meglio, ma vedi di mantenere la calma."

La vede andare via e risponde con un flebile 'si' anche se non può più sentirlo. Si volta verso Cecilia e le prende la mano, sorridendo al vedere quell'anello.

"Ti amo piccola mia." mormora poi.

. . .

"Buongiorno amore" / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora