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Due giorni dall'incidente

🌻

× "Paulo, tesoro, cosa c'è?"

Dopo aver saputo dell'incidente della nuora, Alicia si è subito precipitata in Italia per stare accanto a suo figlio che, proprio come immaginava, non è proprio nel migliore degli umori. È spesso silenzioso e arrabbiato, cova dentro una grande rabbia e un grande dolore che non lo portano a stare tranquillo nemmeno per un attimo. Adesso sta sistemando le ultime cose per andare in ospedale, se fosse per lui non se ne andrebbe mai via da lì, ma i genitori di Cecilia, Alicia stessa, il personale medico e Agata non fanno altro che dirgli di tornare a casa, mangiare, farsi una doccia, dormire, come se fosse semplice per lui, e tornare quando sarebbe stato più rilassato.

"Niente." risponde, poi prende le chiavi. "Tu vieni?"

"Si che vengo." si mette in piedi e lo segue fuori dalla porta, salendo poi sul posto del co-pilota. "Dimmi la verità Paulo, cosa c'è che non va?"

Cosa ci sarebbe che va? Avrebbe voglia di dire a sua madre di non fare domande stupide dato che non ha voglia di parlare dei suoi problemi quanto piuttosto di raggiungere Cecilia e stare con lei. Sa, però, che rispondere male non servirá a nulla.

"Stavo pensando di non giocare la prossima partita." ammette finalmente.

"Cosa?" la madre lo guarda. "È una partita importante Paulo, non puoi non giocarla."

"Lo so, ma agli allenamenti sono con la testa altrove e so che non combinerei nulla di buono, senza dar fastidio ai miei compagni."

"Ma così andrai incontro ad una sanzione."

"Ne pago pure cento se me le presentassero davanti." sospira, fermandosi al semaforo.

"Paulo, amore mio." Alicia poggia le mani sulle guance del figlio. "Tu lo sai che Cecilia non vorrebbe questo, non vorrebbe mai che tu mettessi da parte la tua passione, nonché il tuo lavoro, in questo modo. Giocare a calcio ti aiuta a sfogare la rabbia e la tristezza, non può che farti bene se accostata ad una sana competizione. Lei non sarà da sola, ci sarò io personalmente a farle compagnia se può farti stare meglio, ma quella partita la devi giocare, così come tutte le altre. Se smettessi di fare quello che hai sempre fatto, è come se mettessi in pausa il mondo e tu non vuoi restare per sempre a questo momento, Paulo. Tu vuoi andare avanti, no?"

Annuisce, poi si stacca da quel contatto quando scatta il verde e si chiude in un profondo silenzio. Decide di pensare dopo a quello che farà con la partita, adesso la sua unica priorità è la fidanzata. Inspira profondamente quando abbassa la maniglia ed apre la porta, si siede sul bordo del letto così da lasciare la sedia libera a sua madre ed accarezza la guancia di Cecilia.

"Ciao amore, sono qua." mormora. "E c'è anche mia madre."

Alicia le prende la mano e la guarda con aria triste, sembra quasi che si stia trattenendo dal piangere.

"Ciao piccola." saluta anche lei, tornando poi a sedersi.

Studia lo sguardo spento del figlio, quello sguardo che era sempre così tanto pieno di vita e di amore quando guardava la sua fidanzata.

"Diventi più bella ogni giorno che passa." le bacia la fronte, poggiandoci su la sua.

Si sente meglio al sol guardarla, essere lì con lei lo aiuta a darsi una calmata, ad acquietare le sue preoccupazioni e le sue ansie. Non può fare a meno di chiedersi cosa gli direbbe se fosse sveglia, se fosse a conoscenza delle sue ultime constatazioni e subito si dipinge un'immagine in testa non appena chiude gli occhi: la vede in piedi, con le braccia incrociate e il viso portato in un'espressione severa mentre lo rimprovera come una mamma e gli dice che non dovrebbe mai e poi mai tirarsi indietro perché ha delle responsabilità e che lei starebbe comunque bene, che sarebbe più felice al saperlo sul campo mentre lei fa il tifo per lui a distanza.

"Va bene, giocherò." sorride istintivamente alla vista di quell'immagine così chiara che sfuma velocemente quando riapre gli occhi. "Tu portami fortuna come sempre però."

Alicia sorride e asciuga gli occhi, poi si alza e poggia le mani sulle spalle del figlio, accarezzandole dolcemente.

"Sarebbe orgogliosa di te in questo momento."

"Lo penso anche io." finalmente il suo tono di voce è più calmo e sereno.

Lo stesso che ha quando parla con lei, quando può confrontarsi apertamente senza nessun coma di mezzo. Ha imparato a conoscerla così bene in questi anni che può perfettamente immaginare ogni reazione che avrebbe innanzi ad ogni situazione, dalla più seria alla più stupida ed infantile.

"Svegliati presto, Ceci." parla Alicia, stringendo di più la presa intorno alla sua mano la cui carnagione è sempre più chiara. "Questo sconsiderato di mio figlio ha bisogno di te e dei tuoi consigli, tu sapresti rimetterlo in riga."

Lui ridacchia, poi abbraccia la madre per tranquillizzarla dato che deve averla fatta preoccupare molto da quando ha messo piede qui in Italia.

"Io sto bene, mamma. Meglio di quanto non si possa pensare, sto male solo quando le sto lontano o non sono con lei." le da un bacio sulla guancia.

"Tu sei sempre con lei, Paulo." parla la donna. "Perché lei, che tu lo voglia o no, è sempre insieme a te."

"Lo so." annuisce. "Ma adesso più che mai ho bisogno di sentirla ed averla vicina a me ma senza mettere in pausa nulla, non voglio restare in questa situazione per molto." risponde anche alla domanda che gli aveva posto poco prima la madre.

"È così che ti voglio, questo è il Paulo che ho cresciuto." lo abbraccia ancora. "Lei ti fa bene."

"È vero, lei mi fa bene." torna a sedersi sul bordo del letto e la guarda mentre riposa, prende un profondo respiro e poi parla ancora alla madre. "È per questo che volevo chiederle di sposarmi."

"Eh?!" colta dalla sorpresa, Alicia alza leggermente i toni e porta subito dopo una mano sulla bocca.

"Volevo farlo il giorno del suo compleanno, volevo chiederle di stare con me per sempre."

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"Buongiorno amore" / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora