; trentatré ;

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× Non appena Paulo rientra nella stanza dopo essere stato obbligato da Cecilia a tornare a casa per riposare un po' lì, la trova in piedi mentre parla con Agata, con indosso un suo pigiama e non più la vestaglia che le ha dato l'ospedale.

"Cosa fai in piedi?" le chiede, richiudendo la porta.

"È rimasta sdraiata per un mese intero, non vedeva l'ora di camminare e dato che sembrava in forma ho rotto la procedura e il medico le ha detto che poteva farlo ma senza esagerare." l'infermiera inizia a congedarsi. "Dato che adesso ci sei tu, vi lascio un po' da soli e torno a lavoro."

Non appena richiude la porta, Paulo si avvicina alla fidanzata e la abbraccia, dandole un lungo bacio.

"Questo si che è il tuo profumo." sussurra al suo orecchio, sentendo l'odore del suo shampoo.

"Non lo avevo più?"

"Odoravi di disinfettante, un buon odore ma questo qui non lo batte nessuno." la prende in braccio e la mette sul letto.

"Dai voglio stare in piedi."

"Hai sentito il dottore ed Agata, niente sforzi." obbietta e poi si siede davanti a lei.

"Buffo che tu dica così, lei mi ha detto che hai fatto di testa tua in questo intervallo di tempo." passa una mano tra il ciuffo del fidanzato.

"Potrebbe essere ma questo non è qualcosa che deve interessarti adesso." sorride.

"Sei rimasto per un mese in ansia ed eri sconnesso da tutto per colpa mia, mi dispiace." sospira.

"Per cosa ti scusi? È normale che fossi preoccupato, tu avresti fatto lo stesso." la prende tra le sue braccia e la fa sedere sulle sue gambe.

"Per il resto è tutto ok? Non te l'ho chiesto nemmeno una volta."

"Adesso che sei qui va di gran lunga meglio di quanto potessi immaginare." le sorride. "E poi immaginavo che mi avresti fatto una marea di domande senza senso."

"In realtà una ce l'avrei." si sporge per prendere qualcosa dal comodino. "Questo qui." gli fa vedere l'anello. "I miei hanno detto che me lo hai dato tu, per cos'è?"

"Hai compiuto gli anni nel mentre dormivi, no?" ricorda la bugia che ha chiesto a tutti di dire nel caso in cui avesse chiesto. "È il tuo regalo."

"Non c'era bisogno di farmi un regalo così." arrossisce mentre abbassa lo sguardo e lo rimette al dito. "Grazie."

"Quanto mi è mancata questa tua timidezza." si spinge contro di lei e le finisce addosso, iniziando a riempirla di baci su tutto il viso, lasciando per ultime le labbra. "C'è una storia incredibile dietro questo anello."

"Hai voglia di raccontarmela?" ma quando sta per rispondere, sente bussare alla porta e così i due si staccano. "Avanti."

I suoi occhi azzurri vedono entrare Alicia, Lautaro e Dolores sorridenti che le hanno portato dei fiori.

"Ciao bambina, come stai?" le chiede la suocera mentre l'abbraccia.

"Va tutto bene, tu?"

"Adesso meglio." le accarezza il viso. "È così bello poterti vedere così rigogliosa. Saremmo venuti prima ma quel disgraziato di mio figlio ci ha detto di non starti troppo addosso per non stressarti e sapevamo che avresti avuto una serie di visite e controlli."

"Potevate non dargli ascolto, mi fa piacere vedervi." abbraccia i due gemelli. "Grazie per i fiori, sono bellissimi." li annusa e poi li sistema accanto a quelli che le ha portato suo padre.

"Falle vedere la foto dei fiori che c'erano qui il giorno del suo compleanno." dice Dolores e la nonna afferra immediatamente il telefono per farglieli vedere.

"Come sono belli." porta una mano sulla bocca.

"Te li ha portati tutti quel pazzo lì dietro." indica Paulo che sorride non appena la fidanzata si gira in sua direzione.

"È vero?"

"I girasoli sono i tuoi preferiti, no? E poi era il tuo compleanno, si doveva festeggiare comunque." le accarezza la schiena quando lei lo abbraccia.

"Sei un matto." mormora al suo orecchio.

"Un matto da legare, non hai idea di quello che mi ha fatto passare. Già l'aria era tesa per la tristezza di saperti qui, lui poi.. non ci voglio nemmeno pensare."

"Già, Agata mi ha detto qualcosa." mormora.

"Anche di quando ha pensato di farsi male per stare 24/7 qui con te?" a quelle parole Cecilia sgrana gli occhi.

"A mia difesa posso dire di non averlo pensato sul serio, l'ho detto con ironia." si giustifica il calciatore.

"Certe cose non si dicono nemmeno per gioco, sei fuori?" lo rimprovera la fidanzata.

"Ok scusa, ma devi proprio dargli peso? È successo giorni fa e poi non l'ho nemmeno fatto."

"Fatto sta che non si dice una cosa del genere alla propria madre." incrocia le braccia al petto e il figlio guarda Alicia ridere.

"Tu ti diverti a farmi litigare con la mia ragazza dopo un mese in cui ho penato per lei, vero?"

"Mi diverto perché ti avevo detto che ti avrebbe fatto una ramanzina una volta che si sarebbe svegliata." lo corregge.

"Dovrei picchiarlo, altro che ramanzina."

"Dai amore, prometto che mi farò perdonare da quella chiacchierona di mia madre." le lascia un bacio sulla guancia. "Adesso puoi smettere di tenermi il broncio?"

"Ha un non so che di esilarante, non faceva altro che dire che non ti avrebbe lasciata andare nemmeno per un secondo quando ti saresti svegliata quando già lo hai bacchettato due volte per mandarlo a casa e per quello che ha detto alla nonna." alle risate si aggiunge anche Lautaro.

"È per questo che ci hai detto di non starle addosso? Così che potessi esserci tu sempre e solo con lei?" lo interroga la nipote.

"Se anche così fosse, ormai avete rovinato tutto." risponde. "E poi ho una vita intera per stare con lei, ogni tanto posso farvi il favore di farle compagnia."

I presenti scoppiano tutti a ridere mentre lo prendono in giro, Cecilia invece, seduta davanti a lui mentre le da le spalle, piega la testa all'indietro per guardarlo e mima con le labbra un "ti amo".

"Anche io." risponde lui, circondandole la vita con le braccia e avvicinandola di più a sé.

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"Buongiorno amore" / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora