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Ventisette giorni dall'incidente

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"Life gets hard and it gets messed up when you give so much, but it's not enough. When the high's too high, and the low's too low, when you love someone and they let you go.
Don't you let it kill you even when it hurts like hell. Oh, whatever tears you apart, don't let it break your heart.
Time takes time to heal it, you can't do it by yourself. Oh, whatever tears you apart don't let it break your heart."

Più sente quella canzone più si convince che sia una cattiva idea ascoltare i testi preferiti di Cecilia, quelli che canta sempre a squarciagola in auto quando fanno lunghi viaggi o quando non sono impegnati in lunghi ed importanti discorsi. Alcuni di questi lo mettono in soggezione, come se stessero parlando anche loro con lui per dirgli di portare pazienza. Ferma la riproduzione casuale e toglie le cuffie, poggiandole insieme al telefono sul comodino vicino al letto dove Cecilia ancora riposa e si dedica completamente a lei e ai suoi pensieri.

Se è vero che bisogna essere forti da sopportare il dolore, anche quando ci si sente di morire, allora che senso avrebbe per un uomo soffrire? In certi casi sarebbe meglio vivere senza emozioni, alla fine sono quelle che feriscono.
Non solo la tristezza, la rabbia, ma anche quelle positive. Quando ti senti così felice ti senti in colpa per chi non lo è, quando ami così tanto da rimanere deluso alla minima azione del partner, quando gioisci infinitamente che poi non ti rimane più nulla di quell'allegria se non il ricordo e la sua parvenza.

Lui, ad esempio, sa benissimo che non saprebbe vivere senza emozioni perché gli mancherebbero troppo alcune sensazioni familiari che solo queste ti possono infondere. Se non potesse più amare, ad esempio, non sarebbe qui in ospedale e non sarebbe così pieno di impazienza e di rabbia, ma non potrebbe nemmeno più sentire il cuore battere così forte davanti ad un bacio o ad una carezza di Cecilia. L'essere umani ha i suoi lati positivi e i suoi lato negativi, ma se qualsiasi divinità ha scelto di renderci tutti imperfetti, allora vuol dire che non saremmo portati per la perfezione, per la vita tranquilla senza nessun tipo di problema.

Ma più prova a pensarla in maniera così positiva, più non può fare a meno di pensare che vorrebbe solo che tutto tornasse come prima, senza vivere con il peso della sofferenza di vederla costretta a letto e con la paura che la macchina che misura i suoi parametri emetta un suono lungo e piatto che gli farebbe venire i brividi. Non ne può davvero più di quella lunga attesa, non ce la fa e si sente un pazzo per questo perché tutti, invece, sembrano essere tranquilli. Agata, sua madre e persino suo nipote Lautaro gli hanno detto più volte che non è il solo a trovare estenuante questo continuo passare di tempo senza il suo risveglio, ma ai suoi occhi è come se fosse lui quello più agitato e nervoso.

Tutto è soggettivo, due persone possono reagire in diversi modi a causa della loro sensibilità. Davanti ad una tragica notizia una delle due potrebbe buttarsi a terra, piangere ed urlare, l'altra potrebbe starsene in silenzio o fingere che vada tutto bene, ma non vuol dire che non stia soffrendo. Alla luce dei suoi quasi ventisei anni, Paulo si rende conto che deve essere così anche con quello che sta succedendo a lui e a tutti gli altri. Lui si mostra nervoso, impaziente solo quando è da solo, tutti gli altri variano da un eccesso all'altro a seconda della situazione, ma è sensibilità, quando ti trattieni tanto poi è normale scoppiare.

Tante persone non fanno altro che dire lui che andrà tutto bene e ci crede, ci vuole credere e ci deve credere, ma non ne può più di aspettare. Cova questo sentimento da una settimana intera ormai ma non dice e non lascia trasparire nulla perché non vuole rattristire anche gli altri.

'Se ti spazientisci tu come pretendi che non lo facciano anche gli altri?'

Le parole di Lautaro gli tornano spesso e volentieri alla testa, sono perfette ed intoccabili per questo deve tenersi tutto dentro, che lo voglia oppure no.

Finisce sempre per essere così. Quando è in buona compagnia, finisce sempre col distrarsi, con il trovare un ripiego per smettere di vederla in maniera negativa per qualche minuto, poi tutto torna come la notte. Per quanto gli occhi possano allietarsi della luce del giorno e del sole, dovranno convivere col fardello che non durerà per sempre e che prima o poi ci sarà il tramonto e il buio inizierà a farsi sempre più vivido, fino a quando quegli occhi non dovranno accontentarsi della sola luna.

"Domani saranno passate quattro settimane." mormora tra sé e sé.

È come se lo stesse ricordando a Cecilia. Da quando Agata ha detto lui che potrebbe anche sentirli parlare, non le ha più detto niente per non risultare patetico, noioso e disperato alle sue orecchie.

"E tu sei sempre più bella." le accarezza il viso. "Sei la donna più incantevole su cui abbia mai poggiato gli occhi. Non ho idea di cosa io abbia fatto di così buono per averti nella mia vita ma ne sono orgoglioso e sono orgoglioso dei progressi che fai." sorride un po'. "Non vedo l'ora di riabbracciarti, di poterti guardare ancora una volta negli occhi e di riaverti vicina." si sporge per farle un bacio. "Sei il mio universo intero e non passerà giorno senza che io te lo ricordi. Ti amo ancora come se fosse la prima volta, ti amo come se fosse ieri il giorno in cui te l'ho detto per la primissima volta. Sarà sempre così, noi non abbiamo limiti in questo."

Le dice tutto quello che forse vorrebbe sentirsi dire, quelle parole che potrebbero giovare come conforto, come ancora a cui aggrapparsi e spera davvero che funzionino e che la aiutino a tornare presto da lui.

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"Buongiorno amore" / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora