; tredici ;

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Undici giorni dall'incidente

🌻

× "Che strano vederti qui." Agata, con ironia, attira l'attenzione di Paulo che ha appena imbucato il corridoio per andare nella stanza della fidanzata.

"Sei spiritosa oggi, Agata?" ridacchia in sua direzione.

"Cos'è questo insolito buonumore? Che cosa ti è successo?"

"È così strano che io sia di buonumore?" domanda.

"Non generalmente, ma quando sei qui hai sempre un'espressione da cadavere." risponde con sincerità. "Però oggi hai un bel sorriso smagliante, pianifichi di fare qualche altra sorpresa?"

"Non al momento." abbassa la maniglia ed entra nella stanza. "Ciao amore mio." la saluta come al solito, le da un bacio e si siede accanto a lei.

"Vi lascio da soli piccioncini." Agata richiude la porta e poi va via.

Paulo la osserva e guarda il suo petto mentre si alza e si riabbassa in modo regolare, le accarezza il collo e subito dopo i capelli, prendendo tra le dita le ciocche di colore rosso, adesso un po' sbiadito.

"Come sei bella piccola mia." prende la sua mano e lascia un bacio sul dorso.

Ma qualcosa non va.
Osserva la sua mano e poi anche l'altra. Si alza in piedi e cerca nel cassetto, nell'armadio, dappertutto ma non sembra esserci traccia di nulla. Ecco che il suo buonumore viene messo a dura prova. Va verso la porta e comincia a camminare a passo svelto per il corridoio per cercare Agata.

"Agata!" la chiama mentre parla con un collega.

La donna dice qualcosa all'uomo con cui parlava e poi lascia lui alcuni fogli, camminando poi verso la figura di Paulo.

"Ma sei pazzo? Non puoi strillare così, disturbi gli altri malati." lo ammonisce ma senza alzare la voce.

"Dov'è l'anello?"

"Quale anello?"

"L'anello che ho dato a Cecilia per il suo compleanno."

"Che razza di domanda è? Ce l'ha lei, no?"

"No, non ce l'ha. Ho cercato dappertutto ma non c'è da nessuna parte."

"Ma che cazzo dici?" si allarma anche lei, poi cammina all'interno della stanza.

"Oh ci sei tu, ci stavamo giusto chiedendo chi avesse lasciato la porta aperta." parla Maddalena, lì insieme al marito.

Agata si scusa e inizia poi a cercare tra le varie cose, sperando che sia stata solo una svista di Paulo.

"È inutile che cerchi, non c'è!" esclama, passando nervosamente una mano sul viso.

"Che cos'è successo?" chiede Vittorio.

"Qualcuno ha rubato l'anello di Cecilia." spiega Agata.

"Che cosa? Chi farebbe mai una cosa del genere?" Maddalena controlla e nota che, al suo dito, non c'è nulla.

"Non lo so, ma una cosa così preziosa non può sparire in questo modo."

"Non è perché è un anello prezioso, Agata, non me ne frega nulla del valore, gliene posso comprare altri mille, mi da fastidio che qualcuno si sia approfittato della sua situazione per prenderlo!" ribatte Paulo. "Chi è venuto qui dopo ieri sera?"

"Ieri sera lo aveva con sé? Lo hai visto?" Vittorio cerca tra le cose della figlia, rimanendo a mani vuote.

"Si, me lo ricordo."

"Ieri.. oltre te e loro, qualcuno è venuto a trovarla ma non è detto che sia stato necessariamente un qualcuno di esterno all'ospedale, potrebbe essere stato anche un dottore o un infermiere." la donna si sbatte una mano sulla fronte. "Se è stato uno dei miei colleghi giuro che lo ammazzo."

"Cosa possiamo fare?" Maddalena appare agitata, com'è ovvio che sia.

"Non ci sono delle telecamere qui dentro?"

"Paulo ragione. In questa stanza la tua ragazza viene spogliata, lavata, credi che ci siano delle telecamere? Dobbiamo mantenere intatta la privacy delle persone." spiega l'infermiera. "Forse ce ne sarà qualcuna nel corridoio, posso chiedere di vedere da lì, ma comunque quando venite qui a dirci dove volete andare, prendiamo nota di chiunque venga, quindi posso controllare anche quello."

Così va e chiede il permesso per controllare le registrazioni e i registri che indicano chi ieri è venuto a trovare la ragazza. Torna dopo un po' con un elenco in mano.

"Oggi, dalle due alle tre e mezzo del pomeriggio, sono venute delle ragazze a trovare Cecilia ma sono tutte sue colleghe di lavoro, c'era persino Laura." va dritta al sodo, sapendo che Paulo non aspetta altro.

"Chi sono queste colleghe?" chiede per l'appunto.

"Laura, Vittoria, Giulia, Irene e Nancy." l'argentino spalanca gli occhi davanti all'ultimo nome. "Ma le conosco, sono persone fidate e amiche di Cecilia."

"No ferma." si mette in piedi. "Confermo per Laura, Vittoria, Giulia e Irene perché le conosco anche io ma non per Nancy." inizia. "È stata lei, mi gioco la testa che è stata lei."

"Ma perché avrebbe dovuto farlo?"

"Perché quando ho detto a Vittorio che volevo sposare Cecilia, il giorno dopo è venuta da me a dirmi che era una cazzata perché non era nemmeno sicuro che lei riuscisse a svegliarsi!" tuona con rabbia. "Secondo lei era tutto inutile e se non sbaglio qui dentro ci sei sempre tu, all'interno di questa stanza ci sei sempre tu, non può essere stato un tuo collega! Quella stronza ha trovato il momento giusto perché non c'eravamo né io né loro due."

"Con quale coraggio si permette di parlare in questo modo di mia figlia?" la donna adulta appare sconvolta a quelle parole.

"Vado a riprendermi quel cazzo di anello." tuona e fa per uscire, ma Agata e il suocero lo fermano.

"Paulo è sera tardi, non sai nemmeno dove abita."

"Non mi interessa, lo scoprirò in qualche modo."

"Non puoi irrompere in casa sua, potresti farti arrestare, è meglio andare domani. In una struttura pubblica come quella in cui lavora nessuno ti dirà nulla, hai libero accesso ma se vai a casa sua potrebbe denunciarti e farti finire dentro." l'uomo poggia le mani sulle sue spalle. "Dai retta a me, aspetta domani e questa notte concentrati solo su come dirle quello che vuoi in modo diplomatico. Sei ti fai cogliere dalla rabbia passerai dalla parte del torto e sarai indifendibile, perciò calmati."

"Vittorio ha ragione." anche Maddalena si alza. "Non è giusto quello che è successo e domani verrò io stessa con te a parlare con lei, ma dobbiamo essere intoccabili e all'occorrenza difendibili."

Sbuffa sonoramente, vorrebbe tanto colpire e rompere qualcosa ma si contiene e cerca di incanalare tutta quella rabbia, tornando a sedersi poco dopo.

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"Buongiorno amore" / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora