Quattordici giorni dall'incidente
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× Sapeva che la partita con l'Ajax sarebbe stata difficile ma il goal di Cristiano Ronaldo al 28° minuto del primo minuto aveva donato tanta speranze sia ai giocatori in campo ma anche ai tifosi juventini. Paulo non ha fatto altro che correre per tutto il campo, cercando di recuperare palla e portare di nuovo la sua squadra in vantaggio dato che Van de Beek dopo sei minuti ha pareggiato. Il fischio della fine del recupero del primo tempo però lo blocca e sbuffa sonoramente.
"Dybala." lo chiama Massimiliano Allegri, il loro allenatore.
"Si mister?" risponde un po' distrattamente.
"Sei con la testa altrove oggi, vero?" domanda mentre lo guarda.
"Perché questa domanda?"
"Oggi non è una delle partite in cui brilli di più, sembra che tu faccia un po' di difficoltà a concentrarti." l'argentino sbuffa a quelle parole, ha realizzato il suo peggior presentimento. "È per la tua ragazza?"
"Si." ammette, sarebbe inutile mentire.
"Posso capire che tu stia vivendo un momento abbastanza delicato, ma per il bene della squadra faccio meglio a sostituirti. Magari riposarti ti farà bene."
"Riposarmi? E per cosa? Ho giocato solo un primo tempo, mica sette partite di fila." prova a ribattere, ma vede il mister scuotere la testa mentre porta le mani sui fianchi.
"Non è di riposo fisico che parlo, mi riferisco ad un riposo psicologico. Avrai mille cose per la testa al momento, ti farà bene prendere una pausa e rilassare i pensieri."
"I miei pensieri non hanno nulla che fare con le partite che gioco."
"Appunto, è questo il problema." ribatte, poi fa cenno a Kean di alzarsi ed iniziare a scaldarsi per sostituire Paulo per il secondo tempo.
Sbuffa sonoramente, non può nemmeno opporsi e quando va in spogliatoio, subito dopo che i suoi compagni sono usciti, da un pugno contro al muro e osservando come il sangue inizi ad uscire dalle nocche rosse e tagliate.
"Cazzo!" impreca a voce alta, calciando il suo stesso borsone. "Porca troia." continua, passando una mano tra i capelli.
Si mette sotto la doccia, sperando che l'acqua fredda lo calmi e ci riesce, si riveste e poi torna in panchina per assistere alla partita. Si accorge che il risultato della partita è cambiato ancora ma non a loro favore. De Ligt ha segnato il goal dell'1-2 in favore dell'Ajax. Avrebbe voglia di andare dal mister e ridargli in faccia ma si trattiene, nemmeno sicuro se lui, invece, sarebbe riuscito a fare la differenza e continua a guardare la partita, commentando di tanto in tanto con i suoi compagni. La partita si conclude con la sconfitta da parte della squadra di casa che, contando il pareggio della precedente partita contro l'Ajax, è fuori dalla champions league.
Deluso, è uno dei primi che lascia lo stadio e, come promesso, si dirige velocemente verso l'ospedale. Lascia il suo nome all'ingresso e poi cammina verso la stanza dove trova, oltre a Cecilia, i suoi suoceri e Agata.
"Eccoti qui." dice Vittorio.
"Bene, allora parlo per tutti e tre." dice Agata.
"Sono arrivati adesso gli esiti." dice Maddalena e Paulo guarda i fogli che l'infermiera tiene tra le mani come se fossero un tesoro.
"Cosa dicono? Almeno tu dammi delle buone notizie." chiede per accelerare i tempi.
"Ci sono buone notizie, i danni celebrali sono in fase di guarigione e il dottore mi ha anche detto di assicurarmi di dirvi che molto probabilmente non rimarranno danni permanenti. Ci vuole ancora qualche giorno per la completa guarigione dalle lesioni ma è tutto in regola e sotto controllo." sorride entusiasta, non vedeva l'ora di dir loro tutto quanto.
"Che bella notizia!" esclama la madre di Cecilia, battendo leggermente le mani.
Anche il calciatore prende un sospiro di sollievo e sorride tra sé e sé, alla fine le sue preoccupazioni erano infondate e non potrebbe chiedere di meglio sotto questo punto di vista.
"Adesso vado se non vi dispiace, per prendere gli esiti ho lasciato in sospeso delle faccende. Ci vediamo, buona serata." dice e i tre la salutano.
"Non potrei essere più felice di così, questo vuol dire che la mia piccolina sta guarendo." Vittorio sorride entusiasta.
"Avevi dubbi? Nostra figlia è una roccia." poggia la testa contro il suo braccio. "Guarda Paulo, aveva una faccia così tesa poco fa."
Il diretto interessato sorride ma non può dire che non sia ancora teso, una sconfitta come quella brucia e si sente in colpa per non aver fatto del suo meglio per portare la sua squadra a vincere nel tempo che aveva a disposizione.
"Ma oggi non è stata proprio una bella giornata, non del tutto, vero?" chiede Vittorio, sedendosi accanto a lui. "Fa' niente per la partita, vi rifarete il prossimo anno."
"È facile a dirsi." respira profondamente e fa poi uscire tutta l'aria che ha in corpo. "Sarebbe stato bello vincere e ricevere subito dopo la notizia del miglioramento di Cecilia." ha come la sensazione che lei stia facendo del suo meglio mentre lui, invece, no.
"Lo so, ma mica il mondo si ferma qui, nemmeno la tua carriera e la tua chance di giocare ancora in champions league." prova a consolarlo.
"Lo so." sorride in direzione del suocero. "Grazie, è bello sentirselo dire."
"E di che?" gli da una pacca sulla spalla. "Forza e coraggio."
Paulo annuisce, poi sorride a Maddalena che ha detto lui qualcosa, un incoraggiamento anche se non ha sentito bene dato che è un po' perso nei suoi pensieri.
"Tutto ok?" gli chiede poi e lui annuisce con una certa fermezza per sembrare il più convincente possibile.
"Sono solo un po' stanco, non preoccuparti."
"Lo capisco tesoro, allora perché non torni a casa? Magari un po' di riposo ti farà bene." chiude gli occhi per quale istante e cerca davvero di non dare di matto perché quelle parole sono fin troppo simili a quelle ricevute da Allegri.
"Preferisco restare qui." prende la mano di Cecilia, rilassandosi come sempre quando la guarda.
Lei sembra così tranquilla invece, chissà se, infondo, anche lei è parecchio inquieta.
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"Buongiorno amore" / Paulo Dybala
FanfictionCi saranno incomprensioni, litigi, ma nulla che non sia risolvibile con un sorriso. Lo abbiamo capito insieme a loro, no? A questi due basta anche solo una carezza. Così è, le sta accanto mentre dorme. Lo farà sempre, così sarà.