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Sophie approfittò della moltitudine di coppie danzanti, che affollavano la sala, per sgattaiolare in giardino. Era rimasta sorpresa di quanta cura Clermont avesse impiegato per l'organizzazione di tutto, ma certamente non ci si poteva aspettare niente di meno da un duca e di certo non l'aveva fatto per compiacere lei. Triste e sconsolata camminò per i vialetti del giardino come ormai succedeva ad ogni compleanno con la vana illusione che il suo bel cavaliere potesse venirla a salvare. Dopo l'attentato al ballo dei Poitiers i controlli delle sentinelle erano stati raddoppiati, figuriamoci se il duca non fosse ben protetto. Era persa nei suoi pensieri e quando si sentì toccare una spalla, per un attimo il suo cuore riprese a pulsare con forza. Il respiro le si mozzò e riprese a sperare con ansia.  


«Cosa fate in giardino Mademoiselle?» Riconoscendo il tono imperioso con cui le veniva posta la domanda riconobbe, suo malgrado, Clermont. Si voltò e fece per ribattere, ma il duca aggiunse: «Voi siete adesso la mia fidanzata, non che futura duchessa di Clermont. Dovreste stare al mio fianco». Continuò poi con tono indagatore sollevando un sopracciglio: «Stavate forse aspettando un altro uomo?». Indignata Sophie e rossa
dalla rabbia lo guardò con sfida: «Per chi mi avete presa Vostra Grazia? Ebbene se volete sincerità da me, eccola. Se dovrò recitare il ruolo della moglie del duca rispettandovi, mantenendo una certa parvenza in pubblico, ebbene, vi accontento, ma sappiate che ho donato già il mio cuore ad un altro uomo. Non sarò mai vostra!» Sophie parlò tutto d'un fiato ed ancora il suo petto si alzava ed abbassava, puntualmente le sue mani erano strette a pugno lungo i fianchi. Se non fosse stato tanto amareggiato, frustrato e, si, geloso, Alain avrebbe anche potuto sorridere della collera della sua donna. Adorava quando perdeva le staffe, le si imporporavano le gote e la rendevano ancora più deliziosa pensando allo stesso rossore che avrebbe assunto in altre circostanze.  


«E va bene, se non sarete mia allora non lo sarete di nessuno!» tuonò esasperato. Sophie scappò via singhiozzando, mentre lui si malediceva per aver perso le staffe. Avrebbe dovuto porvi rimedio non appena calmato. Doveva agire e in fretta, la Primula Scarlatta avrebbe avuto le ore contate.  

Sophie sedette su una panchina imponendosi di calmarsi, chiunque l'avrebbe potuta vedere in quel terribile stato. «Mi dispiace non avrei dovuto reagire così», sorpresa si voltò vedendo che il duca le si era avvicinato e poi accovacciato davanti.  

Rapidamente si asciugò le lacrime. «Mi perdonate? Voi siete così bella, giovane ed io... non ho saputo trattenermi pensando che qualcun altro possa avere il vostro cuore, le vostre attenzioni ed avervi...». Sophie rimase di stucco alla confessione del duca. Clermont che si scusava? Lui era il duca, il duca cinico, freddo e calcolatore! «State tranquillo Vostra Grazia, nessuno mi ha mai avuta e non credo mai mi avrà. L'uomo che amo è sparito dalla mia vita così come è arrivato. Né io so dove e come posso rintracciarlo, specialmente in questo momento difficile per tutta la Francia. Ho giurato a mio padre che avrei mantenuto questo impegno con voi, ebbene sia». Il viso di Alain si addolci, si portò accanto a lei sulla panca di marmo. La postura era rilassata, gli occhi rivolti al cielo trapuntato di stelle. «Sapete, sono molto legato a vostro padre e nutro profondo rispetto per lui come per voi.» Sophie rimase piacevolmente sorpresa. Ora il duca di Clermont sembrava un ragazzo spensierato, che dietro la maschera di freddo calcolatore si celasse una persona capace di provare dei sentimenti profondi? Maschera... La sorte era stata ingiusta con lei, un uomo in maschera le aveva rubato il cuore, adesso avrebbe dovuto sposare un uomo che, a modo suo, portava anch'egli una maschera. Per un istante i loro sguardi si incrociarono. Alain ardeva dal desiderio di sfiorarle le labbra con le proprie, ma non si poteva tradire a quel modo. Non avrebbe messo a repentaglio la vita di lei, anche se aveva intuito che in quel momento era solo sua. «Rientriamo gli altri si saranno di certo chiesti che fine abbiamo fatto.» Sophie ravviò una ciocca sfuggitale dall'acconciatura ed annuì.  


Un fruscio alle loro spalle fece bloccare Alain che istintivamente spinse Sophie dietro di sé. Sguainò la spada da cerimonia. Un uomo mascherato emerse dall'ombra. Sophie si portò le mani davanti alla bocca per lo stupore e il terrore di quello che sarebbe successo da lì a poco. I due uomini parevano duellare soltanto guardandosi negli occhi. «La Primula Scarlatta», le labbra di Sophie si mossero in un impercettibile sussurro, che purtroppo Alain però aveva percepito. La collera montò dentro di sé, gli occhi gli si ridussero a due fessure in attesa che l'uomo facesse la sua mossa. «Fatevi sotto Primula Scarlatta, vediamo di farla finita e subito». Per tutta risposta l'uomo mascherato rivolse la sua attenzione alla donna dietro le spalle di Alain e le fece un inchino, poi, si mise in posizione in attesa che il duca preso dall'ira partisse all'attacco.  

I due iniziarono a duellare e il clangore delle spade richiamò l'attenzione di tutti, anche delle guardie ducali. A quel punto l'uomo in maschera si vide costretto alla fuga. Aveva ancora troppe cose da fare prima di abbandonare la vita. Sophie lo seguì con lo sguardo per assicurarsi che non fosse catturato, ma i giardini di Palais Clermont erano parecchio estesi. Lo sguardo le si posò su un una piccola primula scarlatta «Sophie credo che sia meglio rientrare». «Si padre in effetti gli eventi di questi giorni mi hanno messo a dura prova». Senza farsi accorgere raccolse il piccolo fiore.  

«De Brienne, Comptesse, mi dispiace che la serata sia stata rovinata». «Caro Clermont non ti preoccupare temo che i giorni felici e tranquilli siano ormai giunti al termine, per questo credo sia meglio accelerare i tempi. In tutta franchezza credo sia meglio che voi e la mia bambina vi sposiate presto, molto presto».  

Sophie teneva lo sguardo basso, così che Alain non poté vederne l'espressione. Era stremata davvero da tutti i cambiamenti degli ultimi giorni. Capiva che ormai non poteva nulla contro il suo destino.  

L'aria fresca della notte entrava dalla finestra della sua camera da letto, Sophie non riusciva a dormire mentre mille emozioni e altrettante domande la assillavano. Con le dita sfiorava la piccola primula. Perché lui era andato lì? Avrebbe voluto salvarla dal suo destino? Era questa la sua sorte? Al pensiero del duca seduto accanto a lei sulla panca, per un momento, lo trovo persino affascinante. Possibile che quell'uomo fosse capace di provare sentimenti? Affetto, persino amore e passione? Era combattuta: lo spontaneo, passionale, attraente uomo mascherato o Alain St. Etienne duca di Clermont, uomo enigmatico ed affascinante. Piano piano la stanchezza la fece da padrona e lei scivolò lentamente nel sonno.  

La Primula ScarlattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora