Dopo aver passato gran parte della notte a far l'amore con il marito, Sophie non ne voleva proprio sapere di svegliarsi. Per la prima volta da tanto tempo si sentiva sicura, protetta ed appagata. Aveva un marito, un figlio in arrivo. Figlio? Presa dall'incantesimo dell'amore non aveva detto ancora al marito che presto sarebbe arrivato un bambino ed era importante che lui lo sapesse perché, nonostante ciò che stava succedendo in città, lui tornasse sano e salvo da lei. Non avrebbe mai sopportato di perderlo. Allungò la mano, ma trovò il posto accanto a sé vuoto. Aprì gli occhi e si mise seduta. Una rapida occhiata per la stanza le confermò che Alain si era già alzato. Raccolse gli indumenti che la sera precedente erano stati sparsi un po' ovunque e una volta vestita scese al piano di sotto.Girò per le stanze come una furia e con il cuore in gola. Non poteva essere già uscito. André le andò incontro: «Ma Duchesse! È accaduto qualcosa?». Sophie lo prese per le spalle quasi a volerlo scuotere: «Sai dirmi dov'è Alain?». André abbassò lo sguardo e Sophie capì che stava valutando cosa dirle: «Per favore André è d'estrema importanza!». Il ragazzo parve convincersi: «Promettetemi che non farete sciocchezze». Sophie era determinata e disposta a tutto. «Lo giuro», disse mentre incrociava le dita della mano destra dietro la schiena. Il ragazzo genuinamente ci credette: «Gli insorti hanno attaccato l'Hotel des Invalides ed ora stanno marciando verso la Bastiglia guidati da Hulin». In un attimo la mente di Sophie elaborò immagini di morte. Girò sui tacchi lasciando il giovane André disorientato: «Dove state andando?». Sophie gli rispose da ormai metà corridoio: «Alla Bastiglia!». André le corse dietro: «Non potete, aspettate!!!».
Nonostante le suppliche di André che giungevano da dietro la porta della sua stanza, Sophie rindossò i panni maschili e si diresse alla scuderia con il giovane avvilito alle calcagna.
Una volta varcata soglia, fu felicissima di rivedere Flor, la giumenta era in ottima forma. L'accarezzò sul muso e fu ricompensata da un sommesso nitrito di saluto. André smise di cercare di far ragionare Sophie e non gli rimase altro che accompagnarla in quella folle impresa.
Via via che si avvicinavano nei pressi della Bastiglia, le strade erano letteralmente intasate, il popolo confluiva da tutte le direzioni.
Alain e i suoi uomini in nero erano appostati e come ombre seguivano tutto. La loro missione era quella di contenere i danni dell'azione ispirata da Hulin.
Mantenne la parola data ad Anne e fece appostare Robert e Jerold il più lontano possibile dal centro in cui era previsto l'attacco. Se tutto andava come previsto sarebbe stata un'azione rapida e con poche perdite.
Proprio in quel momento il governatore della prigione, Launay, fece cenno di far passare alcuni rappresentanti degli insorti. Alain apprezzò molto il fatto che si cercasse una soluzione pacifica e tirando un sospiro di sollievo attese.
Un paio d'ore dopo un boato ruppe il silenzio, le catene del ponte levatoio furono spezzate lasciando libero accesso alla fortezza. Merde! Questo avrebbe potuto complicare le cose. Alain fece cenno ad alcuni dei suoi di seguirlo e poco dopo furono vicini all'ingresso del cortile esterno. La Guardia Svizzera, in aiuto agli invalidi impiegati a guardia della fortezza in quanto non più impiegabili nell'esercito, sparava contro il popolo.
Le urla di Launay che ordinavano il cessate il fuoco non servirono a nulla.
Le guardie continuarono a far fuoco intimoriti ed impressionati dalla moltitudine di persone che andava loro contro.
Alain e i suoi uomini si gettarono nella mischia a spade sguainate e pistole alle mani cercando di fermare le guardie.
La speranza di risparmiare tante vite andò in fumo e le strade di Parigi tornarono a bagnarsi di sangue.
Sophie e André avevano lasciato i cavalli presso una locanda e a fatica procedevano tra la folla adesso in delirio per l'attacco.
Sophie cercava il volto del marito ed udendo gli spari pregò Dio che non fosse troppo tardi.
Mentre i due incedevano a fatica, vennero spintonati dalla folla e ad un tratto Sophie non si trovò più André al suo fianco.
Con lo sguardo che vagava per cercare Alain continuò a camminare, inconsapevole che si stesse avvicinando sempre di più al centro del tumulto. Ad un tratto lo vide. A pochi metri da lei un uomo in nero con la maschera stava combattendo con abilità e maestria con la spada. Si fermò e restò in disparte a guardarlo ammirata. Avrebbe voluto chiamarlo, ma sapeva che se si fosse distratto avrebbe potuto essere colpito.
Alain la vide. Lei gli sorrise, poi fu tutto un attimo. Alain stava per gridarle di andar via di lì, ma un proiettile la colpì. Il corpo esile, celato dagli abiti maschili, ondeggiò e si accasciò al suolo. «Noooo!!!». Alain gridò con quanto più fiato avesse in corpo e si voltò per correre dalla moglie. Il suo avversario ne approfittò colpendolo, per poi dedicare la propria attenzione su un altro uomo.
Alain si trascinò verso il corpo di lei riuscendo a tirarsela tra le braccia più lontano dalla battaglia.
«Mi dispiace», disse tra le lacrime Sophie. Era pallida e tremante. «Shhhh, amor mio risparmia le forze», le sussurrò Alain accarezzandole il volto. Sophie sentiva che le forze la stavano abbandonando così fece un respiro lungo, ma le sole parole che riuscì a pronunciare furono: «Il... bambino!», poi il buio la inghiottì.
Alain la strinse a sé e pianse disperato, «Jerold!», chiamò a gran voce tra le lacrime. L'uomo, come fosse stato la sua ombra, pronto ad intervenire, apparve. «Prenditi cura di lei e di a Robert di chiamare il dottor Marande, immediatamente!». Una volta sollevato il corpo leggero di Sophie, Jerold si accorse che sugli abiti di Alain non c'era solo il sangue della moglie: «Siete ferito!». Alain lo guardò torvo e ansimante per la fatica di reggersi in piedi: «Ordina agli uomini di ritirarsi. Ci vediamo a Palais Clermont»
Rimasto solo, Alain, si tolse la maschera rivelando la sua vera identità. Avanzò tra la folla che ormai aveva preso il sopravvento. Alcune teste erano già esposte sulle picche come trofei.
Poche guardie ancora cercavano di scappare sparando alla folla che avanzava e proprio una di queste fece partire un colpo che andò a conficcarsi nel torace di Alain che cadde in ginocchio per poi stramazzare al suolo.
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La Primula Scarlatta
ChickLit"La giovane era rimasta stordita e piacevolmente sconvolta. Adesso sapeva che non avrebbe mai potuto dimenticare quell'uomo. Non avrebbe mai concesso a nessuno di rapire il suo cuore perché, in fondo in fondo, lo aveva già spontaneamente donato a lu...