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Parigi 1789

Era un periodo molto tumultuoso, segnato da attentati a nobili influenti e rivolte del popolino. Il paese aveva bisogno di riforme, di adeguarsi. Il malcontento spopolava in modo particolare tra il Terzo Stato. In Francia c'era aria di rivoluzione. 
Sophie, invece, si avvicinava al suo diciottesimo compleanno, aveva già debuttato in società e non mancava di essere invitata a tutti i ricevimenti, però da circa tre anni, da quando un certo uomo mascherato aveva fatto irruzione nella sua vita, un po' di tristezza velava il suo cuore. Attese di incontrare ancora l'uomo che si era insinuato in modo sconsiderato nel suo cuore, ma senza risultati. Soltanto qualche notizia letta su la Gazette le confermava che era ancora in vita. Con il tempo era diventata una grande sostenitrice de la Primula Scarlatta, non solo perché ne era profondamente attratta ma anche perché agiva contro i soprusi dei più forti verso i più deboli. Il suo antagonista era il potente duca di Clermont, il più in vista della società nobiliare francese, veniva definito freddo, autoritario e calcolatore, tutto ciò che un duca dovrebbe essere. 

Quella mattina Sophie faceva fatica ad alzarsi, il tepore del sole di maggio entrava dalla finestra ed illuminava le pareti rosa della camera da letto. Elise entrò di tutta fretta e fece una rapida riverenza: «Mademoiselle Sophie vostro padre vi attende in biblioteca per parlarvi». Sophie aprì gli occhi a fatica, il senso di inquietudine la attanagliava, cosa mai avrebbe voluto dirle suo padre? Erano forse caduti in disgrazia? Poi un presentimento non definito si fece largo tra i suoi pensieri, ma era inutile fasciarsi la testa prima del tempo. Prese allora dalla poltroncina il vestito in mussola verdino, raccolse i capelli in un semplice chignon e si precipitò in biblioteca. Tirò la maniglia, il padre stava chino su degli incartamenti e senza tirar su lo sguardo dalle sue scartoffie le fece cenno di avvicinarsi e sedersi. 
«Buongiorno bimba mia!», «Buongiorno padre, volevate parlarmi?». A quelle parole il vecchio conte posò la penna d'oca ed alzò lo sguardo. Con la mano destra tamburellò sullo scrittoio: «Si, in effetti c'è qualcosa che vorrei dirti». Le mani sudate di Sophie erano riposte in grembo, la schiena era dritta come pronta ad accusare un colpo mentre il padre con voce bassa proseguiva: «Sophie, per quanto abbia cercato di rimandare il più possibile è arrivato il momento. Io ormai son vecchio e la mia salute non è quella di un tempo...», Sophie era più attenta che mai, cosa cercava di dirle? «Bimba mia credo che per te sia arrivato il momento di prendere marito. Credevo

fosse presto, ma pensandoci bene alla tua età molte sono già sposate e molte altre già madri», «Ma padre...» le mani del conte de Brienne si erano intrecciate come in preghiera e la fronte rugosa era corrucciata. «No Sophie, stiamo vivendo in tempi pericolosi soprattutto per quelli della nostra casta, hai bisogno di protezione, qualcuno che si prenda cura di te quando io non potrò più farlo. Ci sono molti cacciatori di dote e per questo ho deciso di darti in sposa ad un uomo che gode della mia massima fiducia ed è mio amico di vecchia data, il duca di Clermont». A quell'affermazione il cuore di Sophie perse un battito. 
Senza accorgersene si era alzata in piedi e le nocche delle mani erano divenute bianche per la forza con cui stringeva la spalliera della sedia. «No padre, non sposerò mai il duca». Le lacrime minacciavano di sgorgarle copiose dagli occhi, tutte le sue speranze di ritrovare l'uomo che amava si polverizzarono. «Non vi sta a cuore la mia felicità padre?», «Oh sì certo», le labbra del conte si curvarono in un sorriso quasi impercettibile. «Conta molto, ma vedi il duca è un uomo potente e credo che come marito ti possa dare molto oltre che il rispetto, una vita agiata e...». Sophie capì che non accettando avrebbe dato un dispiacere al fragile genitore e poi a pensarci bene poteva tenere d'occhio Clermont ed essere d'aiuto alla Primula Scarlatta, sempre che fosse riuscita a rintracciare quell'uomo. «Se questo è il vostro volere padre ebbene mi piego alla vostra volontà, ma vi giuro che quest'uomo non avrà mai il mio cuore!». Dandole le spalle de Brienne aveva il viso contratto in un'espressione divertita mentre la voce cercava di essere ferma e solenne: «Lo incontrerai questa sera al ballo della contessa di Poitiers». 
«D'accorde.»

La Primula ScarlattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora