10.🌺

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Aveva spento tutte le candele, ma il sonno continuava a non arrivare. Si sentiva agitato, forse aveva la febbre. Avrebbe potuto far chiamare il conte, ma non voleva disturbarlo. Rotolò e si ritrovò a guardare il soffitto. Si portò il braccio sinistro sugli occhi. Il cigolio dei cardini della porta richiamò la sua attenzione. Subito acutizzò i sensi. Nell'oscurità una figura minuta si era introdotta nella sua stanza. Riusciva a vederla abituando gli occhi al buio e con l'aiuto della luce lunare che penetrava fioca dalla finestra semi chiusa «Chi è la?». La figura si fermò davanti al camino in cui era rimasto solo del carbone incandescente che piano piano stava divenendo cenere.  


«Sono io, Sophie». Alain per la prima volta nella sua vita fu preso seriamente dal panico. «Non dovreste essere qui Madame». Tutta la determinazione di Sophie sembrava essere andata in frantumi sentendo il tono minaccioso dell'uomo. Fece un altro passo incerto verso il letto e proprio in quel momento fu illuminata, come una visione di un angelo, dal raggio di luna. I capelli le ricadevano come una massa di seta liberi sulle spalle, le vesti bianche ornate di pizzi e nastri di raso scendevano morbidi sulle sue curve lasciando ad Alain la gola arsa e la sfrenata voglia di prenderla tra le braccia. «Dovete andarvene subito, non potete restare, è del tutto sconveniente», tentò ancora, ma rimase stupito della sua stessa voce che risuonò tremolante e arrochita dal desiderio. «Sono solo venuta a vedere come stavate». «Sto bene come potete vedere» cercò di risultare irritato, ma ottenne l'effetto inverso perché Sophie si stava dirigendo cautamente verso il suo capezzale. «Monsieur, potrebbe essere anche fuori luogo, ma ho bisogno di avere alcune risposte». Alain si sentì a disagio, che risposte voleva sua moglie? Ricordò, in quel momento, di non indossare la maschera «Non avvicinatevi, vi prego». «Non avete contratto una malattia, vi siete solo ferito e io ho il dovere di curarvi». Sorridendo si avvicinò di più all'uomo.  


Lui con mossa fulminea prese la maschera e allacciò le estremità sulla nuca. Sophie esitò un istante, fino a quel momento lui non indossava la maschera. Se solo avesse potuto guardarlo in volto! Avanzò ancora cauta, si accorse allora che l'uomo non indossava più la camicia. Il suo torace risultava molto virile alla luce della luna e le si mozzò il fiato tanto che sobbalzò quando lui si mise seduto sul letto. Ora poteva notare i tratti mascolini e decisi della parte inferiore del suo volto. Lo sguardo si soffermò ancora una volta sulla sua mascella volitiva e le labbra esperte e sensuali. Alain percepì i pensieri che si stavano susseguendo nella mente della moglie e non poté che esserne divertito e... compiaciuto. Batté una mano sul letto invitandola a sedere. Sophie parve pensarci un momento prima di accettare il tacito invito.  


«Dunque, come posso aiutarvi?». Sophie sentiva uno strano languore per la consapevolezza di quel corpo caldo e virile accanto a lei. Quando lo sguardo si posò sul contorno delle sue labbra, curvate in un seducente sorriso, quasi non sospirò come una scolaretta. «Ebbene?», Alain aveva ancora una volta intuito la direzione che stavano prendendo i pensieri di sua moglie perché provava lo stesso irrefrenabile desiderio di baciarla. Si ritrovò a guardarle le labbra, ma distolse subito lo sguardo. Avrebbe dovuto por fine immediatamente alla situazione di pericolo in cui si erano cacciati e chiamare a raccolta tutto il suo famigerato autocontrollo.  

Sophie si schiarì la voce cercando di apparire decisa e sicura di sé: «Bene, perché siete venuto qui?» in risposta solo un sospiro «Sono stato ferito qui vicino e nei dintorni l'unica persona amica a cui potevo rivolgermi era vostro padre». La risposta la deluse. Si era illusa che fosse lì per lei. Sciocca e ancora sciocca! «Adesso vi prego di rispondermi con sincerità, anche perché so se mi dite una bugia». «D' accorde»  

«Siete sposato?». Merde! Di sicuro aveva visto la fede, la situazione si stava davvero facendo complicata ed eccessivamente pericolosa. Tanto
valeva dirle tutto, ma ahimè doveva proteggerla! «Si sono sposato». «Perché? Perché mi avete baciata?». Notò allora che la voce di sua moglie era tremolante, prossima alle lacrime. Se solo avesse saputo. Provava un'infinita pena per lei. «Sembrate sapere tutto di me mentre io non so nulla di voi. Il vostro nome, i rapporti che avete con mio padre e... con mio marito...» Alain capì che le lacrime avevano solcato le guance della donna e se ne rammaricò. La sua mano percorse la spalla facendo scivolare la veste che lasciò la pelle nuda ed esposta. Solo un casto bacio, si ripromise, ma non appena le sue labbra sfiorarono la sua calda morbida pelle non fu capace di trattenersi. Sophie rimase paralizzata a quel tocco rovente, incapace di reagire. Provava una nuova ed elettrizzante sensazione. Il suo corpo chiedeva di più. La sua mente, invece, sapeva che stava commettendo un grave errore. Le braccia forti dell'uomo l'attrassero a sé. Le parole le uscirono in un sussurro «Che fate, siete sposato!». «Anche voi lo siete, dovevate andarvene quando ve lo chiesi, Sophie, vi desidero come non ho mai desiderato nessuna donna prima d'ora. Permettetemi di amarvi solo questa notte». «È una follia...» ansimò lasciando ricadere indietro la testa mentre le labbra di Alain le percorrevano il collo. Le grandi mani dalle dita affusolate carezzavano il corpo esile di lei lentamente, spaziando ovunque e allo stesso tempo non tralasciando neanche un centimetro di pelle, mentre il bacio si faceva sempre più prepotente ed esigente. Le barriere di Sophie si sgretolarono in mille frammenti, ormai difficili da ricomporsi. «Vi prego...». Di cosa lo pregava? Di darle di più? Di fermarsi? Non lo sapeva neanche lei. In quel momento avrebbe voluto che le cose fossero più semplici, voleva solo che fossero un uomo e una donna che si amavano. «Solo questa notte...» ripeté lasciandosi cullare dalla nuova sensazione di piacere. I corpi si adattavano perfettamente l'uno all'altro. L'idea di possederla, di sentire il suo corpo sotto di sé gli fece perdere ogni buon proposito di auto controllo.  

La Primula ScarlattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora