23.🌺

13 2 0
                                    


Dopo essersi adeguatamente salutate con Elise e raccontate gli ultimi pettegolezzi, Sophie, fu accompagnata al piano di sopra dove tutto, al contrario del pianterreno, era rimasto intatto. I quadri erano al loro posto, i muri intatti, i pavimenti lucidi e lindi. Elise colse la direzione dei pensieri di Sophie: «Sapete, è per confondere eventuali sciacalli. Un posto non può essere saccheggiato due volte, non vi pare?», disse aprendo la porta della stanza da letto della ragazza.  


Sophie si guardò intorno, sembrava che il tempo si fosse fermato. Tutto era come l'aveva lasciato il giorno che partì alla volta, o almeno pensava, della casa della prozia Gladis. La cameriera uscì richiudendosi la porta alle spalle e lasciandola piacevolmente sola.  

Si tuffò a faccia in su sul morbido letto con le braccia spalancate. Casa, finalmente era a casa, non pensava ci sarebbe mai ritornata ed invece era di nuovo tra gli oggetti che amava. Poteva ammirare i dipinti dei volti cari e respirare i profumi e gli odori che conosceva fin da bambina.  

La porta fu spalancata e due uomini corpulenti portarono dentro una tinozza, seguiti da un codazzo di domestici che man mano scaricavano secchi d'acqua fumanti. Sophie congedò anche Elise. Una volta rimasta sola chiuse a chiave la porta ed andò alla toeletta per prepararsi.  


Tutto era dove ricordava, nulla fuori posto. Prese l'essenza di lavanda e il sapone. Dal secondo cassetto del comò recuperò un telo candido di lino e lentamente iniziò a togliere gli indumenti maschili, ripromettendosi, vista la loro comodità, di rindossarli in qualche altra occasione.  

Nuda, si fissò per un istante allo specchio. L'impercettibile rigonfiamento del ventre le strappò un sorriso. Si studiò ancora un poco prima di immergersi nell'acqua, lieta di lavarsi la polvere di dosso. Prese la boccetta di lavanda, ne versò qualche goccia e si insaponò massaggiandosi a lungo i capelli. Risciacquatasi indugiò qualche istante ancora dentro la tinozza e chiudendo gli occhi si beò di quel momento strettamente personale.  

Quando l'acqua cominciò a diventare fredda si alzò e si avvolse nel telo di lino. Prese la spazzola e come faceva fin da quando era bambina si sedette a spazzolare i lunghi capelli davanti al fuocherello del camino.  

Era assorta nei suoi pensieri e non lo sentì arrivare. Solo quando sollevò lo specchio si accorse che suo marito si era appena richiuso alle spalle la porta di un passaggio segreto a lei sconosciuto.  

«Buongiorno moglie!». Sorpresa Sophie si alzò, ma non pensò che il telo di lino, una volta bagnato, era completamente trasparente. Accortasi che era totalmente esposta alla vista di Alain, cercò di coprirsi alla meglio. Dal sorriso e il luccichio degli occhi di Alain, invece, si leggeva chiaramente che apprezzava ciò che vedeva.  


«Mio signore, avevate detto che eravate impegnato e che ci saremmo visti soltanto a pranzo», disse Sophie a disaggio mentre lui con grazia le andava incontro. «Questo è quello che ho detto a beneficio di tutti affinché non mi disturbassero, ma il mio intento, con te qui, è tutto fuorché quello di lavorare». Mentre la guardava negli occhi esprimendole tutto il desiderio che lo consumava, con la mano le scostò una ciocca di capelli portandola dietro l'orecchio e poi dolcemente le sollevò il mento. Sophie non si fece pregare ed offrì ad Alain le sue labbra.  

Le mani di lui le accarezzarono lentamente il corpo. Scesero piano ed esploratrici giù lungo i fianchi, soffermandosi qualche istante di più all'altezza del seno. Mentre il bacio diventava più profondo, pose le mani sulle piccole natiche in modo da poterla far aderire di più a sé.  

Sophie sentì la potenza del desiderio del marito premerle sul ventre e questo le incendiò il sangue ulteriormente. Si strinse istintivamente di più a lui per sentirsi più vicina e con le mani si aggrappò alle spalle muscolose.  

La Primula ScarlattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora