Quando Sophie aprì gli occhi il sole era tramontato da un pezzo e la luna e le stelle iniziavano a prendere posto nell'immensità del cielo.
Stiracchiandosi aveva provato un senso di benessere. Sorrise soddisfatta dal sonno. Per un attimo aveva dimenticato anche dove si trovava. Sbatté le palpebre un paio di volte prima che la realtà dei fatti la travolgesse, riportandola velocemente al presente. Sedette di scatto e si guardò intorno.Trovò il catino pronto all'uso. Si sciacquò il viso con l'acqua ormai fredda, si pettinò velocemente e scese al piano di sotto.
La famiglia Berengere era riunita a tavola. Il suo stomaco brontolò attirando l'attenzione.
Anne le sorrise e Pierre la invitò a sedersi e a cenare con loro.
Quella sera la tavola sembrava fin troppo grande e vuota. Alle due estremità sedevano Pierre e la moglie, accanto a lei Lisette con Claudette e dal lato opposto Cloe, André ed Antoine. Non c'erano più gli uomini in nero. Non c'era più suo padre. Tutto le sembrò più triste. «La mamma ha fatto un ottimo stufato oggi, credo sarebbe contenta se l'assaggiassi», Claudette interruppe il filo di pensieri tristi che la sua mente aveva intrapreso. Sorrise alla ragazzina e si servì una
generosa mestolata. La pietanza calda la rinfrancò ridandole colorito e parte delle forze perse in quei giorni.
Finito di sparecchiare e lavare le stoviglie, le donne rimasero ancora un po' sedute intorno al tavolo per chiacchierare, mentre gli uomini si erano già ritirati, stanchi della giornata di lavoro.Giunse anche per le donne il momento di andare a dormire e Sophie notando che tra i presenti a cena mancava il marito decise di interrogare Anne in proposito.
Salite le scale fece cenno a madame Berengere di raggiungerla nella sua camera.
Una volta entrata la donna, richiuse la porta alle sue spalle. «Anne, dov'è mio marito?»
Anne abbassò lo sguardo e si torse le mani, segnali che a Sophie non piacquero per nulla: «Sua Grazia ha ricevuto una missiva in cui si richiedeva il suo intervento». Sophie si sedette sul letto: «Così è ripartito senza salutarmi». Anne si sedette a sua volta. «Sono sicura che l'avrebbe fatto, ma voi dormivate, così non ha voluto disturbarvi». La donna le prese la mano e poi sobbalzò: «Oh che sbadata, ha lasciato qualcosa per voi», si frugò per un attimo in tasca e ne estrasse un ciondolo tondo dalla forma un po' bombata la cui parte superiore era lavorata a forma di fiore e più precisamente una primula. «Ha detto di dirvi che gli dispiace»
Anne depositò il pendente fra le mani della ragazza e poi uscì dalla stanza.
Sophie rimase immobile per qualche istante con I ciondolo che sembrava bruciarle fra le mani.
Lo afferrò dalla catenina da cui pendeva, lo fece oscillare e la luce delle candele che vi si rifletté creò uno strano gioco d'ombre sul muro.
Lo depositò sul palmo della mano e lo osservò attentamente. Con un dito ne tracciò il contorno e ad un tratto incontrò un bottoncino. Pensò dovesse trattarsi di una piccola imperfezione, ma quando lo schiacciò la parte superiore scattò verso l'alto e una dolce melodia ne scaturì riempendo l'aria. Sorpresa esaminò da vicino l'oggetto. All'interno del coperchio era incisa una frase: Je reviens toujours pour vous, Sophie. Je t'aime. A.S.E.
La musica, adesso la riconosceva, era il motivetto che stavano suonando quando lui apparve inaspettatamente nel giardino di casa sua la prima volta durante la festa per i suoi diciassette anni. Il loro primo bacio. Rimase ulteriormente sorpresa di ricordare di aver sentito quelle stesse note anche durante il loro primo ballo in occasione del fidanzamento.
Non era dunque una casualità! Alain le aveva sempre inviato dei piccoli segnali, che lei presa dalle situazioni non aveva proprio colto. Strinse al petto il pendente e sospirò. Il fatto che lui era andato via senza che fossero riusciti a chiarirsi le dispiacque molto. L'orgoglio aveva avuto la meglio sulla ragione.
Avrebbe voluto chiedergli scusa per essere stata ottusa. Sia Alain che il padre avevano agito a fin di bene, per proteggerla e lei non era la sola che ne aveva sofferto.Sophie si addormentò con il ciondolo carillon fra le mani e pregando che lui tornasse veramente presto perché avevano un sacco di cose in sospeso di cui parlare.
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La Primula Scarlatta
Genç Kız Edebiyatı"La giovane era rimasta stordita e piacevolmente sconvolta. Adesso sapeva che non avrebbe mai potuto dimenticare quell'uomo. Non avrebbe mai concesso a nessuno di rapire il suo cuore perché, in fondo in fondo, lo aveva già spontaneamente donato a lu...