🌺Epilogo🌺

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A gennaio il clima in Inghilterra era piuttosto rigido. In tutti i camini della dimora, che Alain e Sophie avevano acquistato a Winchester, ardeva un fuoco caldo e confortante.  



Alain era irrequieto. Da quando la levatrice ed Elise si erano barricate con Sophie nella camera da letto, non faceva altro che misurare il perimetro del salotto al pianterreno, camminando avanti e indietro. Di tanto in tanto sorseggiava del buon Cognac e sobbalzava ad ogni urlo straziante della moglie. Lo sguardo amorevole si posò sui bambini che giocavano tranquilli vicino al camino. Non era bene per loro restare ed udire le urla di Sophie. Guardò l'orologio sulla mensola del camino e decise che era ora di fare la sua comparsa al piano di sopra. «Georgette, per favore, portate i bambini a giocare con i gattini nella stalla e dite a Tom di tenere caldo l'ambiente». La domestica prese Marie e Gaston per la mano e li condusse via, Alain prese un altro sorso di liquore e, non volendo essere escluso da quanto stava accadendo, salì le scale a due alla volta.  

Bussò piano. Non udendo risposta entrò. La levatrice era seduta accanto a Sophie. I lenzuoli ed il letto imbrattati di sangue lo disorientarono per un istante. Elise gli andò in contro: «Mio Signore,
questo non è posto per voi, forse è meglio che andiate». «No, Elise lascialo entrare», disse Sophie con un filo di voce. La levatrice lo guardò con sguardo torvo: «Mettetevi alle sue spalle e cercate di non svenire». Alain fece come gli fu chiesto, prese subito un panno e lo passò sulla fronte madida di sudore della moglie. Un'altra contrazione arrivò improvvisa. Adesso erano tutte consequenziali. «Forza respirate e adesso spingete, forza, brava così». La levatrice la incitava e la rassicurava, ma a Sophie iniziavano a venir meno le forze. Guardò Alain che era divenuto pallido, un muscolo gli pulsava sulla mascella, chiaro segno di nervosismo. Un attimo prima della contrazione successiva, sorrise: l'impavida Primula Scarlatta che perdeva colore durante un parto.  


La fitta di dolore fu ancora più forte delle precedenti. Prese un gran respiro, strinse la mano del marito e spinse, spinse forte. Un secondo dopo si sentì svuotata del tutto. Il vagito di un neonato risuonò forte e squillante. Alain guardò Sophie per accertarsi che stesse bene, la baciò sulla fronte e le sorrise soddisfatto.  

«È un bel maschietto, congratulazioni!». Sophie scoppiò in lacrime mentre la levatrice le metteva fra le braccia un frugoletto adorabile che agitava le manine e i piedini. «Guarda, è tutto la mamma», disse Alain prendendo la manina del piccino. «Ma se ti somiglia come una goccia d'acqua! Avete gli stessi
occhi e a quanto pare gli stessi capelli ribelli». Entrambi scoppiarono a ridere, innamorandosi a prima vista del piccolo Albert, Antoine St. Etienne.  


«Questa mattina è arrivata una lettera dei Berengere, a quanto pare Lisette e Jerold sono in viaggio di nozze in Italia. Anne, Pierre, André, Francoise, Cloe Claudette e Robert ci mandano i loro saluti»  

A Sophie mancavano così tanto! Doveva molto a quelle persone, erano per lei come una famiglia. «Un giorno mi piacerebbe tornare a trovarli», disse mentre il piccolo Albert con la manina le tirava, inconsapevolmente, una ciocca di capelli. «Un giorno», concordò Alain.

🌺fine🌺

La Primula ScarlattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora