21.🌺

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I raggi del sole di luglio entravano come lame infuocate dalla finestra diffondendo calore nella stanza.



Sophie si era già preparata per affrontare la giornata, ritrovando un pizzico di buonumore nonostante i recenti tristi eventi. Si guardò allo specchio, nel riflesso vedeva dei piccoli cambiamenti, il viso più pieno, il seno più prosperoso. Si mise di profilo e stese bene la stoffa del vestito dalla vita al ventre. Ancora la gravidanza non era visibile, ma lei sapeva che sotto gli strati di stoffa, al tatto, poteva sentire un leggero rigonfiamento. Cercò di immaginarsi per un attimo con il pancione ben in vista e le venne da sorridere. Immaginò di essere goffa e buffa. Indossò il pendente che le aveva regalato Alain e scese per andare a fare una ricca colazione. Come di recente succedeva spesso la cucina era deserta, visto il caldo tutti iniziavano a lavorare molto presto, ancor prima del sorgere del sole.

Sul tavolo trovo una tazza con del latte e i biscottini allo zenzero. Oh cara Anne! Mangiò con gusto, cosa che ultimamente non riusciva a fare, dopodiché decise di fare due passi all'aria aperta.

Pierre e i ragazzi non si vedevano da nessuna parte, sicuramente erano a curare il vigneto. Anne e le ragazze, invece, erano intente a lavare e stendere il bucato. Decise di raggiungerle e di collaborare.


«Buongiorno!», salutò raggiante Sophie. «Buongiorno!», risposero in coro le donne. «Venite a sedere accanto a me», suggerì Lisette. Dopo aver preso posto sollevò una camicia e cominciò a strofinarci sopra il sapone.

Immergere di tanto in tanto le mani e le braccia nell'acqua fresca era di grande sollievo per il caldo che faceva.

Un ragazzino, che Sophie non aveva mai visto, arrivò trafelato stringendo tra le mani un rotolo di pergamena sigillato con un fiocco rosso. Anne appena lo vide si alzò e si asciugò le mani nel grembiule da lavoro: «È il piccolo Alec Grimon della fattoria confinante con la nostra». Il bambino di circa undici anni si fermò davanti ad Anne salutandola: «Buongiorno madame Berengere, questa missiva è per voi, me l'ha data il dottor Le Verte quando sono andato a prendere le medicine per la nonna». A sentir il nome del dottore Anne immaginò che non ci fosse scritto nulla di buono, srotolò il foglio leggendo con apprensione il contenuto. «È di Robert» e nel dire ciò le cadde il foglio dalle mani. Le ragazze si fermarono all'istante. Sophie e Lisette pensarono al peggio «Quali notizie mamma?», chiese Lisette raccogliendo la lettera.

Robert informava di cosa stesse accadendo in città e concludeva dicendo che qualunque cosa fosse accaduta voleva bene a tutti. Lisette serrò la lettera nella mano fino a sgualcirla leggermente. «È come diceva Alain», Anne ammonì con lo sguardo la figlia dovevano far tutto tranne che agitare ancora Sophie, ma a quest'ultima non passò affatto inosservato quanto detto da Lisette. «Che cosa ha detto Alain?», infatti chiese.


Anne e Lisette si guardarono per un momento: «In città hanno deciso che le trattative e le parole non bastano più», dichiarò Anne. Sophie sapeva che Alain, la Primula Scarlatta, non avrebbe abbandonato il popolo proprio in quel momento e subito il buonumore ritrovato scomparve in un attimo.

Lui era in pericolo, Dio solo sapeva cosa sarebbe potuto succedere laggiù. Non poteva permettere che lui si battesse senza sapere che lei lo amava, senza che avessero fatto pace.

Gli avrebbe scritto, si sarebbe scusata con lui, avrebbe dichiarato quanto l'amava e gli avrebbe detto... no, del bambino glielo avrebbe detto di persona guardandolo negli occhi, per scrutare la sua reazione. Sarebbe stato felice? Avrebbe dimostrato allegria? Oppure sarebbe rimasto serio?

La Primula ScarlattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora