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«Davvero ottima interpretazione Jerold». «Grazie Vostra Grazia, per servirvi». Alain rimase per un attimo a pensare ed analizzare la serata, ma solo l'immagine del volto di Sophie gli tornava costantemente alla mente. Prese un bicchiere e versò del vino, poi portandolo alle labbra si sedette sulla poltrona accanto al caminetto nel suo studio. «Sono estremamente combattuto». Il suo valletto personale, Jerold, non che amico e compagno di mille avventure, sedette a sua volta «Capisco», «No, non puoi capire! Il duca di Clermont deve sposare quella fanciulla, mentre lei è innamorata della Primula. Per me, come uomo, non prova nulla, prova ne è che stanotte vi guardava sognante. Temeva per la vostra vita, non per la mia. Maledizione!» per rabbia scagliò il bicchiere dentro il camino, dove le fiamme si alzarono all'istante. «lo credo che possiate sistemare tutto signore, si tratta di svelare parte della verità alla ragazza». «Non posso, ho promesso di non dirle nulla. Il segreto è fondamentale, tutta la nostra società lo è», Jerold fece una smorfia «Non vi fidate di lei?». Il volto di Alain si addolcì al pensiero di volerla al sicuro e tutta per sé. «Voglio proteggerla, ormai ho radunato quanti più nobili ho potuto, voglio l'incolumità di quante più persone possibile, si sta per abbattere un putiferio là fuori e sangue di molti innocenti verrà sparso. In qualità di duca vengo a conoscenza delle strategie di palazzo e di tutti gli intrighi possibili ed immaginabili. Come Primula Scarlatta ho il dovere di proteggere, i deboli, i giusti e quanta più gente possibile. Ti prego Jerold illustrami il punto della situazione». Il giovane si alzò e prese delle mappe della città «Ho saputo che dopodomani ci sarà un'insurrezione proprio qui alla quale parteciperanno molti uomini e donne anche. La cosa positiva è che siamo abbastanza lontani dal cuore di Parigi» 
«Non a sufficienza purtroppo… dovrò parlare loro, dobbiamo scoraggiare l'intervento delle donne, loro e i bambini devono stare al sicuro. Dobbiamo evitare che la follia dilaghi. Hai preparato la busta Jerold?» 
«Si Vostra Grazia ed ho sellato il cavallo, gli abiti li trovate al solito posto». «Molto bene». 
Alain uscì dal palazzo prendendo il passaggio segreto che si trovava dietro un pannello del suo studio. Percorse nel buio tutto il giardino, scostò la siepe d'edera che ricadeva vigorosa sul muro. Con la piccola chiave che portava sempre con sé aprì la porticina in legno, che gli permetteva di andare e venire indisturbato a suo piacimento. Un passaggio che solo lui conosceva insieme al suo fedele valletto. Avvolto nello scuro mantello bussò nel modo convenuto al grande portone del convento di St. Joseph. La madre badessa in persona comparve sulla
porta: «Sapevo sareste venuto figliolo». Alain fece un gesto d'assenso con la testa mentre la badessa lo scortava nelle segrete del convento. La luce ambrata e fioca di una candela faceva danzare le ombre sulle pareti della piccola stanza, un lavabo, un lettino e un baule erano le uniche cose che l'arredavano. Alain estrasse la busta e la porse alla badessa. «Dio vi benedica figliolo per tutto il bene che state facendo, possiate essere ricompensato con tutto ciò che il cuor vostro desidera». Alain agitò la mano come per zittirla, lei capì ed uscì per tornare a dormire lasciandolo a cambiarsi. 
Una volta indossati i panni della Primula Scarlatta uscì dalla stanzetta e percorse il lungo corridoio. Si sentì tirare dai calzoni: una bimbetta dai capelli color dell'oro e gli occhi azzurri lo guardava sognante. Alain si intenerì e le rivolse un sorriso ed un inchino. «Sophie mi ha detto che voi siete davvero bello e mi ha raccontato tante storie su di voi. Quando sarò grande vi sposerò Monsieur». «Davvero? Sophie vi parla di me?» per la felicità il cuore gli sobbalzò in petto «Si, davvero ha detto che deve sposare un bruto che vi vuole morto e che spera che voi corriate a salvarla». Il sorriso si spense serrò i pugni lungo i fianchi e un dolore si appropriò del suo cuore. La bambina si rese conto della tensione in lui e scoppiò in singhiozzi spaventata. Subito Alain la prese fra le braccia, la cullò dolcemente sussurrandole parole rassicuranti fin quando non cadde nel sonno, si
accorse di avere uno spettatore ed un sorriso gli curvò le labbra. Andò incontro all'altro bambino che lo lasciò passare, depose Marie sul lettino e poi si rivolse al bambino: «Affido Marie alle tue cure Gaston». Il bambino che pareva provare un moto di risentimento sorrise «Non ti preoccupare piccolo, io sono troppo vecchio per la tua Marie, vedrai che da grande sicuramente la sposerai» arruffò la testolina bruna e si allontanò. Dopo un breve tragitto passando per i boschi giunse presto ad una casupola in aperta campagna apparentemente abbandonata, là il suo stallone nero e i suoi uomini lo attendevano per discutere di quanto sarebbe avvenuto da lì a pochi giorni. 

La Primula ScarlattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora