"Burrasca"

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"Mori... Prendi! Al volo!"

Chibi, udendo quel richiamo alle sue spalle, lasciò cadere la palla a terra voltandosi verso la persona che lo aveva interpellato. Era riuscito a segnare due dunk di fila, non ancora perfetti ed aggraziati come se li raffigurava costantemente nella mente ma, in quella giornata di sconforto ed insuccessi quel piccolo traguardo era senz'altro qualcosa di estremamente rassicurante oltre che incoraggiante.

Con un sorriso soddisfatto, che sfumò immediatamente, una volta riconosciuto Yoshida, come colui che lo aveva chiamato, si ritrovò a dover parare in un salvataggio dell'ultimo minuto, qualcosa che gli era stato volontariamente lanciato contro.

Alzando le braccia e serrandole forte sull'oggetto sconosciuto per evitare che gli finisse dritto in faccia, sentì un calore piacevole trapassargli le mani ed irradiarsi piacevolmente per le braccia nude dalla pelle d'oca. Il vento, le prime goccioline di pioggia mischiate a quelle del mare sempre più irrequieto e, il sudore provocato da tutto quel movimento, era il mix perfetto che lo avrebbe presto portato a battere i denti per freddo. Corrugando la fronte in un'espressione tutt'altro che felice, Chibi concentrò il proprio sguardo sull'oggetto caloroso che gli era stato donato con così poca grazia.

Una lattina di caffè macchiato extra dolce caldo di una marca piuttosto pregiata si trovava fra le sue mani fredde pronta per essere consumata e regalargli così ancora più calore.

"Dai bevila prima che si raffreddi. Almeno ti riscalderai un poco" lo incoraggiò Hiroyuki muovendo le mani nella sua direzione. "Ho preso un gusto classico per andare sul sicuro e poi..." continuò il ragazzo con una certa soddisfazione in volto "E' lo stesso aroma che prendi sempre durante la pausa di metà mattina a scuola"

Chibi rimase in silenzio, alquanto pensieroso. Si trovava in una situazione piuttosto scomoda e, fra tutte le persone che avrebbe potuto incontrare, Yoshida era quella più enigmatica che gli ronzava sempre intorno. Bagnato di sudore e di pioggia, tramante per il freddo, Mori era stato colto in flagrante con addosso la maglia della sua squadra nonostante l'avesse abbandonata e, tutti, all'interno dell'istituto ne fossero al corrente. In più, per sottolineare ulteriormente la sua ambivalenza, stava giocando a basket sport che non avrebbe più dovuto praticare viste le sue recenti affermazioni.

E se Yoshida avesse iniziato a schernirlo? O peggio a fargli domande scomode?

In una qualsiasi altra situazione Chibi avrebbe tirato fuori gli artigli e si sarebbe difeso da qualsiasi insinuazione, curiosità o altro ma, colto nel pieno del suo peccato, la sua fragilità emotiva stava prendendo il sopravvento, facendolo sentire insicuro, fragile e, colpevole.

"Che cosa diavolo vuoi Yoshida?" esclamò a voce alta il numero nove cercando di apparire il più minaccioso possibile "Vattene e non mi scocciare. Riprenditi questa e sparisci" continuò il ragazzo rilanciando la lattina al suo legittimo proprietario.

Hiroyuki, per nulla turbato, afferrò il caffè rendendosi conto che, colpa della temperatura esterna, si era quasi totalmente raffreddato.

"Uff!" sbuffò il rappresentate di classe con tono allegro "Ecco vedi? Adesso si è raffreddato. Certo che sei proprio un gran testardo" continuò sorridendo in direzione del compagno di classe.

Chibi rimase in silenzio per alcuni istanti. Non riusciva a comprendere cosa volesse quel rompi scatole di Yoshida da lui. Si aspettava di essere schernito o deriso da un momento all'altro dal coetaneo ma, non sarebbe certo rimasto lì in attesa che ciò accadesse.

"Si può sapere che cosa diavolo vuoi da me?" domandò scocciato il numero tre nell'atto di raccogliere in fretta le proprie cose per andarsene il prima possibile da quella situazione imbarazzante.

愛とバスケットボール (Ai to basukettobōru)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora