Bisogni, carezze inaspettate e... divise dimenticate

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"Waaah" Takehiko allungò le braccia verso il cielo  muovendo freneticamente le dita delle mani e tendendo il più possibile i muscoli del corpo. Le lezioni mattutine erano appena terminate e, dopo aver sostenuto una simulazione d'esame inerente agli ultimi argomenti studiati di matematica, il sedicenne si sentiva più che esausto. Non era sicuro di essersi guadagnato un'eccellenza nel compito ma, rispetto ai test precedenti, si sentiva abbastanza fiducioso sul fatto di aver totalizzato una sufficienza piena, almeno era quello che si augurava con tutto se stesso.

Doveva essere così. A tutti i costi. 

Gli esami, quelli veri, erano alle porte. Si trattava di una questione di pochi giorni e poi, avrebbe potuto constatare realmente quanto i suoi sforzi e quelli Mori sarebbero stati ricompensati.
La partita di basket contro una delle squadre minori che si erano qualificate ai giochi interescolastici era prevista per l'ultimo sabato del mese, ovvero a poco più di una settimana da quel giorno e, solo due giorni dopo la data fissata per i test di metà semestre.
Sebbene Takehiko si sentisse più che pronto per quel match e, in cuor suo lo aspettasse con una certa trepidazione ed emozione, sapeva benissimo che, senza una sufficienza in matematica, quelle emozioni sarebbero sfumate in un battito di palpebre esattamente come la possibilità di essere sul campo da matricola titolare in quella partita.

"No, no, no, pensa positivo. Pensa positivo. Vedrai che andrà tutto bene" si disse a bassa voce mentre recuperava gomma, matite, post-it e fogli di brutta accartocciati dal banco per infilare, senza particolare riguardo, il materiale in cartella.

Non poteva ma, soprattutto, non doveva farsi prendere dallo sconforto. Si era impegnato tanto. Sia lui che Mori avevano sacrificato tempo prezioso alle loro vite di adolescenti medi per raggiungere quel traguardo e, nessun maledetto numero o formula matematica avrebbe potuto allontanarli dall'obiettivo.

"Mori..."

Il giocatore s'arrrestò per alcuni istanti pensando al compagno di studi. A tutto l'impegno che aveva messo in campo per aiutarlo e, a come fino a quel momento non avesse mai avanzato alcuna pretesa sul compenso da riscuotere per quell'aiuto.

Takehiko si focalizò di più sul volto arrossato ed alquanto impacciato del numero nove, riportando ancora una volta alla mente, gli accadimenti del giorno precedente.

Promessa ed abbraccio compresi.

Aveva trascorso tutta la notte passata fra poco sonno e parecchia veglia, a rivivere quel momento. Quel patto stipulato nel quale i due ragazzi si promettevano di tornare a giocare insieme riuscendo forse, lontano da occhi giudicanti e con una maturità appena raggiunta, a condividere attimi di piacere e serenità lasciandosi alle spalle i rancori e le incomprensioni del passato. Bei concetti e bellissime parole suggellati da quella stretta, da quello scambio di calore, che Inoue non riusciva a levarsi dalla testa, benché ci provasse e riporovasse.

Non era certo la prima volta che abbracciava qualcuno. Il numero tre, era per indole abbastanza espansivo nelle dimostrazioni di affetto. Se ripensava a quante volte aveva stretto a sè, per gioco, per conforto o per provocazione, il suo migliore amico Shiro, aveva perso il conto da anni oramai.

Eppure, in quell'abbraccio impacciato, a tratti timido ma estremamente intenso e piacevole, Takehiko aveva provato qualcosa di nuovo e di più significativo.

"Ahhh. Basta basta. Adesso basta con questa storia" si ritrovò ad esclamare alzando il tono della voce il numero tre e, così facendo, attirando su di sé l'attenzione di alcuni compagni di classe.

"Ehi Inoue tutto bene? Che ti prende? Sei agitato per l'imminente disputa contro il Sumino? Andiamo quella è una squadra di mezze pippe. Non avrete alcun problema a batterli. Con la vostra nuova formazione e, quel portento di Abe in campo, non dovrete più temere nessun liceo"

愛とバスケットボール (Ai to basukettobōru)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora