"Furti inaspettati"

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Kento era profondamente incazzato, non solo era in ritardo con il ripasso generale in previsione dei test che si sarebbero tenuti il giorno seguente ma, oltretutto, quell'arpia di sua zia lo aveva praticamente costretto ad uscire di casa dopo il tramonto per svolgere quell'incombenza che, a suo dire non poteva aspettare l'indomani. Di certo la donna non aveva pensato nemmeno per un secondo di disturbare il suo amato figlio, chiedendo a lui svolgere quell'incarico. Quel maledetto di suo cugino Hiroyuki poteva contare su tutta la clemenza e la comprensione della donna, mentre invece a lui, toccava come sempre abbassare il capo, fingere che tutto gli andasse bene e, sottomettersi al volere di quella famiglia che, non perdeva mai occasione di sottolineare, seppur velatamente, quanto lui ed i suoi genitori dovessero essere loro grati per l'aiuto e l'ospitalità ricevuti.

Il freddo pungente del mese inoltrato alle porte dell'inverno gli colpiva il volto corrugato in una smorfia di rabbia e frustrazione, mentre la nebbia calava fitta, fitta sulla città semi deserta.

"Ancora un isolato e sarai arrivato" sbuffò voltando a destra e facendo quei pochi passi che lo stavano separando dalla meta finale, un grande konbini situato al fianco di un piccolo santuario shintoista. la consegna di sua zia era quella di comprare delle alghe Nori di una marca specificatamente venduta solo all'interno di quel negozio. In previsione degli esami, la donna aveva deciso di deliziare figlio e nipote con un bento pieno di prelibatezze, fra le quali degli onighiri al salmone affumicato pescato quella stessa mattina e già pronto per imbastire le varie polpette di riso, l'unico ingrediente mancante per poter completare quel pranzo da principi, a dire di sua zia, erano appunto le alghe Nori indispensabili per l'assemblamento del tutto.

"Irasshaimase" fu la corale che lo accolse al suo ingresso nel locale.

Con poca voglia e molta irritazione il giovane accennò un movimento del capo ed un sorriso tirato in segno di risposta. Tutto ciò che desiderava era raggiungere al più presto la corsia apposita, trovare ciò che stava cercando, pagare e ritornare il più velocemente possibile al suo ripasso. In realtà i test di metà semestre non lo spaventavano veramente, i suoi voti erano piuttosto alti in quasi tutte le materie e, in ogni caso, nessuna di quelle che realmente gli interessavano erano a rischio per il giorno seguente. Nonostante ciò, Abe sapeva benissimo di non poter mai abbassare veramente la guardia, gli sarebbe bastato un solo errore e, da lì a due anni, avrebbe visto il suo futuro andare totalmente allo sfacelo. Non avrebbe mai potuto permetterselo.

"Dove diavolo saranno quelle maledette alghe" bofonchiò inoltrandosi in una delle tante corsie dello store.

"Allora? Cos'è quell'aria sognante e felice? Non dovresti essere a casa a ripassare invece che crogiolarti fra un sospiro e l'altro nel reparto schifezze di un konbini?"

"Ah! Shiro! Non puoi capire quanto sono felice. Chiedimi quanto sono felice?" la voce allegra di Inoue catturò l'attenzione di Abe spingendolo ad arretrare di un poco per evitare di essere notato. L'ultima cosa che desiderava era di perdere tempo essendo costretto nel fermarsi a parlare con il compagno di squadra del quale, oltretutto, Kento non riusciva a spiegarsi la presenza in quel luogo. Il numero tre, era risaputo da tutti all'interno della squadra, non eccelleva certo nelle materie logico-matematiche e, se non fosse riuscito a superare i test totalizzando una media alquanto alta, non sarebbe nemmeno potuto scendere in campo nella prossima imminente partita dei giochi interscolastici. Quell'imbecille, invece che restare chiuso in casa pregando e studiando come un matto, era fermo davanti ad uno dei tre banchi frigo indeciso su quale gelato piangere le sue pene per quella sera. E poi, si domandò Kento con una smorfia ripugnante in direzione dell'accompagnatore del giovane, che razza di gente era solita frequentare Inoue?

Il ragazzo che aveva appena parlato portava i capelli lunghi dal colore alquanto bizzarro, un arancione acceso, legati in una coda di cavallo bassa. Lo smalto nero, un piercing al labbro inferiore ed uno vistoso al naso. Di sicuro, si disse il giocatore di basket, doveva essere per forza uno dei membri della band di cui il numero tre era il front-man oltre che fondatore. Un altro modo per perdere tempo prezioso, cimentarsi in un'attività priva di una qualsiasi utilità come la musica.

愛とバスケットボール (Ai to basukettobōru)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora