"Notti insonni, sogni ed incubi"

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"Sono felice di essere tuo amico Mori"

Chibi sentì il cuore scoppiargli letteralmente nel petto quando quel dolce sussurro venne accompagnato dalla stretta tremante di Inoue.

Restando rigido, per la paura di poter interrompere un momento così perfetto, impacciato e tremante a sua volta, Mori chiuse gli occhi lasciando liberi gli altri sensi di esplorare e vivere appieno quell'istante. Respirando a pieni polmoni il profumo dello shampoo di Takehiko, si lasciò inebriare le narici da quell'essenza emanata dal capo del numero tre poggiato sul suo costato.

Quando la stretta del giocatore di basket si fece più marcata, Chibi non potette che assecondare quella mossa serrando egli stesso le braccia attorno alla vita del ragazzo. Il calore mescolato dei loro avvinghiati unito allo sfregarsi del numero tre resero all'istante ogni suo più piccolo lembo di pelle scoperto doppiamente sensibile e recettivo.

"Mmm... Mori... stai tremando" fu il sussurro regalato dalla voce del ragazzo stretto a lui che, dopo aver alzato lentamente il capo in direzione del suo collo, ne accarezzò la pelle con il fiato caldo.

"Sei così carino quando fai così " continuò Inoue mutando il tono da insicuro ad irriverente ed infine terribilmente provocatorio.

"I... Inoue..."

Sospirando per il piacere provato, il quindicenne si abbandonò a quella carezza accelerando il respiro quando, al calore del fiato si aggiunse anche l'attrito provocato dalle labbra del numero tre che, spudorate, iniziarono a ripercorrergli tutto il collo fino a raggiungere la mandibola finendo per mordicchiarla insistentemente.

"C... cosa... sta... stai... Mmm"

Per Chibi tutta quella situazione era così irreale ma allo stesso tempo maledettamente eccitante da non riuscire a dargli il tempo per pensare ad altro che non fosse il tocco del giocatore di basket su di sé. L'imbarazzo e la timidezza si erano volatilizzate all'istante nello stesso momento in cui, il numero tre, aveva iniziato ad osare sempre di più. Il tremore aveva lasciato spazio a brividi di paura e poi a quelli di semplice lussuria che, sfrenata ed irriverente lo aveva invaso spingendolo a rispondere per le rime a quella provocazione.

"Mmm"

Chibi aprì gli occhi sulle note di quel mormorio pronto ad accogliere le labbra di Inoue sulle sue e, imprigionarle affinché non lo potessero più abbandonare.

Vicine sempre più vicine...

"Sbam"

Il rumore di un oggetto piuttosto pesante che si infrangeva a terra sottrasse bruscamente il numero nove dal sogno riportandolo alla veglia in batti baleno. Spalancando gli occhi, Chibi si ritrovò davanti al buio più totale e alla solitudine della sua stanza spoglia. Niente più Inoue, né il suo calore nè il suo profumo. Tutto di quel sogno maledettamente erotico era svanito in soffio lasciandosi dietro come strascico dell'esperienza solo sudore, battito accelerato e, una reazione fisiologica di una determinata parte del suo corpo che, Mori, conosceva fin troppo bene. Il tutto condito con un'abbondante dose di insoddisfazione e frustrazione generali.

"Maledizione" sussurrò infuriato a denti stretti, steso sul suo letto con la casacca della divisa scolastica stretta fra le mani. Facendo vagare lo sguardo nell'oscurità si focalizzò sull'orologio da parete con i caratteri fosforescenti che, con il suo ticchettio fastidioso, segnava da poco passate le due del mattino. In quell'istante il ragazzo realizzò di essersi assopito poco più di ore prima e, ancora una volta come continuava a capitargli ormai giornalmente nell'ultimo periodo, di essersi smarrito nelle sue fantasie più perverse fino a quel momento.

Il filo conduttore di quell'esperienza astratta ma, terribilmente realistica, per quella volta, era proprio da attribuire alla camicia della sua divisa scolastica, con la quale Mori si era coricato non appena raggiunto il letto. Ancora intrinseca del profumo del numero tre, quella stoffa, dopo l'abbraccio del pomeriggio durato solo pochi minuti anche se, per il numero nove, erano sembrati un'eternità, a distanza di ore manteneva impresso in sé tutto il profumo del corpo sudato e tremante per l'imbarazzo di Takehiko. Solo che, a differenza del sogno bagnato che aveva vissuto solo qualche istante prima, nella realtà dei fatti, quel pomeriggio, Inoue si era congedato da lui in fretta ed un po' timidamente, sfoggiando un sorriso imbarazzato sulle labbra ma, nonostante ciò, prima che le loro strade si separassero per la serata, rimarcando nuovamente quella promessa di giocare insieme al più presto.

愛とバスケットボール (Ai to basukettobōru)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora