"La crudeltà dei Kami"

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"Kento tesoro mio che diavolo ti è successo?" la voce stridula di sua madre colpì le orecchie di Abe spingendolo a celare, come sempre, un'espressione di insofferenza. La donna era seduta al tavolo della sala da pranzo intenta a sorseggiare un qualche aperitivo alcolico, mentre si lamentava al telefono con una delle poche conoscenti che ancora le rivolgevano la parola dopo il crollo finanziario della sua famiglia, lamentandosi di quanto quella piccola cittadina di mare fosse priva di stimoli ed interessi per una donna abituata ad una metropoli ed a dei servizi di una certa qualità. Abe era appena rientrato a casa dopo l'incidente avvenuto in palestra dal quale ne era uscito con un occhio nero, un labbro spaccato ed un bel graffio sulla guancia destra, meticolosamenti disinfettati dalla manager della squadra Ayako.

"Ts" aveva pensato guardandosi allo specchio dopo le dovute medicazioni "Quello stupido di Inoue non si è di certo risparmiato".

Il suo piano poteva ritenersi quasi concluso. Di certo, il vecchio Anzai, il capitano Ryota e la manager Ayako non avrebbero certo chiuso un occhio davanti a così tanta violenza gratuita. Farsi picchiare da Inoue gli era servito per levarselo dai piedi, esattamente come aveva fatto con Mori. Il fatto che, il numero tre avesse capito che, dietro a quella schifosa lite fra pervertiti ci fosse stato proprio lui, era stata tutta una macchinazione ingegnosa magistralmente messa in atto dallo stesso Abe. Come primo obiettivo, il ragazzo, aveva voluto essere certo di allontanare per sempre Mori sia dal basket che da Inoue e, per secondo, oltre a dare una lezione al numero tre per aver anche solo pensato che quell'incompetente del numero nove meritasse più di lui di entrare nella rosa dei cinque, aveva voluto levarselo da torno per essere sicuro di assicurarsi egli stesso la nomea di miglior matricola dell'anno al posto di Inoue. Da qualche tempo, infatti, aveva iniziato a girare la voce, fra gli studenti dello Shohoku, che alcuni reclutatori universitari, ed in particolar modo dell'unica università presso la quale il giovane Abe voleva iscriversi, avrebbero approfittato dei giochi interscolastici della prefettura per iniziare a guardarsi un po' intorno e, segnarsi qualche nome di spicco fra le giovani promesse delle varie discipline. Kento non poteva perdere quell'opportunità, avrebbe dovuto scendere in campo nella rosa dei titolari a qualunque costo, farsi notare come miglior matricola della squadra e, perché no, dell'intera prefettura. Il ragazzo aveva tutte le carte giuste per aggiudicarsi quella nomea, gli unici ostacoli per lui erano quei due ragazzini stupidi e perversi dei quali si stava facilmente liberando.

"Ohayo. Nulla di che mamma, un mio compagno di squadra mi ha aggredito durante gli allenamenti. Non ne capisco il motivo" si giustificò Kento assumendo uno sguardo amareggiato e smarrito.

"Che cosa? Cara, ti devo richiamare, mio figlio è stato picchiato a scuola" la donna interruppe frettolosamente la chiamata, non tanto perché preoccupata per l'aggressione subita dal figlio ma, bensì, per riuscire a carpire più dettagli possibili ed avere nuovo materiale di conversazione per la prossima telefonata con l'amica. Quella, era una situazione perfetta che avrebbe sottolineato ancora di più quanto la città nella quale la famiglia era stata costretta a trasferirsi non era affatto sicura.

"Fatti guardare bene. Il tuo bellissimo viso. Speriamo non resti una brutta cicatrice" furono le uniche parole di consolazione della donna rivolgendosi al genito prima di esigere tutti i dettagli di quella brutta faccenda.

"Oh, non voglio nemmeno pensare alla possibilità che tu sia costretto a dividere tempo e spazio con certi delinquenti. Questi maledetti teppisti dovrebbero essere espulsi" continuò la donna dopo aver ascoltato con poco interesse il racconto sintetico del figlio. "Non temere Kento presto torneremo alla nostra vecchia vita. Sai che papà sta lavorando ad alcuni affari importanti, devi portare pazienza e stare lontano da certi soggetti. Se una cosa del genere dovesse ricapitare, chiamerò la scuola e pretenderò un'espulsione formale di questo ragazzo.

愛とバスケットボール (Ai to basukettobōru)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora