Da due passare a tre non sempre è una buona idea

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"Che.... Che stai facendo?"

Chibi rimase pietrificato davanti a quella visione.

Il ragazzo di fronte a lui aveva appena finito di armeggiare con gli ultimi due bottoni della camicia bianca di cotone che andava a formare la parte superiore della sua divisa scolastica. Non appena sbottonata l'ultima estremità dell'indumento, il numero tre iniziò a sfilarlo lentamente lasciando scoperte porzioni sempre più grandi di lembi di pelle candida . A differenza sua, che si era liberato velocemente della divisa scolastica per sfoggiare la maglia della quadra già indossata da quella mattina, Inoue sotto all'informe era completamente nudo.

"Oh? Oh già..." continuò Inoue fermandosi per un istante di fronte allo stupore acceso del coetaneo.

"La verità è che non ho avuto tempo di cambiarmi prima. Ero... Ero in ritardo, gli studenti alle pulizie dei bagni del mio piano mi hanno impedito di entrare perché avevano già iniziato a pulire e... e quindi... Avrei voluto farlo nei servizi del tuo corridoio, solo che una volta che ti ho incontrato mi è passato di mente" concluse sorridendo timidamente.

Takehiko, in realtà, non era stato del tutto sincero con il numero nove.

Il suo intento, una volta terminate le lezioni, era stato quello di cambiarsi, indossare la divisa della squadra e, ricercare il ragazzo per proporgli di giocare insieme ma, dopo essersi trovato invischiato in quella spiacevole conversione, tutto quel processo gli era passato di mente, spingendolo solo verso l'obbiettivo di trovare Mori il prima possibile per scacciare via il malumore.
L'aver visto, in seguito, il soggetto dei suoi pensieri, in compagnia di Yoshida intento in quel gesto così intimo, non aveva fatto altro che cancellare definitivamente l'intenzione di cambiarsi, lasciando che la sua mente si riempisse solo del pensiero di lui in compagnia di Mori da soli il prima possibile. Solo quando avevano raggiunto il campo da basket la consapevolezza di non essersi attrezzato a dovere lo aveva colto di sorpresa spingendolo ad adottare quella soluzione insolita.

"Si... Si... capisco. Ma qui... qui in mezzo al campo... E se... E se ti vedesse qualcuno?"

Chibi rispose balbettando, facendo vagare lo sguardo per tutto il perimetro del campo ed oltre, evitando accuratamente di focalizzare la sua attenzione sul numero tre.

Una serie di imprecazioni per nulla carine rivolte al ragazzo gli ribollivano dentro.

Dal canto suo Inoue si era accovacciato al pavimento e, senza prestare troppa attenzione alle perplessità del numero nove, aveva iniziato a rovistare nel borsone da ginnastica alla ricerca dei pantaloncini delle divisa. Non che non fosse imbarazzato per quella situazione surreale che si era venuta a creare con Mori, soprattutto dopo quel gesto intimo avvenuto solo il giorno precedente che, silenzioso ma piacevolmente ingombrante aleggiava ancora fra loro. Se Chibi non fosse stato assalito dal panico, dall'agitazione di rischiare di vedere troppo e, dalla paura di essere costretto a condividere con terzi le bellezze nascoste di Inoue, allora si sarebbe di certo accorto del rossore che aveva iniziato a tingere anche le guance del compagno e, non solo le sue.

"Uffa!" sbuffò Takehiko disseminando per il campo diversi indumenti stropicciati, asciugamani e, un paio di calzini dall'odore pungente che sbadatamente si era dimenticato di buttare in lavatrice "Ma dove diavolo si sono andati a cacciare?"

"Senti Inoue non è che d..."

"Eccoli qua!" soddisfatto il numero tre si rimise in piedi in un batter d'occhio prima sventolare, tutto orgoglioso, sotto al naso di Mori la, parte inferiore della divisa.

"Si... Si... Beh... Ecco non... non c'è bisogno di agitarli troppo in giro. Neanche fossero la bandiera nazionale" cercò di fare ironia Chibi senza sapere bene come comportarsi.

愛とバスケットボール (Ai to basukettobōru)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora