Capitolo 9 Venerdì

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ALANORA

È venerdì sera ed è da circa dieci minuti che sono da sola davanti al pub. Ratri mi ha informata che sarebbe venuta con l'intera famiglia al seguito e mi auguro che arrivino tutti insieme; non voglio rischiare di rimanere da sola con Veicht se arrivasse prima.

Non sopporto nessuna delle sue nature: come umano lo considero un idiota e come vampiro mi fa schifo, ne ho il terrore, ma mi fa anche rabbia che cammini tranquillo dopo l'omicidio che ha commesso.

Incidente o meno non sopporto affatto il suo atteggiamento; da come si comporta pare non avere il minimo rimorso anzi, se ne va in giro come se nulla fosse e mai una volta ha perso quell'aria da superbo stronzo.

Dopo altri cinque minuti vedo arrivare Ratri in compagnia dei fratelli più "antichi", non vedo Veicht e questo mi rasserena. Già solo l'idea di dover interagire con dei vampiri mi agitava, dover sopportare Veicht anche solo per due minuti, il tempo dei saluti, mi mandava in bestia. Grazie al cielo non c'è proprio.

Aspetto che sia lei a venire da me con il suo "seguito" di vampiri, poi la saluto con un caloroso abbraccio e le do due baci sulla guancia. Sono sempre stata affettuosa, ma penso che sia una caratteristica della nostra famiglia.

Alzo lo sguardo verso Michey, ma lo abbasso subito; è la prima volta che mi capita di vederlo così da vicino e devo dire che, a discapito dell'età che dimostra, sento di dovergli un certo rispetto. La sua aura potente e magnetica mi mette una certa soggezione. Così ancora con gli occhi bassi mormoro un saluto.

«Buonasera.» La mia tonalità è bassa, ma so di per certo che tutti i presenti mi abbiano sentita, Ratri compresa.
«Buonasera Alanora, come state tu e la tua famiglia?»
Alzo la testa per guardare Michey. Lui inclina il capo e mi sorride benevolo mentre aspetta una mia risposta. Io dal canto mio sono agitata, sento le guance farsi rosse, ma cerco subito di darmi un tono.
«Molto bene grazie, mio... mio padre ti saluta.» Dico infine senza balbettare più di tanto. Lui mi sorride di nuovo e annuisce compiaciuto.

«Ciao Al.» Blazej mi saluta con un timido sorriso e non appena lo guardo vengo subito catturata dai suoi occhi blu che, anche al buio, sono luminosi. All'improvviso tutta la tensione che avevo sembra sciogliersi, mi sento un pochino più tranquilla e in un certo senso più felice ora che Blazej è qui.
Arrossisco come una bambina e mi sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«E-ehi.»

Di solito sono molto più loquace, ma dalla nostra ultima chiacchierata ho un po' di difficoltà a rapportarmi con lui. Se prima riuscivo comunque, nonostante avesse già iniziato a cambiare qualcosa dentro di me, a comportarmi in maniera schiva. Ora, invece, riesco a malapena a guardarlo in faccia che subito arrossisco come una deficiente.

La cosa che più di tutte mi disturba è che sia lui che suo fratello, in questo preciso istante, sanno con esattezza come mi sento. Il mio cuore batte troppo forte e anche se può passare per agitazione generale rispetto al fatto che sono di fronte a due vampiri centenari, sono più che certa che a nessuno dei due sia sfuggito il fatto che, queste palpitazioni, siano iniziate nel momento in cui mi ha salutata Blazej.

Maledizione, Al calmati!

Cerco di impormi a me stessa, ma è tutto inutile. Guardo Blazej con la coda dell'occhio e noto un sorrisetto, questa cosa mi fa innervosire: Lui lo sa, sa l'effetto che mi fa e che sia così palese non va bene, insomma potrebbe approfittarsene, no ?

«Dove diavolo è Veicht.» Esclama Michey mentre fissa il suo orologio da taschino e batte il piede a terra con impazienza.

Questa notizia fa galoppare il mio cuore, avrò sicuramente i battiti a duecento, speravo davvero che Veicht non venisse e ora non sono più tranquilla. Mi si mozza il fiato, ma è Ratri a rompere il silenzio e di conseguenza a distrarmi per un attimo dal mio tumulto.

Non ti lascerò cadere (Prima Stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora