Capitolo 24 Ricordi di un futuro passato

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RATRI

Corro a perdifiato lontano da quella casa come se la colpa di ciò che ho visto ricadesse su quelle mura, troppo strette per contenere il disagio che provo. Ho bisogno d'ossigeno, ma non lo trovo anche se sono all'aperto, anche se l'aria fredda mi sferza il viso io soffoco. La vista è uffuscata e sento la necessità di ritrovare la calma. Corro alla ricerca di un posto sicuro e le mie gambe, dopo un'incessante camminata, mi hanno portata alla spiaggia.

Cammino lungo la battigia respirando l'aria salmastra con la speranza che questo basti a rigenerarmi e distendermi i nervi.

Ma non basta affatto. Il panico che ho provato non scompare, tremo e non è il freddo, ma l'orribile ricordo di ciò che la mia mente ha prodotto.

Come può succedermi questo? Perché?

Inerme sotto il corpo di uno sconosciuto che abusa di me, la cui lingua fetida e impastata traccia linee vischiose lungo il mio collo. Potevo sentirne l'odore, la pungente colonia a nascondere il tanfo di sudore e di una bocca che par non essere stata lavata da mesi.

Le mani tozze che mi sfilavano il vestito e toccavano i seni esposti con gesti rozzi tanto da farmi male.

Sentivo la sua erezione sfregarmi contro il bacino, mentre con la bocca raggiungeva l'orecchio per sussurrare le oscenità che avrebbe voluto farmi.

Era così reale che ora ho la nausea al ricordo. Vorrei vomitare fuori tutto lo schifo e la paura provata, perché la paura che avevo la sentivo. Sentivo ogni mia emozione e come a un certo punto io mi sia annullata. Le lacrime cadevano dagli occhi e la mente era annebbiata, rassegnata che in quel luogo - un bosco - sarei stata violentata, fatta a pezzi nell'anima e che non mi sarei mai più ripresa.

Non ho avuto la forza di urlare e mi chiedo perché, perché sono rimasta lì? Poi ricordo un particolare: ero ferita alla tempia.

D'istinto porto la mano proprio su quella ferita che esiste davvero, la tocco, è reale e pulsa ancora.

Sei caduta...

Sì, Veicht mi ha fatta cadere e se mi sforzo quel ricordo esiste, ma annebbiato, molto meno vivido della visione che sembra essere invece realistica, successa.

Tutto ciò non ha senso e contribuisce solo a gettarmi in una nube di confusione. Nebbia grigia avvolge la mia mente, come nei miei incubi... Tutto succederà dentro a un bosco, lo stesso dei miei incubi?

C'è un collegamento? I miei sogni sono premonitori? Che cosa mi sta succedendo?

Queste visioni stanno diventando sempre più realistiche, sempre più forti e ogni volta che torno alla realtà ho difficoltà a riprendermi e questa volta anche a capire cosa è vero e cosa no.

Porto le mani alle tempie e tento ancora di ricordare la discussione con Veicht, so che c'è stata, ma non ricordo l'argomento.

Dovrei ricordarlo...

Eppure non è così. Cosa mi ha portato a cadere e come, tanto da farmi una ferita che ha necessitato dei punti, non riesco a trovarlo in nessun angolo della testa. Se razionalizzo, posso pensare che sia stato il trauma a farmelo dimenticare, ma cosa c'è di razionale in me? Una persona razionale - normale - non ha le visioni.

Fiamme alle guance e pulsazioni alle tempie, la mia testa sta per scoppiare. Il nausebondo odore del rapitore mi torna alla mente, è lui che mi ha colpita con qualcosa, immagini confuse si sovrappongono.

Mi ha adagiata in macchina, ero semi cosciente, mi ha rapita e portata in quel bosco.

Lo stomaco si attorciglia e la nausea si amplifica fino a farmi emettere conati a vuoto, espello solo saliva - inasprita da ricordi abominevoli - in eccesso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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Non ti lascerò cadere (Prima Stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora