Capitolo 3 L'intrusa

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VEICHT

È da un paio di giorni che i miei fratelli sono strani. È impercettibile, ma sento una lieve tensione ogni volta che entro in una stanza nella quale sono presenti anche loro.
Ho chiesto più volte a mio fratello Blazej se ci fosse qualcosa di cui mi dovessero parlare, ma ha sempre glissato il discorso asserendo che fossi paranoico.

"Io non sono mai paranoico!"

Sono una mente arguta e questi due hanno qualcosa da nascondere, ne sono certo. A volte vorrei avere il potere di Michey, leggere la mente e avere chiara la situazione, anche se chi ti circonda fa di tutto per nascondere le vere intenzioni.

Questa mattina, però, sono più strani del solito, mi fissano in continuazione come a scrutare e sondare il mio comportamento.

«Come va fratello? Parlo della tua sete.»

Michey di rado mi porge questa domanda, non ne ha bisogno, sa che se ho sete, quel tipo particolare, sono io che corro da lui a chiedere sangue "vero" e non quella schifezza animale.

Strizzo gli occhi per guardarlo meglio e cerco di capire il motivo di questo improvviso interessamento.

«Ho le cose sotto controllo, ma non ti nego che vorrei... ne vorrei di più.»

Sono sincero, ma lo dico anche per un tornaconto personale. Se gioco bene le mie carte, potrei ottenere una dose proprio questa mattina.

«Forse dovresti andare a caccia.»
«In pieno giorno?» Gli chiedo sorpreso.

Michey non vuole che cacciamo di giorno, non capisco proprio che cosa gli prenda oggi.

«Purchè tu rimanga nella parte a nord, sai che li è sicuro anche da occhi indiscreti. Non ti farà male un po' di sangue in più.»

«Quindi mi dai il permesso di andare a caccia? Una vera caccia in solitaria?»

Non ho ben afferrato il motivo di questo permesso "speciale", ma non me ne frega niente. Posso cacciare, cacciare davvero.
Di solito siamo molto civili o almeno è quello che Michey ci impone di fare.

Uccidere la preda sì, ma il resto deve avvenire in un secondo momento. Abbiamo una casa di caccia dove portiamo tutti gli animali che prendiamo durante la battuta ed è lì che avviene il dissanguamento; tutto il ricavato viene messo all'interno di botti e bottiglie che poi vengono spostate in casa.

In pratica Michey ci costringe a essere il più umani possibili anche in questo. A suo dire, è necessario bere sangue come se fosse vino.

"I gentiluomini fanno così."

Ripete in continuazione.

A volte faccio fatica a credere che non sia di questa epoca, eppure anche io dovrei essere morto e sepolto, ma Michey, in primis, non dovrebbe camminare su questa terra e il suo modo di fare e parlare a volte mi ricorda la sua provenienza e soprattutto la sua età. Il che mette inquietudine anche a un vampiro di centotredici anni.

«Sì, hai il mio permesso.» Mi conferma ed io non me lo faccio ripetere due volte, sparisco dalla stanza e mi dirigo nel bosco prima che cambi idea.

La parte a nord è quella meno prolifera di animali, ma è anche quella più lontana dalla città dove nessuno oserebbe mai avventurarsi.
Nessuno di intelligente almeno.

È una zona in cui non ci sono sentieri, per un essere umano è un'impresa ostica arrivare fin qui e non perdere l'orientamento o qualcos'altro. Ci sono rovi in ogni dove, tagliarsi è facile e attirerbbero la nostra attenzione e, soprattutto, scatenerebbero la mia sete. Meglio per loro che stiano a kilometri da qui.

Non ti lascerò cadere (Prima Stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora