RATRI
Mentre chiacchero con Pedro e mi godo il mio caffè, la porta si apre e quattro ragazzi caotici entrano nel pub. Salutano Pedro con fare caloroso e subito il locale si riempie del loro chiacchiericcio, poi vengono a sedersi sugli sgabelli davanti al bancone, proprio accanto a me.
«Ehi Pedro, siamo affamati, preparaci qualcosa!»
Ordina uno di loro in maniera confidenziale. Il ragazzo in questione ha lunghi capelli castani legati in un morbido codino alto. La sua pelle olivastra è messa in risalto da una maglietta verde militare. Al collo porta una collana che ha come pendente una foglia e ha una serie di piercing alle orecchie. Inoltre le sue braccia sono ricoperte di tatuaggi. È magro eppure definito ed è molto alto ripetto agli altri ragazzi del gruppo.
Pedro alza gli occhi al cielo, poi mi sorride e con un cenno della testa mi incoraggia a parlare con loro. Io annuisco, ma non riesco ad essere così sfacciata, anzi, ora mi sento un po' nervosa. In realtà non ho mai cantato in una band e, a dirla tutta, non ho nemmeno mai cantato davanti a un vero pubblico. Ero solita cantare alle rappresentazioni teatrali delle superiori o alle feste dei miei ormai ex amici, ma nulla di serio.
«Ehi, faccia nuova?»
La voce di uno dei ragazzi mi smuove dai miei pensieri. Osservo meglio chi mi ha posto la domanda. È un ragazzo basso dai capelli corti ramati. Una barbetta incolta gli riempie le guance piene, i suoi occhi marroncini e curiosi mi scrutano dalla testa ai piedi.
«Sì, mi sono appena trasferita, mi chiamo Ratri.»
Faccio per allungare la mano verso di lui, ma Pedro richiama l'attenzione dei ragazzi con un rumoroso colpo di tosse.
«La ragazza vorrebbe cantare.»
Mi agito sulla sedia e credo di essere diventata paonazza. Beh, ho imparato una cosa del proprietario di questo posto: ha davvero la lingua lunga!
Vorrei abbassare gli occhi dall'imbarazzo, ma mi costringo a non farlo, anzi, sostengo i loro sguardi. Se devo cantare con loro non voglio che mi scartino a prescindere e se mi mostro timida potrebbero pensare che io non abbia abbastanza fegato per stare sopra al palco e non è così!
Perciò sorrido e mi affretto a parlare.
«Sì, beh, sempre se non avete già trovato qualcun altro.»
I ragazzi si guardano l'uno con l'altro, poi quello con il codino mi squadra dalla testa ai piedi, alza le spalle per poi rivolgermi un sorrisetto di scherno.
«La paga è bassa e prima di decidere vogliamo vedere cosa sai fare.»
Immaginavo che servisse un'audizione o qualcosa del genere, perciò non ne rimango sorpresa e mi limito ad annuire.
I ragazzi mi fanno strada fino al palco, sistemano gli strumenti e infine mi mostrano una lista sulla quale ci sono scritte le tracce del loro repertorio abituale. Mi chiedono se ne conosco almeno una, siccome rispondo in modo affermativo, mi danno la possibilità di scegliere. Le conosco quasi tutte in verità, ma scelgo un mio cavallo di battaglia. Appena mostro la traccia che ho scelto, i quattro mi guardano straniti, soprattutto il chitarrista, ovvero quello con il codino.
«Livin' on a prayer? Sul serio? Vai sul difficile bambolina.»
So che non mi prende sul serio, forse sarà il mio abbigliamento, o forse ha paura che il suo orgoglio di maschio venga ferito da questa "bambolina", fatto sta che io ho cantato piu volte questa canzone e so cosa faccio. Sono certa che, alla fine della canzone, la smetterà di chiamarmi bambolina.
«Oh, beh, a me piacciono le sfide.» Dico con una semplice alzata di spalle. I giovani continuano a guardarmi increduli e con espressioni di indifferenza mentre finiscono di sistemarsi.
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Non ti lascerò cadere (Prima Stesura)
FantasyUna discendenza, un potere sconosciuto e una profezia. Una ragazza all'apparenza del tutto normale e innocua, cela dentro di sé un potere straordinario in grado di mettere fine all'esistenza dei vampiri. Ignara di tutto ciò la sua vita la porta a vi...