MICHEY
Basito dalla richiesta resto a bocca aperta. È piuttosto imbarazzante che mia nipote s'intrometta nel mio futuro. Ma senza una buona dose di pratica e studio, dubito sia in grado di vedere effettivamente qualcosa in quelle carte. Perciò, assecondo questa sua voglia di "giocare" - perché di questo si tratterebbe, un gioco - e accetto.
Mi irrita essere trattato alla stregua di un balocco, ma se questa è l'unica maniera per avvicinarci... essia.
Ci accomodiamo alla scrivania uno di fronte all'altra. Sposto i vari oggetti che vi sono disposti sopra, tra cui un abatjour e i miei taccuini che ripongo nel cassetto, e le lascio tutto lo spazio per la sua presunta divinazione. Ammetto di essere in parte divertito, ricordo che Elizabeta non ha mai voluto leggermele, asseriva che il suo futuro era legato al mio e non voleva avere anticipazione, voleva godersi ogni momento con stupore come ogni persona normale. Se solo avesse saputo - e sospetto lo sapesse - che non sarebbe stato affatto così.
Ratri mescola ancora le carte, sembra venirle naturale il movimento, per poi smezzare il mazzo e girare la prima carta: la morte. Una carta piuttosto positiva a dispetto di quanto si possa pensare, banalmente indica il cambiamento. Il nome non le rende giustizia.
C'è solo una carta che non deve uscire, è terribile e indica la catastrofe e quella carta è:
«Oh cazzo!» Esclama inorridita.
«Scusami per l'esclamazione, Michey, ma non pensavo sarebbe uscita la torre...» la volta per mostrarmela.Neanche io! A nulla sono serviti gli scongiuri, maledizione!
Quale altro catastrofico evento mi attende? Un cambiamento e una disgrazia e Ratri non potrà darmi le risposte che cerco, non ne ha le competenze.
Reca ancora in mano quella carta, ma prima che possa posarla accanto all'altra, viene colta da un forte tremore. Percepisco uno sbalzo termico in lei e un'accelerazione preccupante del cuore. Ho il terrore che le possa esplodalere nel petto a causa degli incessanti e velocizzati colpi.
La vedo alzarsi con il respiro ridotto, affaticato. Indietreggia volge la testa verso l'alto alla ricerca di aria.
Colto dal panico, impreparato a questo risvolto e impotente di fronte alla sua sofferenza, m'irrigidisco. Il pallore sul suo viso è così evidente che mi riporta alla mente la morte di Elizabeta.
Non posso vedere mia nipote morirmi davanti agli occhi.
Mi alzo di scatto e le vado vicino, pronto a intervenire in qualsiasi maniera.
«Ratri!» La chiamo, ma non risponde. Poi i suoi occhi incrociano i miei, la sclera, solo quella è presente: ha una visione, ma ciò che sta vedendo deve essere qualcosa di spaventoso per ridurla in questo stato.
Contrario a tutti i principi vigenti in questa casa, decido di infrangere la regola e usare i miei poteri su di lei.
Devo sapere.
Le immagini scorrono veloci e poco chiare, sono cupe e tumultuose, ma fra tutte una è sinistra e, purtroppo, imprevista: le mostra l'aggressione subita.
Mi chiedo come sia possibile dato che Veicht le ha cancellato quel ricordo.
Ed è proprio con l'immagine di lui che la tira fuori dall'auto, che la visione si interrompe. Gli occhi della ragazzo tornano alla normalità, tuttavia esprimono terrore.
«Va tutto bene.»
Provo a calmarla, ma è in evidente stato di shock.
«Io non... io... ho solo bisogno di un po' d'aria, s-scusa» incespica e indietreggia, ancora e ancora fino a raggiungere la porta dello studio. La apre e corre fuori, ma nel farlo si scontra con chi stava scendendo le scale e quel qualcuno è Veicht.
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Non ti lascerò cadere (Prima Stesura)
FantasyUna discendenza, un potere sconosciuto e una profezia. Una ragazza all'apparenza del tutto normale e innocua, cela dentro di sé un potere straordinario in grado di mettere fine all'esistenza dei vampiri. Ignara di tutto ciò la sua vita la porta a vi...