ALANORA
Grazie al cielo le lezione del mattino sono finite. Non ne potevo più, odio dover stare ad ascoltare questi vecchi babbioni che mi spiegano come utilizzare al meglio le proprietà delle radici e delle bacche.
Ne so più io di tutti loro messi insieme. Mi consola il fatto che tra qualche settimana inizierà il laboratorio dove potrò dare libero sfogo alle mie capacità. Sono sempre stata la numero uno del mio corso e per ovvie ragioni, chi meglio di me può rendere davvero curativa una combinazione di erbe?
Esco dall'aula e mando un messaggio a Ratri per sapere se è ancora in ateneo, ma mi risponde nell'immediato che è già tornata a casa accompagnata da... Blazej.
Un groviglio allo stomaco mi pervade quando leggo quel messaggio. Non capisco cosa me ne dovrebbe importare, eppure sento quella sensazione come se fossi... sì, come se fossi gelosa.
Oh andiamo vivono insieme è normale che la riporti a casa.Tuttavia il fastidio non scompare anzi, inizio a mordere le mie unghie e mi sforzo di non pensarci e non fare domande. Ci mancherebbe solo che il mio neo interesse per Blazej venisse notato da tutti.
Uff
Sbuffo infastidita mentre cammino verso la caffetteria. In realtà mi è passata la fame, ma ho bisogno di un caffè per affrontare le lezioni pomeridiane.
Mentre cammino lungo il corridoio noto appoggiato con nonchalance al muro quel bastardo malefico. Mi sale la rabbia a pensare alle parole che ha detto sta mattina Ratri e, in un impeto di rabbia, accelero il passo per poi urlare:
«Ehi, tu!»
Alza con lentezza il viso nella mia direzione e, non appena mi vede, un ghigno fastidioso gli appare sul viso. Incrocia le braccia al petto e si stacca dal muro.
«Guarda, guarda chi ha il coraggio di urlarmi contro, hai preso una delle tue pozioni magiche, strega?»
Ignoro il suo commento sarcastico e gli punto addirittura un dito contro.
Devo essere proprio impazzita.«Cosa hai fatto sta mattina a Ratri?»
Mi guarda sorpreso, fissa il mio dito e alza gli occhi al cielo.
«Va bene, Alanora, sei proprio tanto coraggiosa, ora però, da brava, vattene!»
Non me ne andrò finché non sono sicura che non le ha fatto del male, o che non abbia qualche strana idea per la testa.
«Se tu la tocchi anche solo con un dito... »
«Che farai rossa? Mi lanci addosso qualche erbetta curativa? Per esperienza personale mia piccola ficcanaso, ti dico una cosa: non puoi minacciare se hai già le spalle al muro.»
Lo guardo confusa con un cipiglio alzato.
«Io non... »
Non faccio in tempo a finire la frase che mi ritrovo con la schiena e la testa schiaffate contro il muro. Sbatto le palpebre e dalla mia bocca fuoriesce un lamento soffocato a causa del dolore che provo non solo per la botta, ma anche perchè Veicht continua a premermi con insistenza contro la parete. Se continua così sfonderà il muro oltre che la mia spina dorsale.«Stavi per dire qualcosa?» Mi canzona, ma non molla la presa anzi, stringe una mano intorno alla mia gola. Il freddo m'invade, si insinua sulla mia pelle e mi mette I brividi. Paura e freddo ora sono una cosa sola. Il respiro si fa corto emetto solo un flebile rantolo e subito dopo tossisco.
«Che c'è? Hai esaurito il coraggio?»
«Lasc...» riesco a dire a malapena e poi tossisco di nuovo. Il vampiro sospira prima di lasciare andare la presa. Scivolo con la schiena contro il muro fino a sedermi e continuo a tossire senza tregua.
Per un attimo ho creduto davvero che mi uccidesse proprio qui, in un luogo pubblico, ma anche per uno come lui sarebbe una mossa stupida.
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Non ti lascerò cadere (Prima Stesura)
FantasyUna discendenza, un potere sconosciuto e una profezia. Una ragazza all'apparenza del tutto normale e innocua, cela dentro di sé un potere straordinario in grado di mettere fine all'esistenza dei vampiri. Ignara di tutto ciò la sua vita la porta a vi...