⚠️ Il capitolo può contenere scene sensibili.
VEICHT
Abbandonata la via del fiume e proseguendo verso est tra la fitta boscaglia, finalmente giungiamo a destinazione. Certo, avremmo potuto prendere un'auto e percorrere la strada che porta al paesino, ma secondo Michey attraversare i boschi era la soluzione migliore per evitare spiacevoli incontri.
Non ero mai stato qui prima d'ora, nonostante io sappia con assoluta certezza che Michey qualche volta è tornato in madre patria. Non ha mai fatto mistero dei suoi viaggi in Romania, anche se questi non erano frequenti e non ho mai capito il motivo di tale attaccamento verso discendenti di con i quali, ormai, di sangue in comune ce n'è ben poco.
Mentre seguo in silenzio i miei fratelli, noto che molte persone al nostro passaggio si rifiugiano nelle case e si apprestano a serrare porte e finestre.
Una bellissima accoglienza.
«Michey, le persone qui ti conoscono, giusto?»
Annuisce con un suono che sembra più un ringhio di fastidio più che un'affermazione.
«E allora come mai si comportano così?» Chiedo dopo aver visto ben due anziani farsi il segno della croce dopo aver incontrato il mio sguardo.
Dio, ma non lo sanno che è una stupida diceria?
Michey indossa una collana che proviene dal periodo Tudor, ed è un enorme crocifisso che definirlo pacchiano è un eufemismo, ma se fosse vera la leggenda, sarebbe arso vivo secoli fa.
«Hanno paura, e m'incolpano per ciò che sta per succedere. Non posso biasimarli, ma è inevitabile.»
«Loro sanno...»
«Loro sanno già tutto.» taglia corto Michey.Io non faccio ulteriori domande, anche perché si dirige a passo spedito verso una delle case presenti nel borgo. Presumo sia la dimora della famosa discendente.
Michey riesce a entrare senza alcun tipo di problema, ma io e Blazej abbiamo bisogno di essere invitati. Purtroppo questa leggenda è invece vera.
Pochi secondi dopo un uomo sulla quarantina ci porge il consenso a entrare, seppur con riluttanza. Potrebbe assomigliare in tutto e per tutto a Michey, se non fosse per gli occhi. Quelli di quest'uomo sono neri, talmente scuri che l'occhio umano non saprebbe distinguere l'iride dalla pupilla.
È incredibile cosa faccia la genetica, a distanza di non so quanti secoli è nato un uomo che potrebbe essere il gemello del suo trisavoro.
Entrati in casa, ci troviamo subito nel salotto. Questo è accogliente con le pareti dipinte di un giallo ocre. Arredamento in legno e su ogni tavolo o console è posto sopra un centrino. Insomma una classica e piccola casetta di campagna dallo stile un po'antiquato, ma tutto sommato gradevole.
Un suono alquanto fastidioso richiama la mia attenzione: è un vagito. I miei occhi si spostano sul divano, dove una donna dai lunghi capelli scuri, tiene in braccio una cosina piccola, piccola, una neonata.
E quell'affaretto lì un giorno ci distruggerà tutti, eh?
Beh, per ora è solo una creaturina bisognosa di aiuto, poi si vedrà...
Anche la donna alza lo sguardo e, con i suoi grandi occhi penetranti, mi scruta con estrema cura e poi sorride. Si alza, sistema la fascia dove tiene ben stretta a sé la piccoletta e infine viene verso di me.
«Piacere di conoscerti, Veicht, io sono Anįta.»
Mi porge la mano che, dopo un attimo di smarrimento, la stringo anche io. Non le chiedo come faccia a sapere il mio nome, perché le ipotesi sono tante. Michey potrebbe aver parlato di noi fratelli, oppure lei ha visto...
È pur sempre una sorta di strega anche lei, no?
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Non ti lascerò cadere (Prima Stesura)
FantasyUna discendenza, un potere sconosciuto e una profezia. Una ragazza all'apparenza del tutto normale e innocua, cela dentro di sé un potere straordinario in grado di mettere fine all'esistenza dei vampiri. Ignara di tutto ciò la sua vita la porta a vi...