Capitolo 12 Chiarimenti (parte seconda)

584 102 741
                                    

ALANORA

La tavola calda in questione è molto piccola e poco frequentata. Un piccolo ristoro a metà strada tra l'università e il centro. Le temperature non si sono ancora abbassate, quindi possiamo pranzare nei tavolini all'aperto.

Per fortuna, a parte noi due, ci sono solo altre quattro o cinque persone e hanno quasi finito di mangiare, perciò io e mio padre possiamo intavolare il discorso in tutta tranquillità. Come ho detto non ho molta fame, ma decido di ordinare comunque qualcosa, prima che mi arrivi il terzo grado da genitore apprensivo quale a volte è Daniel.

«Allora?» gli chiedo con le braccia incrociate a dimostrazione della mia impazienza.
«Ok, da dove comincio...»
«Dall'inizio!»
«Ehi signorina, va bene che hai tutti i diritti di essere arrabbiata, ma modera i toni.»

Anche se il suo tono è sempre caldo e morbido anche nel brontolarmi, questa volta abbasso gli occhi. Forse sto esagerando me ne rendo conto.

Si schiarisce la voce e solo allora riporto i miei occhi su di lui.

«Conobbi Michey in una situazione spiacevole. Mi salvò la vita dall'attacco di un altro vampiro e così venni a conoscenza del suo segreto.»

Ha subito tutta la mia attenzione, è riuscito con una sola frase ad accendere la mia curiosità.

«Davvero? Cosa successe?»

«Beh, Al... non ne vado molto fiero in realtà, ma quella sera ero a una festicciola ed ero... uhm... piuttosto brillo.»  Si sfrega le mani e inizia a spostare lo sguardo a destra e sinistra, cosa che sottolinea il suo imbarazzo. Sono sincera, sentire le bravate giovanili di mio padre mi fa sorridere.

È sempre strano per un figlio immaginare un genitore da ragazzo, allo stesso modo credo che per lui sia difficile parlami come a un suo pari e raccontare delle feste, delle ubriacature o degli sbagli commessi quando era mio coetaneo.

Lo vedo prendere  il bicchiere colmo d'acqua e berne un lungo sorso prima di continuare.

«Un vampiro, non so chi e sinceramente nemmeno me lo chiesi, si trovava alla festa che organizzavamo ogni fine anno accademico. In buona sostanza mi allontanai da mio gruppo di amici e questo tizio mi ha seguito e attaccato. Ci mancò davvero poco che mi... beh, prosciugasse per usare il termine adatto. Ma, quando credevo che tutto fosse  perduto, dal nulla spuntò Michey. Non so come, dato che ero piuttosto stordito, riuscì a cacciarlo, ma subito dopo svenni.»

Continuo ad ascoltarlo, ma quando racconta di essere quasi stato ucciso da un vampiro afferro i lati del tavolo con forza e i miei occhi e la bocca si spalancano senza che io ne abbia il controllo. Saperlo in pericolo di vita anche se ormai è un ricordo lontano mi mette una certa angoscia.

«Quando riaprii gli occhi mi trovavo in una specie di rifugio. Era il covo segreto di Michey, un posto dove poteva essere se stesso lontano da occhi indiscreti. Capii subito che il ragazzino a modo, che spesso vedevo girare per i corridoi e alle lezioni eccelleva in ogni materia, era anch'egli un vampiro.»

Nel frattempo arrivano i nostri piatti e mio padre si ammutolisce per tutto il tempo in cui il cameriere rimane a portata di vista e di udito. Assicuratori che sia tornato all'interno del ristorante riprende il suo racconto da dove lo aveva interrotto.

«Quella sera parlammo a lungo. Lui mi confesso di aver sempre saputo la mia vera natura mentre io, come un fesso, ignoravo la sua. Ma lui mi aveva salvato la vita, quindi iniziai a pensare che tutto quello che sapevo dei vampiri forse era una bugia, o meglio, non dovevo fare di tutta l'erba un fascio.»

«Ed è per questo che sei in debito?» Gli chiedo mentre inforco quattro o cinque pemnette dal mio piatto.

«Primo non sono in debito e secondo no, fammi finire.»

Non ti lascerò cadere (Prima Stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora