Presente
Guardo attonito la donna davanti a me e non capisco in che forma sia qui.
È un fantasma?
Non credevo ne avrei mai visto uno e in tutta onestà non immaginavo esistessero. Ci sono tante cose che nella mia vita precedente non pensavo possibili, eppure io sono qui in carne e ossa, perciò se esistono i vampiri non vedo perché non possano esistere anche i fantasmi.
«Aniţa, tu... che ci fai qui?»
La ragazza mi sorride e alza un sopracciglio.
«Potrei farti la stessa domanda, ma avevo previsto di trovarti qui prima o poi.»
Sono sempre più confuso. Mi avvicino cauto e alzo le mani per toccarla, ma desisto dal farlo, perciò le abbasso e scuoto la testa.
«Sei un fantasma?»
Arriccia il naso in una smorfia che spesso ho visto fare anche a Ratri, è incredibile cosa possa fare il legame di sangue. D'istinto sorrido, ma subito torno serio.
«Non proprio, ehm, è complicato» asserisce gesticolando «Poco prima di morire ho pronunciato un incantesimo che legasse la mia anima a un ricordo di Ratri. Non ero sicura funzionasse in verità, tuttavia eccomi qui.» allarga le braccia a mostrarsi in tutta la sua essenza e sorride. Ma nei suoi occhi noto un velo di tristezza.
«Ma lei ti ha mai vista?»
Scuote la testa e il suo sorriso scompare. Volge lo sguardo verso la figlia e a quel punto che si intristisce.
«No, non mi faccio vedere. Non è il momento. Forse un giorno... quando saprà tutto...»
Anche io mi volto verso Ratri, è ancora lì, preda di questo incubo, che piange inghiottita dalla nebbia.
«Perchè sta facendo questo incubo?»
Anița sospira. Una smorfia di dolore le si dipinge sul volto e le rovina quell'aura di eterea perfezione, che è solita avere uno spirito benigno. Non che ne abbia mai visto uno certo, ma nella letteratura angeli o spiriti benevoli sono descritti come perfetti e lei lo è. Se ci credessi, potrei affermare che lei sia in tutto e per tutto un angelo.
E io il demonio che l'ha uccisa.
«Inconsciamente sa che in questo luogo è successo qualcosa di brutto e la sua mente lo rappresenta così.
È triste, avrei preferito avesse un ricordo più felice, ma non posso far nulla a riguardo. Soffre e io, vorrei... ma non posso.»Il suo dolore è quasi tangibile. Osserva sua figlia con un amore tale da scaldare anche il cuore più gelido. La ama, si percepisce, eppure questo amore lei non potrà mai darglielo, non nella vita quotidiana.
«Dovresti.» Provo a suggerirle, ma ricevo un segno di negazione in risposta.
«E dirle cosa? Ciao sono la mamma? No, non sono io sua madre... non per lei. Credi che io non soffra a vedere mia figlia piangere per qualcuno che non c'è più, ma quel qualcuno non sono io?»
È straziante vederla così persino per me. Ancora di più se penso che avrei potuto fare qualcosa invece che lasciarmi sopraffare dalla sete.
Mi passo una mano tra i capelli e sfodera una delle smorfie più costernate che mi riescano, perché è la verità, sono addolorato e mi sento in colpa.«Anita mi dispiace... forse avrei dovuto trovare una soluzione migliore, convincerti a ...»
«Non avrei accettato e, Veicht, non mi hai uccisa tu. Sarei morta comunque. Smettila di colpevolizzarti, te ne prego.»
Mi rivolge un sorriso benevolo e appoggia la sua mano sulla mia spalla. Questa donna, che nemmeno mi conosce, sembra provare per me una sorta di empatia che mi conforta, ma allo stesso tempo mi getta in un pozzo di vergogna.
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Non ti lascerò cadere (Prima Stesura)
FantasyUna discendenza, un potere sconosciuto e una profezia. Una ragazza all'apparenza del tutto normale e innocua, cela dentro di sé un potere straordinario in grado di mettere fine all'esistenza dei vampiri. Ignara di tutto ciò la sua vita la porta a vi...