Capitolo 16 Flashback (parte 4)

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Ed ecco un nuovo problema. Non bastava Casa che stava tentando di far suicidare mio fratello in quel maledettissimo vortice, ora ci si mettevano anche quei maledettissimi uomini pesce.
Il rumore che avevo sentito proveniva dall'ascensore, si era fermato al nostro piano ed era stato aperto forzatamente da "qualcuno" all'interno che probabilmente aveva molta voglia di uscire e poca di aspettare che le porte si aprissero automaticamente.
Dall'ascensore uscirono i miei genitori in versione pesci mutanti.
Okay, adesso ci scherzo, ma in quel momento ero abbastanza nel panico.
Federico era ancora bloccato dalla corda e manovrato da casa, in giro non c'erano oggetti con cui difendermi, l'unica cosa che mi rimaneva da fare era tentare di spingere quegli esseri dentro il vortice nello sgabuzzino.
Ma come fare?
Intato i tentacoli che quei pesci schifosi avevano al posto delle gambe, li stavano facendo procedere verso di me.
Quella che credevo fosse una femmina mi raggiunse per prima.
Erano molto lenti, così lenti che riuscii a spostarmi dietro di loro prima che le loro mani viscide mi prendessero.
Già prima lo avevo notato, ma ora che ci ero dietro vedevo ancora di più che, nell'acqua rinchiusa in quella specie di cilindro dietro al collo dell'essere, ogni tanto comparivano bollicine.
Quella doveva essere la loro fonte di vita, perché gli serviva per respirare fuori dall'acqua.
Decisi di provare a toglierlo. Saltai addosso a quello più basso, il pesce maschio. Gli afferrai la peluria sopra la testa, che, un tempo, erano capelli, e tirai con forza per tenermi aggrappata al suo corpo viscido. Il pesce cacció un urlo straziato che mi fece sobbalzare. Con la mano libera cercai di togliere il cilindro di vetro con l'acqua, ma qusto non sembrava voler venire via. Mentre cercavo di capire a cosa fosse legato qualcosa mi colpì forte al fianco facendomi staccare dall'uomo pesce facendomi volare di qualche metro.
A quanto pare la morosa del pesce era gelosa che noi stessimo così vicini. E la gelosia non è mai una bella cosa. Me la ritrovai addosso prima che potessi rialzarmi.
Con i suoi lunghi tentacoli mi immobilizzò gambe e braccia, poi spalancó la bocca così tanto che non era possibile per un essere umano e mi vomitò addosso qualcosa di trasparente e viscido che, purtroppo, non era acqua.
Quella sostanza puzzava di zolfo e di roba bruciata.
Piano piano mi resi conto che la mia pelle la stava, gradualmente assorbendo.
Cercai di divincolarmi, ma i tentacoli della donna erano più forti di me. Quel poco di sostanza che già circolava nel mio sangue iniziava a bruciare.
Credo di aver gridato e forse avevo anche pianto, ma non ricordo bene, è offuscata questa parte nella mia mente, provavilemnte perché la sostanza trasparente aveva iniziato a penetrare anche nella gabbia toracica offuscandomi i ricordi.
Sta di fatto che mi ritrovai seduta contro un muro che cercavo di togliermi quella schifezza dal corpo. Più avanti Federico mi aveva raccontato come avevo fatto a liberarmi.
Avevo colto l'attimo in cui, il marito del pesce sopra di me, si era avvicinato distraendola.
Ero riuscita a togliere una mano da sotto al suo tentacolo e avevo liberato la seconda. Poi avevo strizzato come si fa con i panni bagnati prima di stenderli, il tentacolo dell'essere e in seguito l'avevo morso così forte che gli avevo staccato un pezzo di "pelle" verdognola che mi era finito senza volerlo in gola.
Questi, urlando, aveva indietreggiando scendendo da sopra di me e io, vomitando per il pezzo di mostro che avevo appena ingoiato, mi ero spostata verso un muro dove mi stavo togliendo quella viscida sostanza di dosso.
Quando finii quella operazione guardai nello sgabuzzino. Casa stava battendo le mani quindi ora Federico era libero. Spostai gli occhi dalle sue mani alla corda e... Mio fratello non c'era più.
Pensai che Casa fosse riuscito a farlo cadere nel vortice, ma saltai subito questa opzione quando sentí gridare uno di quegli essere e a seguire la sottile voce di Federico dire -Cri, c'è una specie di pulsante a lato del collo per toglierlo- era sulla schiena del pesce maschio e teneva in mano il suo cilindro di vetro per respirare.
La figura sotto di lui si dimenó per qualche secondo, cercando di sbatterlo a terra, ma dopo poco fu questa a cadere, emettendo suoni rauchi come se avesse il raffreddore. Federico scese dal corpo in fin di vita e, con il cilindro d'acqua, corse verso di me.
-tieni- mi disse porgendomi ciò che aveva in mano.
Sapevo cosa voleva fare, voleva andare dal secondo pesce per riservagli lo stesso trattamento del primo, ma io avevo un'idea migliore.
Lo fermai per un braccio e mi appoggiai a lui per alzarmi.
Andai verso il ripostiglio senza smettere di fissare le due figure. La donna ora era chima sul corpo ormai senza vita del marito, per ora erano innoqui.
-ehi pesce- urlai una volta dentro lo sgabuzzino cercando di attirare l'attenzione della figura -lo vuoi?- dissi sventolando in aria l'oggetto che serviva per non far morire il marito. Mi accorsi di avere la sua attenzione.
-vieni a prenderlo- continuai.
I suoi tentacoli si mossero lentamente spostando il suo corpo deforme verso di me. Quando eravamo a distanza di un metro lanciai l'oggetto alle mie spalle facendolo cadere al centro del vortice nero.
La donna pesce aumentó la velocità e con un grido si gettó nel vortice alla ricerca del cilindro.
Quando fui certa che tutto il suo corpo era stato risucchiato andai da quello del marito.
-fede aiutami- dissi mente lo tiravo per un braccio.
Mio fratello venne a darmi una mano e insieme riuscimmo a gettare il cadavere all'interno del vortice.
Dopo pochi secondi il buco nero all'interno dello sgabuzzino sparì lasciando al suo posto una porta rossa.
Avevamo finalmente finito.
Casa batte le mani.
-complimenti, mi stavo annoiando a vedervi affrontare le vostre paure, e poi... Tuo fratello ne aveva un milione, ci sarebbero voluti anni prima che riusciste a far comparire il vortice, così ho deciso di anticiparlo, soprattutto perché gli uomini pesce stavamo arrivando e vi avrebbero ammazzato entrambi se non ci fosse stato il vortice. Avete visto come uccidono? Il loro viscido vomito viene assorbito da vostra pelle che piano piano trasforma tutto il sangue nel vostro corpo in acqua, facendovi morire annegati, ma all'asciutto. Che amorini. Adesso potete andare, avete terminato questa porta e vi siete guadagnati la libertà- il sorriso di Casa non era affatto rassicurante. Sperai fosse vero, sperai che fosse tutto finito.
-peró voglio darvi un consiglio: quando sarete nel corridoio...- fece un sorrisetto furbo -...pensate- terminò la frase che non aveva molto senso e, poi, tenendo le mani nelle tasche dei pantaloni, di diresse piano verso le scale.
Sparì dalla mia vista e decisi che era il moneto di uscire da quell'edificio.
Misi la mano sul pomello della porta ma fede mi fermó tirandomi per la maglia.
Sapevo che non era ancora finta.
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SPAZIO AUTRICE:
Cavolo era tantissimo che non pubblicavo, scusate per l'assenza, adesso dovrei essere più presente visto che ho finito tutto a scuola.
Grazie a tutti quelli che mi sono rimasti fedeli ❤️❤️
Ora vado
Ciaoo ❤️
~Linda

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