-lei sarebbe?- domandai al signore anziano con il grembiule sporco.
-sono William Granters, il capo cuoco della signora Margareth Dovans-
-cosa ha fatto oggi? E in particolare dove si trovava alle 17:30 di questo pomeriggio? Risponda a entrambe le domande la prego- ero in piedi e avevo fatto sedere loro per poterli guardare dall'alto e non dal basso.
-oggi sono stato in cucina a cucinare, come ogni altro giorno. Dovevo fare gli straordinari perché ieri Devan, il mio aiuto cuoco, è scivolato e si è rotto un braccio e ora è al pronto soccorso. Verso le 17 mi sono reso conto che mancava il filetto per questa sera e così sono andato dal macellaio che si trova a una mezz'ora da qui a prendere la carne. Lui lo può confermare, sono rimasto la fino alle 18 e poi sono tornato a casa. Stavo ancora cucinando il filetto quando quei due sono entrati e mi hanno strappato dalle padelle adesso starà bruciando tutto- mi rispose in modo scocciato e l'ultima frase quasi la urló. Era incredibile l'insiensibilita di quell'uomo nei confronti della signora Margareth.
-da quanto lavora per la signora?- domandai incalzante.
William ci dovette pensare un secondo prima di rispondere -docici anni-
-e in questi dodici anni i suoi rapporti con la signora erano buoni o un po tesi?-
-non avevo molto modo di parlare con la signora, se non durante i pasti per chiederle se desiderava una seconda porzione o dell'altro vino-
-molto bene, basta con le domande, qualcuno può confermare il suo alibi?- che domanda sciocca, era andato dal macellaio, era ovvio che qualcuno potesse confermalo.
-certo, se andate nel negozio "Solo Carne" Gin vi confermerà tutto-
feci un segno con la testa verso l'ispettore ce mando subito uno dei suoi agenti a controllare.
Ora che egli stava correndo verso il contadino per verificare la validità dell'alibi del cuoco potevo passare alla seconda persona, quella seduta al centro.-il suo nome?- domandai senza un attimo pausa.
-sono Michael Dovans, figlio primogenito di Margareth-
Stavo per domandargli perché avesse il cognome della madre, ma poi ricordai che in Inghilterra la moglie, dopo il matrimonio prendeva il cognome del marito.
-cos'ho fatto oggi? Stava per chiedermi questo? Come potete anche solo sospettare di me? Sono suo figlio, non oserei mai fare un matricidio- se anche fosse stato addolorato dalla disgrazia capitatagli non lo dava in nessun modo a vedere.
-interroghiamo tutti senza alcuna distinzione, in questo momento voi tutti per me siete colpevoli, pian piano eliminerò dalla mia lista le persone delle qualsi sono certa dell'innocenza, attualmente lei è ancora nella mia lista quindi risponda alle domande senza fare storie per cortesia-
Michael aveva la fronte aggrottata dalla rabbia ma duró giusto qualche secondo -molto bene... Allora faccia queste domande-
Ribollivo dalla rabbia ma mi costrinsi a calmarmi -dov'è stato oggi e cos'ha fatto?-
-sono uscito con gli amici, in carrozza... Abbiamo fatto un giro in centro, poi volevamo andare a casa di un mio amico dove avremmo festeggiato il suo compleanno, ma mentre ci stavamo dirigendo là la carrozza è stata fermata dalla polizia che mi ha costretto a tornare a casa...- probabilmente si rese conto che stava un usando poco tatto nei confronti di sua madre e che poteva essere per questo ancora più sospettato, così continuò dicendo -inizialmente ero scocciato, ma quando mi hanno raccontato quello che era successo alla mia povera madre...- si asciugo una "lacrima", io non avevo visto nulla scendere dai suoi occhi, eppure lui se li era asciugati...
Questo mi fece ripiegare immediatamente su di lui portandolo in cima alla lista, ma arrivare subito alle concolusioni era pericoloso.
-abbiamo finito con l'interrogatorio? Vorrei andare in camera a piangere il lutto-
"Si... Certo. Pensi ti creda?" mi ritrovai a pensare. Stavo prendendo una strada troppo pericolosa, non dovevo concentrarmi solo su di lui... Ma dopo tutto un movente lo avrebbe avuto. Poteva volere l'eredità.... Basta dovevo fermarmi o avrei finito per rovinare tutto. Forse interrogare il terzo sospettato mi avrebbe aiutata a togliermelo dalla testa.
-si abbiamo finito ma tu non uscirai da questa stanza. Ispettore, verifica il suo alibi, intanto... Tocca a lei signoria--molto bene... Lei chi sarebbe?- domandai alla donna difronte a me che mi fissava con aria da cucciolo bastonato.
-i...io s... Ehm... Ero la governate della signora, mi aveva assunta solo un anno fa, ma avevo instaurato un rapporto particolare con lei. Vede sonorina io sono molto giovane, ho diciannove anni, e sono orfana, mio padre morì in un incidente d'auto un mese prima della mia nascita e mia madre...- aveva la voce spezzata dal pianto, quasi mi faceva tenerezza, ma è necessario che detective rimanga imparziale e distaccato per poter giudicare in modo giusto.
La donna riprese dopo essersi asciugata le lacrime con il dorso della mano -lasciamo stare mia madre era una donnaccia che mi gettó in quell'orfanotrofio appena si stanco di me. La signora Margareth era diventata la mia nuova madre, mi aveva presa in custodia ed ero diventata la sua governante personale, solo io potevo sistemare le sue cose, solo io potevo rifare il suo letto o cucire i suoi abiti, non lasciava avvicinare nessun'altro perché di me si fidava ciecamente e io... Io l'ho delusa- inizió a tremare e strinse le balze della sua gonna tra i pugni mentre gocce salate le scendevano dagli occhi in continuazione.
-perché delusa?- domandai facendole alzare lo sguardo.
-perché... O...oggi era il mio giorno libero, sarei dovuta rimanere con lei tutti i giorni della settimana, era il minimo che potessi fare... Insomma... Lei mi aveva salvata dalla strada, era egoistico anche solo pensare ad un giorno libero, eppure Margareth aveva insistito e io ero stata così debole da accettare e l'assassino ha avuto la prontezza di agire propio oggi, che non c'ero io a vegliare su di lei- il trucco le stava imbrattando la faccia.
-ha detto che oggi è stato il suo giorno libero...cos'ha fatto durante tutta la giornata?- continuai con le domande ignorando la sua disperazione.
-sono stata al parco della Venere, tutti i lunedì mi reco in quel luogo, mi siedo sempre su una panchina rossa sotto a un albero di magnolia e con affianco un piccolo torrente e lì aspetto che arrivi l'unico amico che ho al di fuori di questa casa...- la ragazza era visibilmente imbarazzata.
-chi sarebbe questo amico?-
-ha... Un nome molto strano... Ma.. È c... Così b... Bello-
-il nome- mi stavo innervosendo, nemmeno io sapevo il perché.
La ragazza mi guardó con un espressione che non seppi decifrare ne tantomeno spiegare e pronunció la parola fatale.
-Home-
Un nuovo colpo al cuore... Se mi dessero un euro per ogni colpo al cuore che ho avuto da quando sono entrata in questo incubo sarei ormai milionaria.
Home... Casa. Quell'essere schifoso sbucava fuori sempre nel momento peggiore.
-ispettore mandi immediatamente qualcuno a trovare questo Home e fatelo portare qui. Siete ancora qui?- domandai vedendo che non nessuno muoveva un muscolo, forse non capivano il perché della mia reazione, oppure non capivano in motivo di portarlo lì, ma sul momento ero troppo in agitazione -MUOVETEVI- continuai urlando.
-qu... Quindi è stata con Ca... Ehm... Con Home al parco fino ad adesso?- balbettai. Avevo bisogno di una pausa. Quel mostro... Non poteva suscitarmi tutti quei sentimenti in una volta sola.
Paura, nervoso, rabbia e... Gioia? Perche gioivo all'idea di rivederlo? Aveva ucciso Eli e anche Lousie e molto provavilemnte non erano le sole a essere morte in quel gioco del cavolo organizzato da lui... Eppure la governate aveva ragione... Era così bello.
Scacciai quei pensieri e mi resi conto di non aver ancora domandato il nome della governate. Attesi la sua risposta prima prima di farle una seconda domanda, o sarei sembrata troppo in confusione.
-esatto, i poliziotti sono venui a prendermi al parco poco fa-
-Lucas, c'era qualcuno oltre alla signorina al parco della Venere?-
Fu la donna a rispondermi -no, Home era andato via giusto un minuto prima che arrivassero i poliziotti-
-ti aveva detto qualcosa di... Di strano?-
La donna ci pensó un attimo, ma non ebbe tempo di rispondere che la porta si spalancó.
-può chiederglielo di persona signorina- diresse uno dei poliziotti entrando dalla porta trascinandosi dietro un ragazzo che sembrava trama mente a suo agio -lo abbiamo trovato che girava avanti e indietro sul marciapiede difronte alla villa della signora Margareth-
Era lui! Un altro colpo al cuore. Feci un passo indietro senza quasi accorgermene e sbattei contro mio fratello, ma non mi voltai nemmeno per chiedegli scusa tanto ero concentrata a tenere a bada la voglia di saltargli addosso e strozzarlo.
Mi fece un occhiolino che associato al suo sorriso perverso facevano un accoppiata niente male. La mano destra era infilata nella tasca dei pantaloni che sollevavava di poco la giacca blu -ci rincontriamo Cristina-
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SPAZIO AUTRICE:
Scusate il terribile ritardo :)
Allora... Ho una cosa importante da dirvi.
Venerdì parto per andare in Inghilterra, là non avrò internet quindi per due settimane non potrò pubblicare.
Quindi se vedere che non pubblico per ben due settimane sapete il perché :)
Per questo capitolo niente domanda perché non ho idea di quale farvi ^.^' potrei chiedervi adesso che c'è stato l'interrogatorio chi pensate sia il colpevole, ma nah... Lo richiederò più avanti :)
Una cosa importante ho modificato l'età di alcuni personaggi, più precisamente dei Margareth e della governante.
Margareth perché volevo fare che aveva avuto Michael da molto giovane, mentre la governante perché nella mia testa era una ragazzina e inoltre dovevo adattarla all'età di Casa (idea che mi è venuta solo dopo ^.^')
Ora vi saluto ❤️
Ciaooo ci è siamo tra un bel po :(
~Linda
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La casa maledetta
Mystery / ThrillerUna porta. Una casa. Una terribile realtà. Cristina si trova catapultata in un mondo che avrebbe preferito non incontrare mai. Insieme ad altre persone strappate alle loro vite, vengono abbandonati in una casa che sembra non avere fine. È un gioco...