Capitolo 30 Tutto finisce

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Cosa vidi? Sul principio niente, tenevo gli occhi chiusi per paura di ciò che avrei potuto ritrovarmi di fronte. Dovevo aprirli, lo sapevo. Era pericoloso rimanere immobile all'interno di una stanza della casa. Tastai alla cieca timorosa di ciò che avrei potuto scoprire. Non appena il mio polpastrello ottenne ciò che più desiderava, ovvero un contatto diretto con ciò che sembrava un oggetto morbido e peloso (alla faccia dei doppi sensi), si ritrasse con disgusto. Tentai allora di percepire un qualche movimento, bisbiglio o rantolo disperato che mi confermasse ciò che iniziavo a temere, ma alle mie orecchie non giungeva nessun rumore sopra citato. Feci mente locale. Dei cinque sensi a me a disposizione due erano stati già sperimentati, uno era momentaneamente non possibile da utilizzare e i restanti due non mi avrebbero aiutata. Non mi sarei messa a leccare il morbido oggetto peloso sotto di me, né ad odorarlo. Quindi o mi decidevo ad aprire gli occhi, o mi facevo sbranare da un nuovo mostro di Casa. Era molto probabile che la prima azione avesse come conseguenza la seconda, ma cercai di accantonare quel pensiero tetro in un angolo buio della mia mente.
Tutte le volte che avevo spalancato una porta del corridoio non potevo sapere cosa mi stava attendendo all'interno, questa era l'occasione per testare se la teoria del pensiero era vera, eppure mi sentivo ancora più insicura delle volte precedenti. Perché? Perché prima di ruotare la maniglia avevo chiuso gli occhi e svuotato la mia mente da ogni pensiero. Mi ci era voluto un po', ma valeva la pena tentare. Insomma, se Casa creava le stanze in base a ciò che ci frullava nella testa, se non avessimo pensato a nulla dove ci avrebbe mandato? Potevo facilmente trovare risposta a questa domanda aprendo gli occhi. Sì, era giunto il momento. Ammetto che oltre all'ansia, ero anche un po' curiosa di scoprire se il mio trucchetto era servito a qualcosa e di capire su che essere mostruoso ero seduta. Respirai profondamente e sollevai le palpebre alla stessa velocità e perfettamente sincronizzate all'aria calda che usciva dalle mie narici nel momento dell'espirazione. Mi ci volle un millesimo di secondo per capire dove mi trovavo. Non potei far a meno di sorridere, poi il sorriso divenne una risata e la risata una danza stupida. Non avevo ancora sconfitto Casa, ma quella potevo considerala una vittoria, un punto a mio favore! Ero di nuovo nella sala d'attesa, il luogo dove tutto era iniziato. Mi resi conto che mi trovavo affianco al cassettone di legno dove tutti si erano materializzati e che, in realtà, il tappeto di peli sul quale ero seduta era un vero tappeto! Mi alzai e dopo un giro di controllo della piccola sala d'attesa mi sedetti a uno dei tavolini. Ci poggiai sopra il quaderno che mi aveva dato Lucas e presi la penna. Avevo ragionato molto su cosa ne avrei fatto di quel quaderno che sembrava non volersi staccare dalle mie braccia. Avevo deciso che, come futura insegnante di italiano (se la mia vita avesse seguito la linea temporale prestabilita da qualche entità superiore) avrei realizzato una sorta di opera letteraria mediocre nella quale narravo le mie peripezie all'interno di questo maledettissimo luogo.
Poggiai la penna sulla prima pagina quadrettata e iniziai a muoverla creando lettere arrotondate tipiche della mia calligrafia.
"Prologo
Mi presento, mi chiamo Cristina, Cri per gli amici..."
La mia mano si muoveva da sola, quasi non dovevo pensare, mi rendevo conto di sbagliare un paio di verbi ogni tanto, considerando che io sono effettivamente ancora all'interno della casa e mi sentivo strana a parlare al passato. Ho fatto momenti di pausa per evitare che mi andasse in cancrena la mano, mi sono sgranchita le gambe, ho ricontrollato gli scritti rileggendoli da capo nei momenti morti. Non so quanto ci abbia messo per giungere fino a questo punto visto che qui dentro non esiste lo scorrere del tempo. Probabilmente devo essere rimasta china su questi fogli a riempire i quadretti di lettere che formavano parole, che divenivano periodi, riempiendo le pagine di scritti azzurri, iniziando e terminando capitoli ora chiudendoli definitivamente con frasi ad effetto ora con suspence, per ore, o addirittura giorni. Ma ora sono giunta al capitolo finale: il trentesimo, cifra tonda. È assolutamente un numero casuale (anche se ammetto che ho cercato di trovarci un significato nascosto), ma è sempre stato il mio preferito. Che voglia significare qualcosa? Non posso saperlo. Come non posso sapere se questo lavoro servirà mai a qualcuno.
Se tu mio caro lettore hai avuto il tempo e la pazienza di leggere fino a questo punto adesso probabilmente saprai cosa ti aspetta quando un fumo viola ti costringerà a separarti dai tuoi compagni, chi è a capo di questo gioco, conoscerai le regole nascoste, quelle che non vanno assolutamente infrante e cosa è disposto a fare Casa purché esse vengano rispettate.
Non so cosa adesso mi capiterà, ma inizio a temere che non mi rimanga molto tempo. L'unica mia speranza è quella di essere stata utile a qualcuno.
Ma vedete cari lettori, per quanto miseri e grossolani, questi scritti formano comunque un libro e ho tutte le intenzioni di lasciarvi con un'ultima sorpresa.
C'è una cosa che ancora non vi ho rivelato, l'ho tenuto nascosto per potervelo scrivere nell'ultimo capitolo, per concludere in bellezza. È da un po' che me ne sono resa conto e spesso ho parlato dell'argomento, senza però approfondirlo, lo tenevo come sorpresina finale, come regalo di addio, sperando di lasciarvi per l'ultima volta con la bocca aperta.
Perché non ho mai sofferto la fame nonostante non abbia toccato cibo durante tutta la mia permanenza nella casa? E da bere? Non ne ho mai avuta l'esigenza. Uguale per il dormire. Me lo sono imposto una volta nel corridoio, ma per il resto non ho mai percepito segni di stanchezza. E allora mi sono posta la seguente domanda: che sia morta?.

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SPAZIO AUTRICE:
Cari lettori,
Scrivo questa lettera per informarvi che questo è effettivamente l'ultimo capitolo della storia. So che non vi piacerà come idea, non piace nemmeno a me, ma non sapevo come continuarla visto che Cristina ora abbandona il quaderno nella sala d'attesa. Vi aspettavate una grande prova finale? Risposte alle domande? Scontri epici? Amori? Una Lustina (Lucas + Cristina)? Beh... Li avreteeeeee!!!! (La Lustina forse no!) Vi stavo prendendo in girooooooh! Non farei mai finire la storia alla quale lavoro da più di un anno in questo modo! Piccolo spoiler: ci saranno in altra decina di capitoli all'incirca. Sollevati? Felici? Tristi? Volete uccidermi?
Sfogatevi nei commenti, ditemene di tutti i colori per avervi fatto prendere uno spavento del genere, ma non riuscivo a resistere ahaha
Vorrei vedere le vostre facce 😂😂
Intanto vi saluto, spero che il capitolo vi sia piaciuto 💕
Alla prossima 😊
~Linda

La casa maledettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora