Capitolo 19 Diamo inizio alle indagini!

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Aspettate un secondo. Parlava davvero con me quando ha detto "signorina Holmes"?
E parlava sul serio con mio fratello quando invece lo ha chiamato "signorino Watson"?
Dovevo avere la faccia con una espressione oltre lo stupito perché feci allarmare l'uomo dai piccoli baffi.
-tutto bene signorina?- mi domandó cortesemente.
-oh si... Ehmm... Tutto... Tutto bene, posso farle una domanda?- chiesi a disagio e passandomi le mani continuamente sul vestito come per lisciarlo, ma lisciare tutte quelle balze non ce l'avrebbe fatta nemmeno un ferro da stiro enorme.
-sa che sono sempre a sua disposizione signorina- l'uomo si chinó leggermente verso di me pronto ad ascoltare la mia domanda. Mai si sarebbe immaginato che sarebbe stata una domanda così stupida.
-chi sarei io scusi?!-
La fronte del l'uomo difronte a me divenne piena di tante piccole rughe. Aprì e riciuse la bocca senza emettere nessun suono, solo nei mugognii soffocati in gola prima che potessero trasformarsi in parole. Lo avevo veramente sconvolto.
Quando riuscì a ricomporsi un po mi rispose -Ehmm... Lei signorina è Cristina Holmes, figlia defunto detective Sherlock Holmes mentre lui...- continuó anticipando la mia domanda -... È il signorino Federico Watson, figlio di John Watson e di Mary Morstan-
Okay, avevo bisogno di qualche secondo per riprendermi. Io figlia del famosissimo Sherlock Holmes? Avevo letto tutti i libri di Conan Doyle, avevo visto tutti i film su di lui ed era in assoluto il mio personaggio preferito.
Per un attimo, presa dall'eccitazione dimenticai che mi trovavo in una porta della casa e, ovviamente, scordai di nuovo la prima regola. Ma queste persone sembravano così per bene e simpatiche.
-Mi perdoni la domanda schiocca, ma l'alzeimer precoce mi ha colpita, lei chi sarebbe?-
-alzheimer? Che diavoleria sarebbe mai questa?- mi ricordi il periodo in cui erano ambientati tutti i libri di doyle. L'alzeimer non era una malattia conosciuta allora.
-lasci stare, un nuovo estratto di un batterio poco conosciuto sul quale sto lavorando- mi ero sentita così potente a dire quella frase senza un minimo di senso per me.
-eccellente, è un bene che menti giovani come la sua si dilettino in materie così importanti come la scienza. Comunque io sono l'ispettore Lestrade di Scotland Yard, a suo completo servizio signorina- si tolse il cappello a bombetta e si chinó di novanta gradi.
-comunque...- ripresi voltandomi verso il cadavere con fare da detective. Ci stavo davvero prendendo la mano, era così eccitante -abbiamo qui una donna morta, siamo stati i primi a vedere il corpo io è mio frate... Ehmm... Io e il mio collega?- domandai senza smettere di osservare la donna.
-si signorina, io è il mio amico Lucas, qui siamo arrivati adesso-
Molto interessante. Mi avvicinai ancora di più al cadavere facendo attenzione a non contaminare le prove toccando da qualche parte. Avevo visto abbastanza telefilm polizieschi da sapere che la validità di una prova poteva essere compromessa dalle impronte digitali della scientifica o di chiunque altro.
Misi il naso il più vicino posiabile alla bocca semi-aperta della donna.
-veleno- dissi dopo aver annusato per bene -esculderei subito la morte naturale, l'odore di mandorle amare che proviene dalla sua bocca è creato solo dal cianuro. Ora sta a noi cercare di aprire come lo ha ingerito. Signor Lestrade, faccia fare un autopsia completa del corpo per verificare la mia teoria e intanto veda se ci sono tracce di veleno sui vestiti o su qualunque altra parte, inoltre, voglio sapere l'ora precisa del decesso, io, intanto, mi informeró per vedere di trovare l'assassino- tutta quella frase detta senza respirare mi aveva fatto finire l'aria.
-certo signorina, Lucas raduna la tua squadra e fate ciò che la signorina Holmes ha ordinato-
Lucas uscì e dopo poco tornó con a seguito cinque persone.
Analizzarono il cadavere e fecero delle cose strane e che non potevo capire, ma continuai a fissarli affascinata.
Ci volle più di un ora, certo che con le tecnologie d'oggi ci avrebbero messo molto meno tempo, ma dovevo ricordare il periodo in cui mi trovavo.
Quando il lavoro della squadra di scenziati stava per giungere al termine mio fratello mi tiró da parte - vai forte Cri- mi disse -però ricordati che siamo in una stanza dobbiamo pesare ad uscire, al caso ci penserà l'ispettore-
-sei stato troppo poco tempo dentro questo maledetto posto, Fede. Per uscire da questa stanza dobbiamo risolvere il mistero- gli feci un sorriso e tornai al mio posto vicino a Lestrade.
Quando la squadra ebbe finalmente terminato Lucas venne da me con in mano alcuni fogli che provvedete subito a leggere -la vittima è la signora Margareth Dovans, 59 anni, vedova con un figlio. La morte è avvenuta per avvelenamento, alcune, piccole, particelle di cianuro sono entrate in circolo nel suo sangue uccidendola nel giro di quindici minuti. L'ora del decesso si aggira attorno alle 17:30 di questo pomeriggio-
-Feder... Signorino Watson che ore sono adesso- mio fratello estrasse dal taschino del gilet l'orologio oro, lo aprì e lesse l'orario -19:30- disse sicuro.
Due ore. Poteva essere successo di tutto in due ore.
Mi voltai verso l'ispettore -voglio sapere ci era presente in casa tra...- dovevo dire due orari, ma volevo spaziare molto, giusto per essere sicura di beccare il colpevole, così dissi -voglio sapere chi era presente in casa in tutta la giornata di oggi, anche chi ha fatto solo un salto per un saluto, lo voglio in questa stanza nel giro di pochi minuti- era incredibile come tutti si muovessero appena aprivo bocca. Per ora stava andando tutto bene, speravo solo di riuscire a procedere in quel modo.
Ci volero soltanto una decina di minuti prima che nella stanza rientrasse Lestrade che scortava tre persone.
Il primo era un uomo sulla quarantina, alto e affascinante nonostante l'età. Era vestito quasi come mio fratello, ad eccezione che il gilet dell'uomo era nero.
Il secondo uomo era più anziano, le rughe attorno agli occhi erano molto accentuate, eppure gli occhi sembravano ancora abbastanza giovani, poteva avere cinquant'anni. Aveva i capelli grigi incollati alla fronte imperniata di sudore, era gobbo e indossava un grembiule che un tempo doveva essere stato bianco, ma che ora era ricoperto da ogni tipo di salsa e cibo.
L'ultima persona era una donna. Poteva avere vent'anni, era abbastanza carina con dei lunghi capelli biondi acconciati in morbidi boccoli.
Indossava anche lei un grbiule, ma il suo era pulito e in mano reggeva una scopa piccolina, di quelle a mano, e una paletta.
Tutti e tre si posizionarono in fila, uno affianco all'altro difronte a me.
Potevo dare inizio all'interrogatorio.
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SPAZIO AUTRICE:
Salve cari lettori ❤️
Come procedono le vacanze?
Che ne dite di questo capitolo?
Domanda di oggi: Così, a prima vista, chi è secondo voi il colpevole?
Bacioni 😘
~Linda

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