Capitolo 3 Le regole

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Nel giro di qualche ora, forse, arrivarono altre tre persone: Mariagrazia, una bella donna, capelli marroni, occhi dello stesso colore e aveva 40 anni

Jasmine, 60 anni, scienziata di professione, capelli corti e portava strani occhiali sugli occhi.

Giovanni un ragazzo di 22 anni dai capelli nocciola e gli occhi verdi.

Per passare il tempo ognuno raccontò della sua vita e di quello che stava facendo prima di essere risucchiato in quello strano posto. Ogni persona che arrivava Roberto urlava la solita frase e la voce gli rispondeva sempre la solita cosa "mancano altri concorrenti"

A un certo punto le luci si spensero di nuovo e quando si riaccesero steso a terra c'era un ragazzo, vestito un tenuta da militare e con un mitra in mano e altre armi appese alla cintura di cuoio.

Mattia gli si avvicinò, allungó la mano per aiutarlo ad alzarsi, ma questi scatto in piedi e puntó il mitra contro ognuno di noi «BEWEGEN SICH NICHT! ODER VI SPARO UNA PALLOTTOLA NEL CERVELLO» urló «ma chi siete? Dove sono?»

Mattia gli fece segno di abbassare l'arma «rilassati... Da dove vieni?»

Il militare si mise in posizione di saluto portando la mando destra alla testa «soldato Albert della esercito tedesco... Heil Hitler»

Un brivido mi percorse tutto il corpo, come percorse quello di tutti i presenti, presi la piccola Eli e la spinsi dietro di me «posso... Posso chiederti in che anno siamo?» gli domandai.

«ma che domanda è... 1944» disse lui seccato da quella domanda sciocca.

«lasciando stare un attimo il fatto della data... Come fai a capirci?» gli chiese Giovanni

«ma come? state parlando tedesco è ovvio che vi capisco»rispose ancora più seccato

«ma sei tu che parli in italiano» aggiunse Louise

«che cosa?» il soldato stava dando in escandescenza

«come sei arrivato qui?» gli domandai interrompendo il brusio che si era creato nella sala d'attesa.

«ero sul campo quando nella terra comparse una porta rossa... Io... Io... Ero spaventato e speravo di poter scappare attraversandola, sul momento non ci ho nemmeno pensato a quanto fosse folle la comparsa di una porta dal nulla. Così mi ci sono buttato dentro e sono finito qui» fece una pausa «ma scusate... Qui dove?»

Gli raccontammo tutto e una volta finito un altra voce si aggiunse al nostro coro «tutti i concorrenti sono presenti, il gioco può incominciare. Ma prima mettiamo qualche regola: quando arriverete nel corridoio dovete sempre guardare avanti, chi si volterà morirá. Troverete delle porte, entrateci nell'ordine in cui ve le troverete davanti, se saltate una porta verrete puniti. Ogni porta contiene una piccola sorpresa, se riuscite a sopravvivere e riuscite a raggiungere la nuova porta attraversatela, se non lo farete verrete puniti. Aperta quella porta arriverete in un altro corridoio con un altra porta, con un altra sorpresa... Continuate così. Nelle stanze qualche volta troverete degli zaini con all'interno cose che potrebbero esservi utili o cose che potrebbero uccidervi, a voi la scelta... Le porte all'interno delle stanze a volte sono blindate, troverete la combinazione, o la chiave, o la soluzione dell'enigma nella stanza. Io vi osserverò e se infrangerete una qualunque regola vi punirò. Potete farmi tre domande a testa. Il vincitore dei giochi sarà colui che riuscirà a raggiungere e superare la prova finale. Buon divertimento»

Panico... Eravamo in 9 in tutto alcuni urlavano, altri piangevano, altri scalciavano nei muri alla ricerca di una via d'uscita, io mi limitavo a stringere Eli, a cullarla e a cercare di consolarla «staremo sempre vicine io e te così non ti accadrà nulla»

Passó qualche secondo e una nuvola blu passó attraverso una parete e invase la stanza.

Ognuno venne preso e trascinato verso il muro come quando erano stati inghiottiti dalla la porta, ma nessuno andava nello stesso punto, la Casa li stava dividendo.

Quando sentii quella forza prendere anche me strinsi forte Eli, ma anche lei venne presa e nonostante i mie sforzi sentivo che si stava staccando da me

«ELIIIIII» urlai mentre ormai l'unica cosa a contatto erano la punta delle dita

«CRIIIIII» disse piangendo la bellissima bambina.

Ci staccammo completamente e finimmo dentro al muro.

La casa maledettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora