Avevo i capogiri. Mi sedetti su uno dei vasi al centro del corridoio. Tutto attorno a me stava girando, le tempie pulsavano e lo stomaco era contorto su se stesso.
Non era possibile che anche mio fratello fosse richiuso in quel posto. Potevano darmi qualunque punizione, perché avevano scelto propio quella?
Però c'è una cosa che Casa non sa su di me. Il legame con mio fratello è qualcosa di speciale, se qualcuno osa sfiorare anche solo con un dito Federico deve sapere che dopo dovrà affrontare la mia furia. Io gli confido ogni cosa e lui fa lo stesso. Lo proteggo quando mamma lo sgrida e lui copre me quando non rispetto il coprifuoco (si, purtoppo ho genitori molto severi in fatto di regole).
Questa volta Casa ha commesso un gravissimo errore, anche se siamo divisi non permetteró a nessuna creatura demoniaca di toccare mio fratello.
Mi alzai di scatto. Ero arrabbiata, infuriata, furibonda e pronta a tutto.
Misi la mano sul pomello della porta "tranquillo fede, non permetterò a nessuno di farti del male" pensato questo ruotai il pomello su se stesso e la porta si aprì.
All'interno era buio, ma nonostante questo entrai e mi chiusi la porta alle spalle immergendomi nell'oscurità.
Tastai a caso tenendomi attaccata al muro. Percepii una base piatta e liscia, probabilmente un tavolo o una scrivani, torvai la sedia, la quale, al mio tocco, si spostó, segno che possedeva delle ruote. Continuai a tastare il muro alla ricerca dell'interruttore della luce.
Mentre camminavo sbattei con le gambe contro qualcosa. Toccai ovunque è sentii una piccola lampada poggiata su un altro tavolino, più basso del precedente. Con i polpastrelli percepii che era lo stesso modello della mia abajour quindi sapevo dove si trovava la cordicella e l'accesi senza problemi. Il buio scomparve sostituito da una debole luce.
Guardai la lampada che avevo appena acceso, non era solo simile alla mia lampada, era propio la mia lampada. Mi guadai intorno, vidi il mio letto, il mio armadio, le mie tende...
Mi trovavo nella mia stanza da letto.
Cacciai un grido di felicità e mi lanciai sul letto, il mio letto.
Il contatto con il cuscino aveva un effetto soporifero per me, però non potevo dormire, dovevo ricordarmi che quel posto non era la mia vera stanza, ma solo una delle tante porte della Casa e chissà cosa poteva essere nascosto nell'ombra.
Mi alzai e raggiunsi la porta, ero sicura fosse chiusa, ma tanto valeva tentare.
Appoggiai la mano sulla maniglia di ferro e l'abbassai. Con mia enorme sorpresa la porta di staccó dallo stipite.
La spalancai euforica. Uscì e raggiunsi il corridoio.
Corsi nella stanza dei miei genitori.
Aprì piano al porta e quando vidi che erano entrambi nel letto che dormivano mi misi a piangere.
Ero tornata, forse ero davvero tornata.
Gli saltai addosso svegliandoli immediatamente.
«Cri ma che fai?» mi domandó sorpresa mia mamma.
«mamma, papà che bello essere tornata a casa... Non potete nemmeno immaginare le cose terribili che ho passato» dissi tra le lacrime che stavano scendendo lungo le mie guance.
«ma di cosa parli Cri tornata da dove? Ma se ci siamo viste un paio di ore fa prima di venire a dormire...» disse mia mamma ancora più stupita.
Mio babbo si era rimesso a dormire fregandosene di me è di ciò che avevo da raccontare. Era sempre così amorevole...
«sono stata via tanto tempo, ho rischiato di morire... Basta non mi va di ripensarci, ora sono di nuovo a casa...»
Mi stringo nel suo abbraccio e affondo il naso nella sua pelle.
Alle narici mi giunge un odore strano.
«mamma...» inizio a dire confusa staccandomi lentamente -perché odori di...» mi blocco per cercare la parola adatta.
«di cosa tesoro?» domandó lei cercando di rimanere dolce come prima, ma qualcosa adesso era diverso... I suoi occhi avevano un luccichio dierso ora sembrava quasi spaventata.
Qui qualcosa puzzava, e non era certo la puzza emanata dalla pelle di mia mamma.
«sembra l'odore del mare... Di acqua salata...» mentre lo dico scivolo lentamente giù dal letto. Ma qualcosa mi ferma.
Il braccio destro di mia mamma (o di quella che sembrava mia mamma) si era trasformato in un tentacolo che ora era avvinghiato al mio polso.
Le guance dell'essere davanti a me si gonfiarono come quelle di un cricieto, poi le svuotó buttando fuori un liquido. Era acqua. Dalla bocca di quella che fino un secondo prima sembrava mia mamma ora usciva dell'acqua come da un rubinetto aperto. Dove lo trovasse all'interno del suo corpo tutto quel liquido non ne avevo idea.
Dopo poco sul suo collo comparvero dei fori lunghi. Delle branchie.
Il braccio ancora libero si trasformò in un secondo tentacolo e afferró una specie di recipiente a forma di U sotto al letto.
La riempì con l'acqua che usciva dalla sua bocca e se la mise dietro al collo, come uno di quei cuscinetti per il torcicollo, ma a lei, probabilmente, serviva per respirare.
Approfittai di un momento di distrazione mentre cercava di mettersi, con l'unica mano libera, quella strana brocca, per portare la mia mano, e quindi anche il suo tentacolo, al bordo del letto e picchiare sulla parte in legno sperano di farle almeno un po male. Evidentemente ero riuscita nel mio intento perché molló la presa cacciando un urlo.
Una volta libera corsi alla posta e attraversai il corridoio. Entrai in una stanza a caso e chi sui la porta a chiave. Quando sentì il meccanismo interno alla porta sigillarla allo stipite mi sentì più sicura e mi voltai per vedere in che stanza ero entrata.
C'era un letto con vicino un armadio e appese alle pareti tanti poster dei Greenday.
Era sicuramente la camera di mio fratello.
«Federico» dissi a basa voce.
Da sotto al letto strisció fuori mio fratello con circospezione.
«Cri»
«fede» le nostri voci si sovrapposero.
Eravamo vicini, ci stavamo vendendo dopo tanto tempo, eppure nessuno dei due fece un passo per andare ad abbracciare l'altro.
Fu mio fratello a rompere il silenzio «sei come loro?»
«in che senso?» gli domandai confusa.
«mamma e papà in realtà sono dei mostri acquatici, sei come loro?» disse spaventato.
«no fede, sono normale» risposi ora diffidente. Con Martina avevo imparato a non fidarmi di nessuna persona che incontravo nella Casa.
Ma a far crollare i miei dubbi per un attimo fu mio fratello che mi corse in contro e mi abbracció mettendosi a piangere.
Il dubbio tornó a farmi visita e, diffidente, lo staccai e chiesi «e tu? Sei come loro?»
«no Cri ti sembro come loro?» rispose tra le lacrime.
A questo punto cedetti, scoppiai a piangere e lo abbracciai.
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SPAZIO AUTRICE:
Ciaoo a tutti, scusate tanto il ritardo, ma la scuola non mi lascia un secondo di respiro.
Spero che questo capitolo, anche se corto vi sia piaciuto. Ho già iniziato ad abbozzare il capitolo 12, spero di riuscire a finirlo e postarlo tra mercoledì e giovedì...
Grazie mille a tutti in particolare modo a JennyKravenn e alliuu
Un bacione a tutti ❤️❤️❤️
~Linda
Ps: ho aggiornato perché avevo visto che c'erano molti errori :)
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La casa maledetta
Mistério / SuspenseUna porta. Una casa. Una terribile realtà. Cristina si trova catapultata in un mondo che avrebbe preferito non incontrare mai. Insieme ad altre persone strappate alle loro vite, vengono abbandonati in una casa che sembra non avere fine. È un gioco...