Capitolo 28 Sto forse impazzendo?

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Sì, la storia che avevo appena terminato di raccontare era stata terribile per tutti. Lucas ancora non riusciva a realizzare di essere solo un personaggio creato dall'arguta mente di Conan Doyle, mio fratello aveva sentito uscire dalla mia bocca solo alcuni dettagli frettolosi circa tutta quella vicenda durante l'attraversata del corridoio che ci aveva condotti a questa quarta porta e ora conosceva tutti i terribili dettagli delle mie "avventure"e anche me. Ripercorrere tutti gli eventi capitati fino a quel momento era stato difficile. Mi tastai il fianco dove serbavo ancora il ricordino del mostro nel corridoio pensando che presto sarebbe finita, che avrei sconfitto Casa e che avrei portato in salvo tutti i sopravvissuti di questo "gioco". Ma chi volevo prendere in giro. Ricordai a me stessa il mio nome: "sono Cristina Rossi, non certo Katniss Everdeen". Una cosa però era certa, ero molto testarda, tenace e con un tale senso della giustizia da poter diventare un ottimo politico, ero intenzionata (e lo sono tuttora) a sfruttare queste capacità al meglio per portare me e più persone possibili fuori da questa casa e se non ce la faró allora morirò sapendo di aver dato il massimo.
-Cri... Ti sei incantata- mio fratello interruppe i miei pensieri gloriosi.
-allora?- domandò impaziente. Cercai di riportare alla mente la discussione che aveva avuto inzio prima che mi perdessi nel mare di pensieri, invano.
Federico sbuffò -la nuova scoperta... Quella che stavi per darmi prima che Casa ci interrompesse e tutto questo casino si scatenasse... Stavi finalmente per dircelo, ma poi ti sei incantata-
Giusto... Maledettissima memoria corta!
-Ti spiego- rimisi in ordine le idee, tante cose da dire, troppi concetti da spiegare e dopo quasi mezz'ora di racconto avevo la gola secca e non avevo certamente voglia continuare a parlare, ma li avevo tenuti sulle spine per troppo tempo; era giunto il momento di rivelare la mia scoperta.
-Quando mi sono ritrovata per la prima volta del corridoio ho corso, così tanto che mi era venuta sete e dentro alla prima porta ho trovato del ghiaccio. La seconda volta sono stata colpita da quel mostro nel corridoio di cui vi parlavo prima, avevo bisogno di cure e varcata la soglia della seconda porta mi sono ritrovata nel Mercuriocormo. La terza volta volevo vederti, Federico, ed eccoti nella stanza e prima di entrare in questa porta stavamo ragionando sull'enigma postoci da Casa e siamo stati catapultati all'interno di un'enorme enigma da risolvere. Lo stesso è capitato con te, volevi mamma e papà e ti sei ritrovato nel nostro condominio su un mondo parallelo abitato da pesci assassini e anche per Eli-
Lo sguardo di mio fratello s'illuminò -"Quando sarete nel corridoio: pensate", l'indizio di Casa stava ad indicare una delle regole nascoste della casa. L'ultima cosa a cui pensi prima di entrare nella porta la ritroverai all'interno-.
Lo guardai soddisfatta, non ci vollero parole per fargli capire che aveva indovinato, bastò uno scambio di sguardi.
-Cri ci pensi? È un punto a nostro favore, prima di entrare nella prossima porta possiamo metterci d'accordo, pensare a qualcosa che ci potrebbe far comodo e poi tentare di sconfiggere casa dall'interno della stanza-.
Annuii poco convinta. Il suo ragionamento filava, ma chi poteva assicurarci che Casa non avrebbe comunque tentato di ostacolarci? Se ad esempio pensiamo ad un'uscita dalla casa potremmo trovarci davanti ad una porta con sopra in grande la scritta: "exit", ma come potevamo essere certi che quella porta ci avrebbe condotti a casa e non in un altro luogo maligno?
-Scusatemi un secondo- s'intromise Lucas -se tutto quello che dite è vero ci dovrà pur essere una specie di quartier generale dal quale questo Casa decide le stanze e controlla i vostri pensieri-. Fece una pausa pensoso poi con una smorfia aggiunse: -e poi come è possibile che vi legga nel pensiero?-
Quesiti ai quali non sapevo rispondere, ma l'idea del quartier generale era possibile, avrei dovuto farci un pensiero.
-Non ne ho idea- dissi per non lasciarlo senza risposta -adesso però è meglio se c'incamminiamo verso la prossima porta, intanto ragionate su cosa dovremmo pensare una volta raggiunta-.
M'incamminai verso il rettangolo di legno che si apriva su un lungo corridoio in penombra dalle pareti giallo spento quando mi accorsi di non essere seguita.
-Venite sì o no?- domandai spazientita.
Mio fratello si fece avanti titubante e passandomi affianco mi guardò dritta negli occhi e fu in quel momento che mi accorsi di una cosa: le sue pupille erano completamente nere. Rabbrividii e lui abbassò lo sguardo. Dovevo aver visto male, Federico aveva gli occhi azzurri... Non potevo rimanere con quel dubbio, così lo afferrai per il braccio sottile con l'intenzione di farlo voltare nuovamente verso di me con uno strattone, ma non riuscii a mantenere il contatto con la sua pelle per più di un secondo. Ritrassi la mano come quando tocchi qualcosa di bollente, ma in questo caso era l'esatto opposto. Federico era freddo come il ghiaccio. Guardai le mie dita. Erano diventate viola, come quando nevica e non hai i guanti. Portai le mani a coppa sulla bocca e alitai per riscaldarle.
-Cri va tutto bene?-
Sobbalzai con il respiro affannato. Mio fratello mi scrutava con dei bellissimi occhi azzurri, i suoi bellissimi occhi azzurri. Cos'era successo poco prima? Perché qualcosa doveva sempre andare storto?
-B-bene, v-a tutto bene. Sì- balbettai e Federico mi siete l'impressione di vile aggiungere qualcosa, ma venne interrotto.
-Io a dire la verità...- cosa c'era ancora? Guardai Lucas giocare teso con una penna trovata chissà dove. -...pensavo di non venire-
-D'accordo- dissi spingendo fuori dalla porta mio fratello facendo molta attenzione a toccare solo la maglietta mezza manica di Superman e non la pelle nuda delle braccia.
-Cri cosa fai, non vorrai mica lasciarlo lì dentro?- domandò Federico. O almeno... Quello che sembrava Federico. Forse Casa lo stava manovrando da qualche particolare monitor nel quartier generale. Sempre se esisteva quel quartier generale. In ogni caso se non mi potevo fidare di mio fratello non potevo di certo fidarmi di uno sconosciuto scovato per caso in una delle porte della Casa. Era meglio se non veniva.
Stavo per iniziare a percorrere il corridoio quando mi venne in mente una cosa. La porta ancora non si era chiusa, lo sapevo per certo, quindi potevo ancora voltarmi. Corsi nuovamente nella stanza sotto gli occhi stupiti del poliziotto e di mio fratello. Mi diressi verso la parete degli scaffali con i libri e iniziai a frugare freneticamente tra essi. L'ordinata stanza della defunta signora Margareth si stava trasformando nella camera di un sedicenne; libri sul pavimento, fogli che volavano, montagne di pezzi di carta macchiato d'inchiostro... E una pazza isterica che contribuiva a creare un pavimento di libri.
-Signorina Hol... Volevo dire Rossi. Mi scusi la domanda, posso sapere cosa sta facendo?- domandò timido Lucas.
Mi voltai verso di lui con un sorriso folle -Sai per caso dove posso trovare un quaderno vuoto?-.
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SPAZIO AUTRICE:
Ciao lettori cari. So che è passato quasi un mese dall'ultima pubblicazione, ma spero che continuiate a seguire la storia e che questo capitolo sia valso il tempo. Sono successe tante cosette Muahah. Vi sono piaciute?
Vi ringrazio tantissimo ancora.
Bacioni 💕
~Linda

IMPORTANTE:
Andate a leggere le storie delle vincitrici del concorso che ho organizzato tanto tempo fa (Pom Pon's Dragons): moonlightinbabilonia , ZeldaKiKKa e mirytop_2000 .
Graziee 💕🌸

La casa maledettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora