"... uccise la famiglia: sua moglie e i suoi due figli di uno e dieci anni e poi si sparò".
"Mathis, cambia canale per favore" sbuffò mia madre, facendomi alzare lo sguardo dal piatto "Non voglio sentire queste cose..." brontolò.
"Non posso mai guardare il telegiornale in questa casa" disse mio padre, inarcando le sopracciglia.
Cambiai canale, tornando a concentrarmi sulla fettina di vitello con contorno di piselli. Ecco l'ennesima cena in famiglia, nonché unico momento utilizzato per condividere idee, racconti e fatti accaduti con gli altri, in teoria. In pratica era un'occasione per guardare la televisione e per qualche domanda da interrogatorio.
"Come va la scuola?" chiese mia madre, facendo poi il boccone.
"Pauline, come pensi che gli sia andata? Lascialo respirare, è andata sicuramente bene" si immischiò mio padre, rispondendo al mio posto. Mi diede una gomitata al braccio: "Non è vero figliolo?".
"Certo..." risposi sorridendo, ma in realtà non mi piaceva quando dava tutto per scontato sul mio conto. Era vero che stava proseguendo tutto per il meglio. Le ultime verifiche e interrogazioni le stavo superando con bei voti e tra non molto ci sarebbe stato, finalmente l'esame finale per il quale dovevo ancora preparare una tesina, ma non mi sarebbe stato difficile. Gli insegnanti avevano sempre bei giudizi sul mio comportamento ed ero sempre più aperto nei confronti di Rosalie. Stavamo diventando amici, cosa che con una ragazza non mi era mai successa e proprio per quel motivo ne ero felice. Molte volte scherzavamo a lezione e nella pause capitava che andavamo insieme al bar oppure giocavamo alle parole crociate. A causa di quella mia apertura nei suo confronti e viceversa, molti altri miei compagni avevano iniziato a starmi più vicini, a parlarmi di loro e chiedermi di me. Insomma, dopo anni, stavo iniziando a instaurare un rapporto di confidenza con la classe: meglio tardi che mai.
Comunque, anche se tutto filava liscio, un genitore dovrebbe interessarsi che il figlio gli racconti cosa stia vivendo, ancora di più se fosse all'ultimo anno, durante il quale dovrebbero incoraggiarlo e dargli forza.
"Insomma, non avrai problemi per l'esame di fine anno" disse Pauline, ma mio padre la interruppe con un "ssshhh" e aggiunse, infastidito "Sto cercando di ascoltare la televisione".
Da quel momento si sentì solo il rumore dell'argenteria. Mia madre aveva il cellulare affianco al piatto e digitava messaggi con le dita. Ogni tanto infatti l'apparecchio vibrava, facendole arrivare la risposta della persona a cui scriveva. Era una donna giovane, con appena trentotto anni. Nacqui quando lei ne aveva venti e non fui uno sbaglio. Mio padre aveva dieci anni in più e voleva un figlio, così, viste anche le loro possibilità economiche, mi ebbero. Lui lavorava nel management, ossia nella direzione aziendale e si occupava di investimenti finanziari. Incontrò mio nonno, direttore di un'azienda di cosmetici, ad un Meeting e conobbe la figlia. Si sposarono l'anno dopo, quando mia madre aveva la mia età e fui concepito l'anno dopo. Tutto troppo alla svelta per i miei gusti, ma si trovarono entrambi bene anche con un figlio, visto che ero sempre con la Tata. Si chiamava Rose e mi ricordavo avesse i capelli lunghi e biondi con gli occhi scuri. Da quello che mi raccontarono i miei quando fui più grande era una personcina allegra, dolce e attiva. Stava facendo l'Università quando mi affidarono a lei, così poté pagarsi gli studi. Un po' avevo voglia di rivederla per chiederle cosa mi piaceva, come mi comportavo, con cosa giocavamo e come mi faceva ridere. Insomma, da quanto possa ricordare, la mia vita non era cambiata da com'era in quell'anno dei miei diciotto anni. Sono stato un bambino precoce: non essendoci quasi mai i miei genitori, mio padre con il suo lavoro e mia madre avendo ereditato quello di mio nonno che morì quando avevo appena due anni, crebbi più velocemente rispetto agli altri miei coetanei. Eppure non mi lamentai mai perché era tutto "normale", non pretesi di avere più attenzioni, anche se le desideravo in quel momento e in ogni attimo da lì a questa parte.
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Blue Eyes
RomanceMathis Gautier e Sebastien Moreau. Due ragazzi completamente differenti, ma d'accordo su una cosa: L'amore non fa per loro. La bella Parigi, dolce, romantica e sensuale, li porterà a conoscersi cambiando per sempre le loro vite.