Ero quasi sicuro che avrei trovato entrambi i miei genitori, dato che era Sabato e, di solito, nel week end sporadicamente lavoravano. La voce di mia madre mi rispose e io mi feci riconoscere con un semplice: "Sono io". Di solito portavo sempre le chiavi di casa, ma proprio il giorno prima me le dimenticai sulla scrivania della mia stanza. Percorremmo le scale e ci ritrovammo davanti alla porta d'ingresso aperta. Adele corse verso di noi, cercando di salirmi in braccio avvinghiandosi alla mia gamba, così mi piegai per salutarla ad abbaiò felice, scodinzolando entusiasta. Non facemmo nemmeno due passi all'interno che mia madre spuntò all'improvviso davanti a noi e, chiamando il mio nome in senso di sollievo, mi abbracciò più forte di quanto non avesse mai fatto: "Ero preoccupata, mi dispiace per tuo padre... pensavo non saresti più tornato" strinse la presa, sinceramente rassicurata dal vedermi e io le accarezzai la schiena in segno di conforto. Si sciolse dall'abbraccio e asciugò gli occhi più che lucidi: "Io sono Pauline, la mamma di Mathis" rivolse la mano a Sebastien "Sono felice di conoscerti".
Lui gliela strinse, facendo un sorriso: "Sebastien... è un piacere".
"Grazie per aver ospitato mio figlio" gli parlò, avendo ancora stretta la sua mano.
"Nel momento del bisogno questo e altro".
Lei allontanò la mano dalla sua e gliela mise dietro la spalla: "Prego, accomodati. Tra non molto arriverà mio marito" poi sussurrò "...e lì saranno dolori".
Una volta appesi i nostri abiti più pesanti all'ingresso, ci sedemmo intorno al tavolo, dove Pauline portò dei biscotti fatti in casa: "Non li faccio spesso, ma spero siano buoni". Trovò posto davanti a noi e, in un rigoroso silenzio, iniziammo tutti a mangiare. Il rumore sotto i denti mi metteva a disagio, non sentendo alcun suono oltre a quello, dato che Adele si era accucciata sotto il tavolo, poi Sebastien parlò: "Sono ottimi, signora".
La donna si mise la mano sulla guancia e sorrise: "Sii sincero... sono un po'..." pensava al termine adatto.
"Troppo croccanti?" azzardai.
"No... non quello..." si grattò la nuca come per fare uscire a forza la parola che cercava.
"Insipidi" suggerì il biondo e mia madre lo indicò d'un tratto: "Ecco. Proprio questa parola cercavo".
"La prossima volta potrebbe provare ad aggiungere più latte, usando anche l'estratto di vaniglia" affermò lasciandomi confuso. Non pensavo se ne intendesse di cucina o, nello specifico, di dolci, ma poteva essere che avesse solo nozioni teoriche insegnategli da qualche suo parente.
"Hai ragione, grazie per la dritta Sebastien" disse mia madre, probabilmente vogliosa di rifare la ricetta, includendo quei consigli. Gli rivolse lo sguardo: "Comunque... cambiando argomento" mi sorrise e riguardò lui "Me lo sentivo che mio figlio fosse innamorato di te e la cosa ormai è palese".
Mi voltai a lato per non far trapelare il brivido di imbarazzo che mi prese sentendo quella affermazione, non perché non fosse vera, ma perché pronunciata da mia madre.
"Adesso devo sapere che intenzioni hai tu. Per carità, alla vostra età le persone si prendono e si lasciano, quindi potreste sentire dei sentimenti momentanei, ma questi sono comunque importanti e devo saperli se volete il mio appoggio" concluse seria.
"Mamma non è facile dire certe cose... così lo metti a disagio" accorsi, ma lui mi sfiorò il braccio: "Ha ragione Mathis, è giusto che le spieghi le mie intenzioni".
La guardò fisso; sembrava che non provasse alcun tipo di imbarazzo e che fosse talmente convinto delle sue azioni da non permettere nemmeno ad un goccio di timidezza di bloccarlo: "Per capire cosa sia l'amore ci vuole molto tempo e altrettanto per rendersi conto che lo si prova... quindi non posso affermare che, in questo momento, io ami suo figlio, ma lo rispetto per quello che è e stare con lui mi ha dato la forza di provare ad essere migliore... anzi, adesso sono migliore ed è stato grazie a lui, alla sua amicizia" mi guardò e gli sorrisi intimidito. Feci scivolare la mano sotto il tavolo e quando incontrai la sua la strinsi, così lui ricambiò il sorriso e concluse: "Sono certo che adesso ho bisogno di lui, quanto lui ne ha di me e vorrei essere talmente fortunato di passare tutta la vita in sua compagnia".
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Blue Eyes
RomanceMathis Gautier e Sebastien Moreau. Due ragazzi completamente differenti, ma d'accordo su una cosa: L'amore non fa per loro. La bella Parigi, dolce, romantica e sensuale, li porterà a conoscersi cambiando per sempre le loro vite.