Sentivo il lenzuolo coprirmi le caviglie, la morbidezza del cuscino e un gran mal di testa, nonché un irrefrenabile voglia di andare al bagno. Aprii gli occhi, convinto di vedere Adele seduta davanti al letto che mi pregava, come al solito, di portarla fuori, ma vidi un viso. Non riconobbi subito di chi fosse, così mi strofinai gli occhi e una voce esclamò: "Non quando in casa ci sono io".
Mi apprestai a spalancare gli occhi e riconobbi Charlotte che mi guardava dall'alto, stranita e schifata. Ero talmente confuso che pensai di sognare, poi scosse la testa e guardò vicino a me: "Antoine! Hai sentito cosa ho detto? Non puoi fare sesso quando ci sono io nell'altra stanza, che orrore!".
Mi misi velocemente seduto, vedendo che, in effetti, sdraiato accanto a me c'era Antoine con gli occhi ancora chiusi.
"Non fare tutto questo rumore, Charlotte, calmati" sussurrò con voce stanca e fievole.
Ormai ero talmente sveglio che ero più che sicuro che non si trattasse di un sogno e l'unica cosa che mi uscii dalla bocca fu: "Sesso? Cosa? Come?".
Avevo addosso i vestiti della sera prima, mi puzzava l'alito e non volevo immaginare com'era la mia faccia. Mi alzai dal letto, che era da una piazza e mezza, e Charlotte se ne andò dalla stanza sbuffando. Mi ricordai di Sebastien, di come mi aveva parlato e del suo viso quando me ne andai che non riuscii a tradurre; poi mi venne in mente che accettai di venire a casa di Antoine, dato che ero ubriaco e non sarei potuto andare a casa. Il seguito di quello che successe era come una chiazza bianca nella mia memoria, forse perché ero troppo stanco e confuso, ma il non sapere mi fece preoccupare che fosse davvero successo qualcosa tra me e il mio amico.
Antoine si mise seduto e, osservando il mio sguardo spaventato, si mise a ridere: "Non ricordi nulla?".
"Antoine... noi abbiamo...?" chiesi, non voglioso di sentire la risposta.
Lui si alzò dal letto, mostrandosi con sole le mutande addosso e mi mise entrambe le mani sulle spalle: "Mi avevi detto che ne avevi voglia e ti ho accontentato. Alla fine mi hai anche detto di amarmi. Sono così triste che te ne sia dimenticato".
Rimasi a bocca aperta e mi vennero i brividi per il ribrezzo. Avevo ancora qualche dolorino alla testa e cercavo di pensare a cosa avrei potuto dire per scusarmi, ma poi lui scoppiò in un ennesima risata: "Sto scherzando, Mathis! Non dirmi che ci hai creduto davvero!".
Mi sollevai di morale e gli tirai un pugno sulla spalla: "Non provarci mai più, sono morto di paura!".
Mi passò la mano tra i capelli e disse, fingendo un viso triste: "Ti farebbe così schifo?".
Evitai di rispondergli e lo spinsi via, scherzosamente. Andammo a far colazione e rividi Charlotte che non parlava, offesa. Antoine mi disse che quando aveva problemi con i genitori, sua cugina stava un po' a casa sua e, dopo essere andati via dal locale, arrivammo che lei già dormiva. Mi spiegò che vomitai molte volte e stette sveglio con me, finché non mi ripresi e mi addormentai. Lo ringraziai per il disturbo, sentendomi un po' a disagio per avergli rubato del tempo per aiutarmi e sentii il bisogno di giustificarmi: "Sebastien mi ha portato via la mia ragazza".
"Sebastien?!" esclamò, stupita Charlotte "Non è gay?".
"Sì lo è, sei sicuro Mathis?" chiese l'altro e io annuii senza dubbio.
"Non ho assistito a tutta la vostra conversazione l'altra sera, ma ci dev'essere uno sbaglio" cercò di confortarmi, difendendo l'amico, ma rimasi fisso su ciò che sapevo.
Charlotte scrollò le spalle e, avendo finito di mangiare, andò in un'altra stanza, lasciandoci soli. Sentivo il ticchettio dell'orologio a muro e, mentre addentavo un croissant al cioccolato, mi torturavo con una domanda. Mi ricordai la sensazione delle labbra di Sebastien sulle mie e non potei fare altro che chiedere ad Antoine: "Perché mi ha baciato?".
STAI LEGGENDO
Blue Eyes
RomanceMathis Gautier e Sebastien Moreau. Due ragazzi completamente differenti, ma d'accordo su una cosa: L'amore non fa per loro. La bella Parigi, dolce, romantica e sensuale, li porterà a conoscersi cambiando per sempre le loro vite.