Capitolo XXIX

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Non c'era nessuna risposta che si poteva pronunciare perché talmente ovvia, voluta e attesa da permettere al silenzio di parlare per lei. Mi sporsi leggermente in avanti, verso di lui, il quale, al mio movimento, fece lo stesso ma più velocemente, appoggiando le mani sul tavolo e raggiungendo le mie labbra prima che lo realizzassi. Una scossa mi percorse la spina dorsale al contatto e un senso di vuoto si impossessò del mio petto, come se non avessi mai baciato, come se fosse la prima volta. Alzai le mani facendole aderire con le sue guance per non farlo tirare indietro, invitandolo a continuare e volendo di più. Si alzò in piedi e io lo seguii col viso. Intrappolai il suo labbro superiore con la bocca percependo la sua pelle pungermi laddove si trovava la barba ed entrambi seguimmo il tavolo fino alla sua fine, trovandoci senza ostacoli tra i nostri corpi. Continuammo con una serie di baci sempre più desiderosi, mentre i nostri busti si incontrarono e le nostre braccia si aggrapparono sempre più possessive alla schiena dell'altro. Sebastien fece qualche passo, facendomi indietreggiare, e io aprii leggermente la bocca, dando il via ad un'altra serie di baci più coinvolgenti e passionali che avevano come protagoniste le nostre lingue che si sfioravano, giravano e venivano assaporate. Quella sensazione di esuberanza e pazzia era la prima volta che la percepivo e pensai che da quel momento ne sarei stato dipendente. Indietreggiando, aprii un'anta con la spalle e mi accorsi che fossimo entrati nella sua stanza. Scivolai con le mani sotto la sua maglietta sentendo la pelle liscia e leggermente umida dei suoi fianchi e lui fece lo stesso, passandomi le dita sulla colonna vertebrale arrivando al collo, dove, prendendomi il bordo dell'indumento, me lo sfilò dalla testa. Lo buttò al limite del letto e mi spinse sul materasso, interrompendo per qualche secondo il bacio che riprese quando mise le ginocchia ai lati del mio bacino e curvò la schiena per avvicinare il viso al mio. I suoi avambracci erano appoggiati affianco alla mia testa e i miei gli passavano sulla schiena seguendo le mani che stavano portando la maglietta in avanti verso la sua testa. Chiusi gli occhi quando iniziò a baciarmi il mento, scendendo per il collo, intanto che avevo le dita tra i suoi capelli, poi gli toccai il busto senza trovare il seno fragile, liscio e morbido di Camille, ma un petto rigido e muscoloso di un uomo. Ritornò a baciarmi e il suo bacino si abbassò facendo combaciare il suo membro con il mio. La mia intimità già eccitata mi provocò un enorme senso di piacere, ma fu proprio questo a muovere le mie mani verso le sue spalle, allontanandolo da me: "Aspetta, aspetta, aspetta..." esclamai con voce alta, ma in parte assopita dal mio stato spensierato.

Sebastien si tirò indietro, mettendosi seduto accanto a me: "Scusami... tutto troppo in fretta vero?" disse, preoccupato di aver fatto qualcosa di troppo.

Non era stato molto facile fermare quell'uragano di emozioni e quasi me ne stavo pentendo, ma stava andando davvero tutto troppo velocemente: "Probabilmente è meglio aspettare" intimai.

Lui, con il cuore ancora un po' palpitante per poco prima, come il mio, si sdraiò accanto a me, dopo che misi la testa sul cuscino. Stavamo un po' stretti, eravamo a pancia in su e avevamo le spalle e le gambe unite. Dopo pochi secondi a stare a sentire i nostri respiri gli chiesi: "Io ti piaccio davvero?".

Senza dubbi e non facendo passare del tempo per la risposta mi disse: "Sì... mi piaci da sempre".

Guardavo il soffitto e sorrisi imbarazzato. Lui vide la mia espressione e parlò ancora: "All'inizio era solo una questione di preferenze sessuali. Non avresti acconsentito ad una relazione con un maschio... poi mano a mano che aumentava il mio interesse cresceva la mia attrazione, con anche la convinzione che mai sarei potuto stare con te perché non valevi solo una notte".

"Quanto valevo?" domandai, voltando la testa a lato, trovando il suo naso ad una minimo distanza dal mio.

"Sei il tipo di persona che vale tutta una vita" sorrise.

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