3- gift

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Louis si mise sulla testa quell'orribile cuffietta che doveva sempre mettere al lavoro. Louis la odiava, era bruttissima e lo faceva sentire come un completo imbecille, ma non poteva permettersi di perdere il suo lavoro, quindi la metteva comunque e faceva finta di non ascoltare i commentini idioti che facevano certe volte dei ragazzi che entravano nel bar dove lavorava.

Andò al bancone ed iniziò a pulirlo, così che, quando avrebbero aperto dieci minuti dopo, tutto quanto era già preparato e il suo capo non se la sarebbe presa con lui.

Stava lavando il vetro, quando proprio lui, il suo capo, arrivò alle sue spalle. "Come sta andando?" Louis fece un salto spaventato dalla voce improvvisa di Nick, facendolo ridere "tra poco dobbiamo aprire. Assicurati che tutto sia pulito, la spazzatura fuori, posiziona i dolci vari e prepara la macchina del caffè, che, come sai, essendo rotta, ci mette un po' ad accendersi e riscaldarsi"

Louis annuì, continuando a pulire il vetro. Nick stava per andarsene, ma Louis lo fermò "in realtà-" il ragazzo si girò verso il liscio, così lui continuò "stavo pensando ad una cosa"

"Cosa?"

"Lavoro venti ore a settimana, pulisco, gestisco i conti, servo ed ordino, io- volevo chiedere un aumento, ecco"

Nick lo guardò ridendo "un aumento"

"Senti, apprezzo che mi lasci lavorare qui anche se vado ancora a scuola, ma ho quattro sorelle ed una casa da mandare avanti, due dollari all'ora sono troppo pochi per me-"

"Vuoi più soldi? Vai da un'altra parte, anche se trovo difficile che ci sia qualcuno disposto a pagare uno studente che lavora part-time, tu hai deciso di continuare la scuola"

"Mi servono veramente dei soldi, Nick"

"Allora apri le tue gambe e fatti scopare a pagamento, perché da questo lavoro non guadagnerai un singolo centesimo in più" gli disse duro, guardandolo dritto in faccia. Iniziò ad andarsene, ma rimase fermo per qualche secondo e si girò verso il ragazzo "oh, e se mai iniziassi veramente ad aprire le tue gambe a pagamento, chiamami, potrei essere il tuo primo cliente" detto quello, se ne andò, lasciando Louis da solo.

Quest'ultimo, non appena fu sicuro al cento per cento che il suo capo se ne fosse andato, fece sbattere il panno che aveva in mano a terra e si accucciò sul pavimento, i palmi delle mani a coprirgli gli occhi mentre cercava di non far uscire delle lacrime, mentre non sapeva cosa fare con quel problema dei soldi.

"Merda!" Esclamò ad alta voce, alzandosi di nuovo in piedi e mettendo tutto a posto, aprendo il bar poco dopo. Dio, Louis odiava quel fottuto lavoro.

Stette in quel locale per ore. Era sabato, quindi non aveva scuola e poteva lavorare per più ore, e lui veniva pagato ad ore, quindi più tempo lavorava, più soldi poteva portare a casa. Quel giorno lavorò quattro ore in più del solito, e Nick gli diede trenta dollari alla fine della giornata, avendo lavorato per quindici ore.

Dio, Louis era stanchissimo.

Tornando a casa, vide in lontananza un negozio di vestiti usati. Attraversò la strada ed entrò in quel negozio, andando verso il reparto femminile e girando tra i vari vestiti. Trovò una maglietta carina e un paio di pantaloni altrettanto carini che si abbinavano persino alla maglietta. Quando vide il loro prezzo, sospirò quando lesse che il totale fosse dodici dollari. Si morse il dentro della guancia ed andò a pagare.

Quando tornò a casa, la busta dei vestiti in mano, corse verso la stanza di sua sorella Lottie e vi entrò, un sorriso sulle labbra e le mani nascoste dietro la schiena insieme alla busta "Indovina cosa ho per te?"

Lottie lo guardò dal suo letto ed alzò le spalle "non ne ho idea?" Louis sorrise di nuovo ed allungò la busta verso sua sorella "cosa è?"

"Aprila!" Esclamò felicemente. Lei prese la busta e la aprì, facendo uscire i vestiti fuori da essa "allora? Li ho presi per te, ho lavorato qualche ora in più oggi e sono riuscito a prenderli"

Lei guardò i vestiti con un cipiglio diverso, stranito, sul volto "sono vestiti usati?"

"Si, costavano molto di meno, ma guarda che carini che sono, ti risalteranno benissimo gli occhi" Lei annuì, le sopracciglia rivolte all'insù mentre guardava quei vestiti con uno sguardo non piacevole. Il sorriso di Louis cadde lentamente "non- non ti piacciono?"

"Sono usati, Louis"

"E allora? Li possiamo lavare, no?"

Lei lo guardò scuotendo la testa "tutti a scuola hanno dei vestiti alla moda e belli, perché io devo sempre essere quella strana e vestirmi con vestiti usati e anche brutti?"

Louis la guardò tristemente mentre sua sorella si avvicinava alla porta della propria stanza "scusami, non volevo- pensavo ti avrebbe fatto piacere"

"Beh, a quanto pare ti sbagliavi"

"Avevi detto che volevi dei vestiti"

"Si ma non voglio dei vestiti che sono costati poco perché sono usati e sono brutti. Non mi piacciono, puoi pure riportarli al negozio, per quanto mi riguarda" disse lasciando la stanza.

Louis sentì la porta di casa aprirsi e sbattere subito dopo, significando che Lottie fosse appena uscita. Si sedette sul letto di sua sorella e prese la maglietta che le aveva comprato in mano, mentre sentiva i suoi occhi farsi sempre più umidi. Pensava davvero avrebbe fatto contenta sua sorella con quel regalo.

Si levò le lacrime usando la manica della maglietta e si alzò dal letto, mettendo la maglietta e il pantalone nella busta ed uscendo di casa, avvertendo prima le sue altre sorelle. Avrebbe potuto dare i vestiti a loro, ma non avevano la stessa taglia di Lottie, quindi decise di riportarli al negozio, almeno riprendeva i soldi.

Entrò nel negozio ed andò al bancone dove c'era lo stesso ragazzo di poche ore prima. "Hey, volevo riportare questi vestiti" disse lasciando la busta sul bancone.

"Perché? Non le piacciono?"

"Pensavo potessero essere un bel regalo, ma a quanto pare non lo sono"

"Capisco" annuì il ragazzo "Sfortunatamente, però, noi non facciamo resi"

Louis chiuse gli occhi e prese un bel respiro "ti prego, mi servono quei soldi, i vestiti sono come nuovi, non li ha nemmeno provati"

Lui scosse la testa "non faccio io le regole, mi dispiace" alzò le mani.

Il liscio annuì, riprendendo la busta "Va bene, grazie lo stesso" disse andandosene dal negozio e tornando a casa. Posò la busta a terra e si buttò a peso morto sul letto, quando sua sorella Pheobe entrò nella sua stanza "hey" la salutò Louis, mettendosi seduto.

"Volevo darti la buona notte" disse lei avvicinandosi a Louis e dandogli un bacio sulla guancia.

Louis sorrise e ricambiò il bacio "grazie amore, anche a te"

In quel momento, il suo telefono squillò, indicando di aver appena ricevuto un messaggio. Diceva solamente 'entro dieci minuti qui', con una posizione allegata al messaggio. Corrucciò le sopracciglia confuso quando vide che era dal professore.

Si mise velocemente le scarpe ed uscì di casa, usando maps per arrivare al posto mandato da Harry. Si guardò attorno, ma non vide nessuno 'hey, sono qui' scrisse al professore.

Entro pochi secondi, gli arrivò una risposta 'bene, entra dentro'

Louis si guardò attorno e vide alla sua destra un comedy club 'intendi nel comedy club?'

'Si' disse il primo messaggio, poi ne arrivò un altro 'ora sali sul palco ed inizia a fare le tue battutine a qualcun altro, buona notte Lewis'

Louis alzò le sopracciglia e rise a bassa voce, annuendo a sé stesso e chiudendo il telefono, mettendoselo nella tasca dei pantaloni "Ok, me l'ha fatta" borbottò tra sé e sé, guardandosi attorno. Vide alla destra del comedy club l'insegna di una discoteca. Si avvicinò e, sulle porte di essa, c'era un foglio con su scritto 'cercasi personale', con un numero di telefono sotto. Così Louis fece una foto al foglio e tornò a casa, stanco morto, pronto per dormire.

Shameless || LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora