Non si bussa?

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"Sono io il capo, Maggie."
La mia vita può anche fermarsi qui. Najwa Nimri sarà il mio capo. Il mio fottuto capo!
"Ok, divertente." mi scappa una goffa risata. "Se continui così, non ti assumo." risponde Najwa, squandrandomi alla perfezione. "Quindi sei veramente il capo?" Non posso credere che, dopo tutto questo tempo, Najwa faccia ancora parte della mia vita. Però, in fondo, questo lavoro e un'opportunità, ma è anche vero che mi sono sempre detta di scacciare via le influenze negative e in questo caso è impossibile. No, non mi importa! Questo è il mio futuro. "In persona. Ho fatto parlare il mio assistente, non saresti mai venuta se ti avessi chiamata io." annuisco, sotto lo sguardo furbo di Najwa. "Andiamo a fare questa riunione, vai." La donna di fronte a me scuote la testa, per negare la mia domanda. "Non ce n'è bisogno, Maggie. Ho già in mente le tue... magnifiche abilità." distoglie lo sguardo, incrociando le sua manni dietro alla schiena, per mantenere una posizione più eretta possibile. "Sono cambiata." rispondo, cercando l'acqua nella mia borsa e appena alzò lo sguardo, Najwa mi sorride dolcemente. "Una bionda come te non cambia." Alzo un sopracciglio, non capendo se sia un complimento o altro e, sotto lo sguardo attento di Najwa, mi incammino verso il nulla. Non conosco questo posto. "Salve, Civantos?" Un ragazzo, con volto familiare, mi taglia la strada, guardandomi con ammirazione; annuisco e subito mi porge la sua mano. "Jaime Lorente." Subito spalanco gli occhi, sorridendo. Io sono innamorata di questo ragazzo (sono ironica ovviamente). "Sono l'assistente di Najwa, ha parlato con me." Sul mio volto rimane un sorriso patetico, ricordandomi della fregatura. "Diamoci del tu, per favore. Ricordare i miei anni è un pugno al cuore." Annuisce. "Capisco.. Bene, sono qui per farti vedere un po' il posto."Annuisco, proseguendo al fianco di Jaime, che a ogni tappa mi spiega regole su regole, che ovviamente non sto ascoltando. Capitemi: ho ritrovato una persona che era molto importante, la quale ho perso tempo fa. "E questo..." apre le porte, di una fantastica stanza, decorata come piace a me. il mio ufficio." Il mio entusiasmo e la mia meraviglia svaniscono, a causa della serietà che si è presa il possesso su di me. "Scherzavo! È il tuo." Sfoggia la bellezza della sua risata, che riesce a contagiare anche me. "Adesso ti lascio sistemare le tue cose. Ciao." chiude le porte, lasciandomi in balia della mia disperazione: non sono una persona organizzata, ho sempre tutto in disordine. 

Ho svuotato i pochi scatoloni che ho portato con me dall'Italia. Adesso l'ufficio sembra di una spagnola-italiana.
Mi siedo sulla sedia girevole della scrivania e inizio a girare su di essa, come se fossi una bambina che ha appena scoperto la sua ombra. "Maggie." Mi fermo subito, facendo finta di niente. "Najwa!" mi alzo in piedi, furiosa. "Non si bussa?" chiedo, camminando verso di lei. "Qua faccio come voglio." Scuoto la testa, sorridendo alla convinzione della donna davanti a me. "Non siamo in un carcere. Si bussa." Riprendo a me la serietà, mentre Najwa contrae la mascella. "Non dirmi cosa fare, sono il tuo capo." Aggrotta le sopracciglia, mentre annuisco allontanandomi. "Va bene. Ma se io stessi scopando?" chiedo, incrociando le braccia al petto. "Non è permesso fare sesso." Sbuffo ironicamente, ma a Najwa non piace più l'umorismo. "Se girano voci che-" "Sto scherzando, Najwa." Mi siedo, alzando gli occhi al cielo, e riprendendo il mio essere diplomatico dico: "Dovevi dirmi qualcosa?" Scuote la testa, passandosi una mano sulla faccia. "No. Ciao." Dopo avermi salutato, richiude le porte del mio ufficio, andando nel suo.

"Com'è andato il primo giorno?"  Lucìa non perde tempo, la sua curiosità la mangia viva. "Ti dico solo: Najwa Nimri." mia cugina spalanca la bocca dalla sorpresa, lei è la mia migliore amica, lei sa tutto. "Raccontami tutto." si siede al tavolo, mentre mi passa il piatto con il secondo già servito. "Arrivo tardi. Salgo le scale di fretta e mi scontro con una persona, alzo gli occhi ed è lei. Inizialmente mi faceva perdere tempo, poi viene fuori che lei è il capo di quel lavoro!" inforchetto la carne, che ho tagliato mentre parlavo. "Che dici?" Annuisco, inghiottendo il cibo. "Mi ha fatto parlare con il suo assistente, e indovina chi è? Jaime Lorente." Batte i pugni sul tavolo, contenta, perché lei ama veramente quel ragazzo. "Calma. Ma la vera domanda è perché mi ha voluta così tanto, per questo stupido lavoro d'ufficio?" chiedo, perdendomi nel vuoto. "Si sentirà in colpa." "Si certo. Dopo sette anni si fa viva. È proprio da Najwa." Scuoto la testa, riprendendo a tagliare la mia carne, seguita da Lucìa, che ancora mi guarda con gli occhi a cuore per aver sentito il nome di quell'attore.

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