I tuoi occhi sono diversi.

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"Mi vuoi sposare?"
Ieri sera Najwa lasciò questa domanda uscire dalla sua bocca, con tranquillità. Io non ho saputo rispondere, perché qualche minuto prima entrambe ci eravamo fatte di MDMA. Non sapevo se era ciò il fattore scatenante di quella domanda, ma nonostante questo il mio cuore, il mio stomaco e il mio cervello avevano smesso di funzionare.
L'inevitabile domanda mi ha fatto riflettere tutta la notte, mentre la mia donna dormiva di fianco a me: sono passati mesi da quando io e Najwa abbiamo reso il nostro fidanzamento ufficiale, anche se a poche persone (quelle di cui ci fidiamo), ma ne sono comunque felice, poiché non pensavo che la nostra storia potesse diventare una cosa seria.
Per la prima volta nella mia vita ho creduto fino in fondo a qualcosa, seppure avendo qualche incertezza, ma alla fine mi sono sentita apprezzata davvero, non mi è mai mancato niente -nemmeno le crisi isteriche- e sono tanto grata a Najwa per avermi fatto sentire così. Ho capito cos'è l'amore, quello vero, che non si ferma al minimo problema. Abbiamo saputo costruire insieme un legame forte e duraturo, poiché siamo riuscite ad affrontare tutti gli ostacoli che incontravamo nel nostro cammino (e ne abbiamo incontrati ogni due passi che facevamo, voi lo sapete).
Grazie Najwa per aver ritrovato te stessa, sono orgogliosa di te.
Mi vuoi sposare?

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"Buongiorno." Mi sveglia con un bacio caldo sulle labbra, seguito da un sorriso dolce e calmo. "Dormito bene?" chiede accarezzandomi i capelli. Annuisco, sperando che la delusione sul mio volto non si noti: era l'effetto dell'ecstasy.
"Dove vai?" chiede Najwa, appena mi alzo dal letto. "A preparare la colazione." rispondo, raccogliendo i i capelli in una coda, mentre cammino verso la cucina.

"Sei strana." Me la ritrovo alle spalle, mentre verso il latte nelle tazze. "Perché?" chiedo non alzando lo sguardo, poiché so benissimo il motivo per cui lo sono. "I tuoi occhi sono diversi." risponde, camminando verso di me; allarga le braccia, con le quali poi circonda il mio collo. "Non brillano come ogni giorno." Il suo sguardo si alterna da un mio occhio all'altro. "Sono solo stanca." Sorrido e subito dopo le lascio un bacio sulle labbra, per poi abbracciarla.
"Ora facciamo colazione." dico, passandole la tazza e i biscotti; lei annuisce e ci mettiamo a sedere.

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Quando ti annoi, il momento di andare a dormire sembra non arrivare mai e questo mi sta succedendo proprio questo giorno, il quale ho passato davanti alla tv. Con Najwa ho scambiato così poche parole, che penso di essermi scordata come si parla, ma oggi non sono proprio dell'umore di parlare o scherzare.
"Maggie, Maggie." La donna mi chiama continuamente, ma io decido di voltarmi solo quando urla il mio nome. "Che?" urlo a mia volta. Non ricevendo risposta mi alzo dal divano, che ormai avrà preso la forma del mio corpo, e la raggiungo in camera da letto: è girata di schiena, i suoi capelli lunghi e corvini superano le sue spalle, muovendosi nella direzione del vento che produce il ventilatore. "Dimmi." Si volta verso di me e il suo sguardo penetra la mia anima, come faceva le prime volte. "Ho riflettuto ad una cosa..." Si avvicina a passo lento, tenendo nascosto qualcosa nella tasca della felpa. La guardo stranita, non capendo se sta per uccidermi. "Per me è un passo importante e sinceramente, ho paura delle conseguenze." Cazzo, sta veramente per uccidermi? È veramente giunta la mia ora? Non pensavo fosse capace di fare questo. Appena tira fuori dalla tasca quell'oggetto misterioso, strizzo gli occhi dalla paura e mi paro il volto con le mani; aspetto qualche secondo, prima di riaprire gli occhi: è in ginocchio, con lo sguardo basso e in mano ha... Ha un anello. "Maggie... Mi vuoi... Mi vuoi sposare?"
Non riesco a credere che me lo abbia chiesto veramente, ero fermamente convinta fino a d'ora che fosse solo per l'ecstasy, invece l'avevo chiesto veramente ed è stata colpa mia se non è andata oltre... Non ha ricevuto risposta.
Non riuscendo a mantenere lo sguardo, Najwa fissa i miei piedi. Sono sopraffatta da tutte le emozioni che ho in corpo, ma voglio che comunque lei si senta al sicuro, non posso rovinare tutto; mi inginocchio a mia volta, riuscendo a catturare il suo sguardo, che non ho mai visto così tanto insicuro e subito dopo poggio le mie mani sulle sue. "Voglio sposarti." sussurro, cercando di non scoppiare a piangere dalla gioia. Najwa sorride e il suo volto viene spaccato da una lacrima; la riempio di baci e dopo mi mette l'anello. "Ti amo." dico, cascando tra le sue braccia. "Anche io Maggie." mi accarezza i capelli, lasciandomi un bacio sulla fronte.

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