...Euforia, ma non con Najwa.

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È un'ora che sto fissando il mio telefono, poggiato sul tavolo davanti a me e continuo a chiedermi se fregarmene o non fregarmene del computer di Najwa, o di Najwa.
Com'è successo?
Come ho potuto farlo succedere?
Altre mille domande invadono la mia mente, riuscendo quasi a farmi impazzire e non per l'arrivo contemporaneo di molti pensieri, ma proprio perché mi stanno facendo pensare a ciò che ho fatto, che abbiamo fatto. Ho passato mesi interi a cercarla di scordare, mi sono pure fidanzata... Mi sono fidanzata, ero e sono fidanzata con Andrés ed essendo consapevole di ciò, ho comunque avuto il coraggio di tradurlo e con chi? Con la persona che mi ha portato un immenso dolore, che ancora abita dentro di me.
Sono una persona orribile e non potrò più perdonarmi. La mia seconda paura più grande si è confermata, ovvero che io sono la persona che ho sempre odiato. Io non volevo fare del male a nessuno, mai e oggi mi ritrovo con infinite persone alle spalle, alle quali ho inflitto dolore, ma non gli ho mai dato così tanta importanza, perché non lo vedevo, oppure non volevo vedere. Sono spaventata, il mio ego è troppo forte e il mio orgoglio è forte il doppio. Come posso uscirne viva, se neanche conosco i miei limiti?

Ritornando nel mondo reale, perché sto fissando il telefono? Perché devo chiamare Najwa, per farle sapere che deve prendere un appuntamento, che le darò io. Mi sto facendo problemi perché sembra più un invito per scopare, ma tanto manderò Hugo. Non posso più vederla...

Dopo un'altra buona mezz'ora, decido di aprire il telefono è cliccare l'app per le telefonate. Scorro i contatti e trovo il suo nome.
Squilla.
"Maggie?" chiede, con tono sorpreso. Io, cercando di trattenere le lacrime -che subito sono giunte ai miei occhi-, rispondo: "Si." "Ciao." Presumo stia sorridendo da come ha pronunciato la parola. "Devi richiedere un appuntamento. Seganti questo numero." Le dico il numero, leggendolo dal bigliettino che ho preso dal lavoro. "Grazie."
Due secondi di silenzio, io fisso il vuoto e una lacrima riga il mio viso.
"Senti, potresti venire tu qui-" Le stacco il telefono in faccia, andando contro i miei sensi di colpa, che nei primi trenta secondi non si fanno sentire. Ma presumo che per tutto il giorno starò in casa, a non fare niente, deprimendomi per tutto ciò che- Andrés mi sta chiamando.
"Pronto?" dico, con la voce affogata dal pianto. "Ciao Mag." "Ciao." Sono troppo fredda, capirà che qualcosa non va e io non sono fatta per le spiegazioni. "Tutto bene?" chiede. Sospiro e subito rispondo. "Si, tesoro. Come stai?" chiedo, alzandomi dal divano per raggiungere il bagno. "Bene, grazie. Stasera ti va di uscire? O vieni a casa mia, come vuoi." Scopare mi servirebbe più di ogni altra cosa, ma vederlo in faccia mi farebbe stare male. "Preferisco a casa tua." dico, coprendomi la bocca e il naso per non farmi sentire piangere. "Perfetto, ti passo a prende alle 19." Stacco e, chiudendomi in bagno, finisco quel pianto incessante per i sensi di colpa che subito si fanno sentire. Perché non ho declinato l'invito, sapendo di non potercela fare anche solo vedendolo sorridere?
Najwa mi ha fottuto la testa e il cuore.
*******
"Sicura sia tutto ok?" chiede per la milionesima volta. "Si!" rispondo spazientita per la sua insistenza e non mi importa se adesso sta male o altro, dovrebbe sapere come sono fatta. "Che... Che cosa facciamo?" domanda, abbassando lo sguardo. "Non ne ho idea." dico, inarcando le labbra. "Guardiamo un film." Prende il telecomando, per scegliere un film su Netflix. Ma non mi sento proprio in vena di guardare il solito film romantico del venerdì. "No." "Allora usciamo?" Scuoto la testa per negare la sua proposta. In realtà non so neanche perché sono qui. Adesso l'unica cosa che mi andrebbe di fare, oltre a scopare, è rompere qualsiasi cosa che mi intralci la strada che devo percorrere per raggiungere casa di Najwa, la quale vorrei picchiare a sangue. "No." "Mio Dio, Maggie. Che cos'hai oggi? Hai il ciclo? Non ti sopporto quando fai così." Non avrebbe proprio dovuto, soprattutto oggi. Non è l'offesa per sè ad avermi dato fastidio, ma il tono che ha usato e quello sguardo intollerante, che ho visto raramente sul suo volto. Dovrei essere io quella intollerante, dovrei essere io quella infastidita. Io sono la vittima in questa fottuta storia, non ho fatto niente per meritarmi tutto questo. "Sai che c'è? Fanculo." Mi alzo di scatto, per raccogliere le mie cose e tornare a casa, ma Andrés non potrebbe mai lasciarmi andare se non prima di essersi fatto perdonare. Infatti adesso mi sta chiedendo scusa. "Non so cosa mi sia preso. Forse è stata la visita di mio padre ad alterarmi un pochino." Si, ha problemi con il padre da praticamente quando è nato e quindi posso comprendere tutta questa insolita intolleranza. "Tranquillo." Sorrido, non voglio infliggere altre emozioni negative a questo bel faccino. Anche perché se tutto questo dovrebbe andare a puttane, mi sentirei davvero sola e con sola intendo sola con il mio sex toy.
"Tu vuoi parlarne?" Invento una scusa su due piedi, per farsì che tutto torni alla normalità. Seppure di normale c'è poco in questa situazione. "Troppi clienti arroganti." dico, sospirando profondamente mentre alzo entrambe le sopracciglia. "Adesso capisco." Ridacchia, per poi posare le sue labbra sulle mie. Io, che ho un disperato bisogno, approfondisco il bacio, aggiungendoci dopo qualche secondo la lingua. Non so se lo sapete, ma sono sempre stata io a domare, tranne con quella stronza che mi doveva mettere in soggezione sempre e comunque, come se fosse un hobby. Insomma, questa è un esempio di relazione dove io sono la dominatrice. Infatti, mentre vi aggiungevo informazioni sul mio conto, ho sbattuto al muro Andrés, al quale ho levato tutte le sue vesti -che adesso sono in giro per casa-, tranne gli slip, perché adoro toglierli in camera da letto, dove adesso sono. Lui mi vuole spogliare delicatamente, ma io voglio passione, amore, ma soprattutto l'euforia. Sta a me farglielo capire ogni volta, stringendoli il "pacco" prima di levare le sue mutande. Infatti poi lui parte, come se avessi premuto il pulsante "attenzione, modalità porco attivata." e non mi dispiace molto usarlo.
Ho filamenti sfilato i suoi slip, che adesso sono da qualche parte sul pavimento.
La sua parte intima, ormai in erezione è tra le mie mani. La sinistra si poggia sulla mia coscia nuda e la destra si mette all'opera, pronta per iniziare a ripetere per sette minuti lo stesso movimento. I suoi gemiti mi fanno già eccitare e ogni volta rischio di saltargli addosso prima di poterlo fare venire.
Ora sta a lui, che si è messo con la testa tra le mie gambe. Posso svelarvi un segreto? Da quando ho provato con Najwa, questo preliminare non mi piace più come prima. Non so cosa faceva per farlo sembrare così acclamante.
Ma il povero Andrés cerca di fare il meglio e ci riesce, riesce anche a farmi raggiungere l'orgasmo, ma non come quella fottuta puttana, niente è paragonabile a lei. Fanculo. Ma adesso, non mi sembra il momento giusto per pensarci, devo godermi questi preliminari.
Attualmente sono sopra di lui, cavalco l'onda del suo corpo, mentre lui stringe i miei fianchi e dopo i glutei, aiutandomi a fare i giusti movimenti, ma che si benissimo fare da sola.
Gli orgasmi riempiono il silenzio della stanza, il piacere riempie il nostri corpi e i baci riempiono il nostro cuore.
Passione.
Amore.
Euforia, ma non con Najwa.

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