Auguri.

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"Stanotte dovevi essere proprio conciata male, per aver fatto salire su la Nimri."
Mia cugina decide di tirare fuori questo argomento durante la cena.
"La Nimri?" chiedo sorpresa. "Non fare la finta tonta." risponde lei, ma io non sto facendo affatto la finta tonta. La guardo stranita, mentre decide di porre fine, per un attimo, alla cena. "Ti ha messo un'asciugamano sulla fronte, mentre ti accarezzava le mani e ti riempiva di baci sulla fronte. Ti pare?" Oh mio Dio, allora è successo davvero. "Cazzo. Pensavo di essermelo sognato." rispondo, ricongiungendo lo sguardo di Lucìa. "No." Scuote leggermente la testa, guardandomi come una psicopatica. "Ti ricordi qualcosa?" chiede, ricominciando a mangiare. "Non molto. Spero solo di non aver fatto troppe figure di merda." Ridacchia. "Brava, spera." Continua a ridere, facendomi sospettare di lei. "Per caso sai qualcosa?" chiedo, poggiando la forchetta sul tovagliolo. "Najwa mi ha raccontato. Ma piccole cose." Batto le mani sul tavolo con prepotenza. "Cosa aspettavi a dirmelo?" "Se le dirai qualcosa, anche un grazie, ti spezzo le gambe, Maggie. Sappilo." Più delicata di così non poteva essere. In fondo mia cugina è sempre stata così aggressiva e indubbiamente non potrà mai cambiare per nessuna ragione. "Ok." dico seria, poggiando i gomiti sul tavolo per stare comoda per ascoltare questa magnifica storia...
Santo cielo. Le mie orecchie sanguinano, a causa di ciò che mi ha raccontato Lucìa. Come ho potuto chiamare Najwa invece di mia cugina? Come se avessero lo stesso nome! Però sono perdonabile, poiché la mia vista si offusca quando sono ubriaca.
"Non dirle grazie." Lucìa si ripete, perché tanto sa che lo farò. Cazzo! Oggi è anche il suo compleanno. Devo chiamarla per forza.

Ovviamente aspetto l'ora giusta -in realtà sto solo cercando il coraggio- per chiamarla. Ma non posso solo chiamarla, dopo questa notte dovrei come minimo farle un regalo, magari strangolarla o soffocarla nel sonno. Scherzo.
Prendo in mano la situazione e mi dirigo verso il fioraio, per prendere delle rose rosse e i suoi cioccolatini preferiti, che non ho nemmeno comprato per il mio ragazzo. Va beh, gli ho fatto il completo che desiderava da tanto, mi è costato un intero stipendio voglio dire.
Insomma dopo aver preso ciò a Najwa, salgo in macchina e raggiungo casa sua.
"Perché sono qui?" La domanda mi sorge spontanea, ma solo quando ho suonato il campanello. Non ci sarà neanche, sarà a festeggiare con Claudìa e tutti gli altri. E io avrò sprecato denaro, tempo e benzina.
"Maggie?" chiede sorpresa, dopo aver aperto la porta. "Auguri." Le passo le cose che ho in mano e sul suo volto, dopo aver annusato le rose, spunto un piccolo sorriso. "Perché sei qui?" domanda, chiudendo la porta alle sue spalle. "No, no. Questa domanda dovrei fartela io. È il tuo compleanno, è San Valentino e tu stai qui a casa, da sola?" domando, guardandomi attorno. Scuote la testa, chiudendosi nelle spalle. "Sto diventando vecchia, non festeggiò più ormai da due anni." Spalanco la bocca per l'affermazione della donna che ho di fronte. "Quindi niente regali?" Nega la mia domanda. "Nemmeno una torta?" Nega nuovamente, facendomi restare male. Non ho pensato ad una cazzo di torta. "Però grazie del pensiero, Maggie." Le mostro un piccolo sorriso di compassione. "Ci sarà qualcosa che vuoi fare, no?"

"Ahh. Cazzo, sii."
"Mio dio, Najwa."
Questo è il terzo round. Siamo entrambe sfinite, ma lei regala euforia e io regalo gemiti. Entrambe amiamo quest'aspetto ed entrambe ce ne freghiamo della stanchezza, che viene proprio ignorata.
Adesso sta a me, che decido di lavorare con la lingua. Dato che il suo sapore mi era mancato così tanto, non potevo non farle qualche lavoretto orale. Comunque lei apprezza, benché non fa altro che tenermi i capelli per spingermi più in profondità. Nel frattempo le stringo le cosce, per farle capire che la sto facendo mia nuovamente e spero che questa cosa si capisca davvero.
"Oh mio dio." Ripetuto tre volte viene, con il secondo round, ma questa volta sulle mie dita. "Ok, basta." dice sfinita.
Subito dopo aver respirato profondamente mi tira a sé, facendo combaciare alla perfezione i nostri seni.
"Mi sei mancata." confessa, poggiando la mia mano sul suo gluteo destro. "Anche tu." Abbasso lo sguardo, rendendomi conto di esserci finita a letto di nuovo. Ma a farmi sentire meglio è pensare di averlo fatto per una buona causa: il suo compleanno... Anche questo non mi giustifica, vero?
"Maggie." Mi accarezza i capelli, mentre cerca le parole giuste per iniziare un discorso. "So di non essere stata il massimo per te. Ma io ho fatto di tutto pur di renderti felice, anche se non sembra. Volevo proteggere te, come volevo proteggere me." Schiocco la lingua sul palato, per poi staccarmi da lei; mi siedo sul letto e lei mi segue. "Non pretendo che tu mi perdoni. Voglio solo che tu sappia che Claudìa non mi importa come importi tu, per me." Queste parole suonano così sincere per un motivo che non riesco a percepire. E così mi è impossibile non gettarmi tra le sue braccia, e tutta questa vicinanza, l'affetto di questo abbraccio non può che portarmi ad un dolce bacio.
"Spero solo che sia vero, Najwa." Lei si mette la mano sul cuore. "Lo posso giurare." Mi mordo il labbro inferiore dalla felicità e subito dopo la bacio, non pensando a niente. Infatti subito dopo andiamo a farci la doccia tanto attesa da entrambe, che ci riempie di amore.

"Sicura che non vuoi rimanere?" chiede Najwa, per la terza volta. "Si." rispondo, rubando l'ultimo cioccolatino dalla scatola. "Ma poi ritorni?"
Posso rendere ufficiale che Najwa ha il potere su di me. Come posso dire di no ad una donna del genere?
"Najwa, io sono fidanzata." confesso, ma lei sembra non essere sorpresa come immaginavo. "Lo so, e quindi?" Sono io quella sorpresa adesso. "Lo sai?" Annuisce. "Vi ho visto un sacco di volte al mare quest'estate. Sempre se è lo stesso." "Si, lui." Noto che contrae la mascella. "Quindi è una cosa seria?" Annuisco, guardandola dritta negli occhi. È gelosa, si vede da un miglio. "Chi vuoi prendere in giro, Mag? Non mi avresti scopata se fosse stata una cosa seria." Mi ha presa con le mani nel sacco. Ma non posso confessarle il vero motivo di tutta questa faccenda, né ora né mai. Passerei per una stupida sfigata da quattro soldi e non sarebbe bello, dato che la persona con cui sto parlando è Najwa. "Beh, ormai le sveltine vanno di moda." "Adesso sono una fottuta sveltina?" chiede, stringendo i denti con tutta la forza che ha nella mandibola. Io mi rendo conto di cosa ho detto, ma non so proprio dove e come trovare una via d'uscita. Dovrò dire la verità...
"No... Non volevo ammettere che non è una cosa seria, perlomeno per me." Sovrappongo le labbra, fissando il vuoto. Mi sento così a disagio. "Come immaginavo. Perché non è una cosa seria?" chiede, guardandomi seria. "Per vari motivi, che non ti elencherò mai." Sospiro, cercando di evitare lo sguardo di Najwa a tutti i costi. "Si, invece. Potresti dirmelo oggi." Riesce ad incrociare il mio sguardo. Annuisco, cercando di inventarmi qualcosa su due piedi. "Mi mancava scopare e da esperienze passate, avere uno scopa amico non è il massimo."
Si gratta nervosamente la fronte, chiudendo gli occhi. Gelosa la mia donna.
"Si, ti capisco. Anche io con Claudìa non ho fatto altro se non sbatterla nel mio ufficio." Inarco le labbra, annuendo (solita espressione di quando qualcosa mi infastidisce, o mi suscita gelosia). "Ok." rispondo fredda e distaccata. "Quando ti licenzi?" chiede subito dopo, prendendomi per mano. "Che?" domando scioccata per la sua richiesta. "Beh, tra pochi giorni Claudìa parte per raggiungere New York e spero tanto si trovi un'altra o che almeno cambi orientamento sessuale." Ridacchio, ma subito mi ricordo che in mia assenza ha continuato a scoparsi Claudìa. Così levo la mia mano dalla sua, tenendo poi le braccia conserte. "Che hai?" chiede, vedendo lo sguardo arrabbiato che non so ancora nascondere. "Nulla."
Lo continuo a ripetere, fino a quando non mi stanco e svuoto il sacco: "Perché cazzo hai continuato a fare sesso con Claudìa? Ti sembra un comportamento maturo?" Spalanca la bocca per lo shock. "A te sembra maturo far innamorare uno solo per scopare?"
Ci ringhiamo addosso, fino a che non ci addormentiamo una abbracciata all'altra su quello stretto divano che ci costringe a stare appiccicate.
*******
"Buongiorno." Le do un bacio sulle labbra. "Dove vai?" chiede, svegliandosi di colpo. "A lavoro." Scuote la testa, alzandosi dal divano mentre ripete più volte la parola "no". "Tu in quel posto non ci vai più. Almeno sei direttamente nel mio territorio quando ho bisogno di aggiustare i computer... o anche per qualcos'altro." Mi tira a sé, iniziando un bacio passionale, che la porta a stringere con desiderio i miei glutei. "Ma mi ci sono affezionata a quel posto." Si stacca sorridendo, mentre si morde il labbro inferiore. "Non credo proprio." Faccio spallucce. "Beh, hai ragione." ammetto, staccandomi da Najwa per afferrare la mia borsa.
"Dove vai?"
"A licenziarmi."

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