La messaggera di Satana e.e

Capitolo 20 Tutti bruceranno all'inferno

Guardai negli occhi quella strana donna, che si era presentata a me in modo prevedibile, lei indietreggió ...

"Non è ancora ora di parlare, Dottoressa Emily , quindi se ne vada" le dissi io a voce bassa, per poi alzarmi dalla panchina e andare verso il cancello chiuso del manicomio, dove dall'altra parte di esso c'era la donna che mi diede alla luce mia madre...

Lei si avvicinó lentamente al cancello con l'intento di accarezzarmi il viso, ma io di scatto mi spostai, dopo di che le rivolsi uno sguardo di disgusto per poi dirle "Tutti bruceranno all'inferno!"

D'un tratto un infermiere mi allontanò dall'entrata del manicomio, per far si che mia madre potesse entrare, fui riportata in camera per poi essere chiusa a chiave.

Ancora una volta rimasi in quella stanza vuota, ormai ero distante dal mondo e dalle persone che avevo amato, adesso non posso più ritornare indietro .

Di colpo entrò la Dottoressa Emily, che cortesemente mi chiese come stavo, io non mi mossi dalla finestra anche perché mi ero accorta che sul davanzale c'era uno stupendo e appuntito chiodo.

Giocai con quel chiodo per qualche secondo e in fine lo nascosi in mano, la dottoressa si sedette sul mio letto e inizió a farmi molte domande, ma io non risposi a nessuna di esse ; finché non arrivó a chiedere di mio fratello.

All' improvviso il mio corpo iniziò a tremare, mi girai verso di lei e stranamente cominciai anche a sudare, tenevo ancora quel lungo chiodo in mano la tentazione era troppo forte.

Camminai verso di lei e in modo tranquillo , mi avvicinai al suo viso per poi dirle " Mio fratello... Mia madre ... Sono tutti morti come te" dopo di che le inficcai bruscamente il chiodo in un occhio, lei gridò mentre il suo sangue si diriggeva verso la bocca.

In fine le saltai addosso azzannandole il collo, e riuscendo a strapparne un bel pezzo di carne, lei continuò ad urlare ; ma gli infermieri non fecero nemmeno in tempo ad aprire la porta che io la uccisi facendole sbattere la testa così forte da spappolarle il cranio.