Capitolo 1 L'inizio di ogni cosa.

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Mi chiamo Morgana,
oggi compio dicciott'anni e mia madre come al solito verrà a trovarmi portandomi la solita torta alle fragole che amo da morite; anche se ormai nessuna torta riuscirà a tirarmi su di morale. Sono rinchiusa in questa struttura psichiatrica da almeno otto mesi, non mi fanno mai uscire. Nemmeno in giardino mi reputano una ragazza pericolosa ed imprevedibile.
Finalmente attraverso il lungo e stretto corridoio del reparto, insieme all'infermire intento a spingere con fatica la mia sedia a rotelle .

Mi tengono sempre legata e a stretta sorveglianza essendo che l'ultima volta ho cercato di scappare, facendo così quasi del male al Dottor Charlie. Da quel piccolo incidente mi legarono alla sedia a rotelle e da li non capitarono più quei strani episodi.

Mi misero davanti ad un tavolino, la stanza era piena di telecamere pronte a scrutare ogni mio minimo movimento, abbassai la testa continuavo a stare male.
I miei mal di testa ormai non mi lasciavano mai tregua.
Mia madre ancora non era arrivata..

Iniziavo ad annoiarmi.

D'un tratto sentii che la porta dietro di me si aprì .
Io non mi mossi nemmeno per vedere chi fosse, riuscivo a sentire il suo profumo era ovvio che fosse lei...

Mia madre.

Ha avuto sempre il brutto vizio di mettersi troppo profumo addosso e cosí dovunque andasse lasciava una scia di se.
Si sedette davanti a me, per poi appoggiare la torta sul tavolo.

Mi guardò dritta in faccia per poi bisbigliare un piccolo
"Auguri amore mio" e in fine mi baciò la mano; io non la degnai nemmeno di uno sguardo.
Dopo tutto è stata lei a rinchiudermi qui dentro.

Inizió a tagliare la torta.

"Amore ... Tra due giorni uscirai da qui...
I medici dicino che sei migliorata molto ed è ora di ritornare alla tua vita normale...
Che ne pensi ? "

Dopo queste sue parole alzai la testa e la guardai dritta negli occhi, ma lei riuscí solo a farmi un debole sorriso da madre spaventata.

Con aggressività le urlai contro ...

"Non ho nessuna intenzione di ritornare alla normalità."

Urlai dalla disperazione "Fatemi scendere da qui ! Mi vogliono far del male ."
Tentai di liberarmi dai lacci alle mani mordendomi i polsi, intanto mia madre impaurita osservò tutta questa macabra scena e di puro terrore da parte di sua figlia.
Gli infermieri corsero subito in mio soccorso, non appena videro che mi stavo scarnificando da sola i polsi. Mi diedero subito un tranquillante e da li mia madre scoppiò a piangere davanti a me, per poi prendere la torta e andarsene con il suo dolce profumo che ancora adesso la seguiva.

I miei problemi iniziarono quando avevo solo cinque anni, fu la prima volta che vidi un demone.
Si avete capito bene ...

Un demone in carne ed ossa.

Egli veniva a trovarmi mentre dormivo; con l'intento di rubarmi il sonno.
Questa figura oscura era una bambina come me, di nome Nasha provai mille volte a pregare il Signore con l'intento di mandarla via, ma non ebbi mai una risposta o alcuna protezione da questo demone mangia sonno.

Crescendo i miei problemi si aggravarono...
Continuai a vedere i demoni e fantasmi ovunque per fino di giorno, magari mentre andavo a scuola o anche alle feste di compleanno delle mie amiche, loro non mi lasciarono mai da sola.

E da lì divenni la ragazza più strana del quartiere.

Fu l'inizio della mia rovina.
Esattamente come per adamo...
Eva a quel tempo fu la rovina dell'umanità perché tentò l'uomo con una sola e semplice mela rossa, ed egli ci cascó così da rinunciare per sempre al suo eterno paradiso.

La messaggera di Satana e.eDove le storie prendono vita. Scoprilo ora