Capitolo 28 La morte è vicina

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"Chi Sei?!"

Gridai io.

Improvvisamente dal buio riuscii a intravedere una figura umana.

"Fatti vedere."

"Mi chiamo Elia..."

Non appena egli uscii dall'oscurità mi ritrovai davanti un ragazzo con un corvo nero dagli occhi color sangue sulla spalla.

In un secondo Damon si mise davanti a me come con l'intento di proteggermi da quel ragazzo dai capelli d'orati e dagli occhi color prato.

D: "Cosa vuoi da noi?!"

E: "Che domande... Voglio uscire da qui. E voi mi aiuterete altrimenti la tua ragazza morirà. "

D:"Noi non ti aiuteremo! Cavatela da solo visto che sei così tanto bravo a minacciare le persone."

I loro sguardi pieni d'odio non si staccarono nemmeno un secondo l'uno dall'altro, finchè il corvo dalle ali blu scuro come la notte, si staccò dal suo padrone per poi venire contro di noi.

Non feci nemmeno in tempo a capire cosa stesse succedendo che la creatura  riuscì a graffiarmi il volto.

D:" Morgana... Stai bene ? "

M: "S...."

PUNTO DI VISTA DI DAMON

Ella era li davanti a me...

Le sue guance rosate man mano perdevano colore per diventare su un bianco pallido.

"Morgana rispondimi!"

Dopo questa mia affermazione ella cadde a terra.

Mi accascai affianco a lei per poi sollevarle la testa, ormai sembrò quasi morta, il suo polso diminuiva sempre di più e il suo respiro sembrava del tutto quasi assente.

E: "La morte è solo l'inizio. Puoi ancora salvarla se vuoi.
Devi solo promettermi che verrò anch'io con voi."

PUNTO DI VISTA DI MORGANA

Aprii gli occhi...

Mi ritrovai distesa su un immensità di foglie ormai secche, che ancora esse odoravano d' autunno, il mio cuore lo sentii subito quasi congelato e quel freddo insopportabile sembrò espandersi sempre di più nel mio corpo.

"Dove diavolo mi trovo...?"

Mi chiesi fra me e me.

Improvvisamente un vento violento si abbatteè su di me, facendo così volare tutte le foglie ormai morte sul suolo dove presero il loro posto dei teschi marci.

Una voce irriconoscibile mi parlò

"Ben venuta Figlia mia. "

Lo cercai con gli occhi, con la speranza di capire chi mi stesse parlando, finchè non mi ritrovai una figura oscura davanti a me.

Egli non aveva alcun volto...

"Non ti preoccupare ancora non è arrivata la tua ora. "

Ancora una volta udii la sua voce gelida e senza personalità.

"Cosa sei tu ?"

Gli chiesi io, nonostante il freddo continuasse senza sosta a circolare nelle mie vene.

"Io sono il tuo destino...
Non esiste vita o pace dopo di me.
Mi hanno chiamato in molti modi...

Ma il nome che preferisco è Morte. "

Iniziai a tremare e a notare che le mie braccia stavano già cambiando colore, il rosa stava sparendo per dar posto ad un gelido blu, ormai le dita delle mani erano completamente congelate e quasi impossibile muoverle.

" Non ti preoccupare io sarò qui ad aspettarti ...

Anche se credo che avrai bisogno di un paio di mani nuove."

Dopo questa sua fatitica frase, spuntarono dal terreno arido e pieno di teschi, delle mani pronte ad afferrarmi.

In un secondo senza che me ne rendessi conto mi ritrovai immobilizzata a terra da esse e più tentavo di liberarmi e più le mani aumentavano.

Gridai.

Finché qualcuno mi chiuse gli occhi.

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