Misi le mani davanti agli occhi, ormai sembrò un secolo che rimasi chiusa al buio e i miei occhi non erano più abituati alla luce.
Intravidi tra le dita degli scarponi da uomo avvicinarsi lentamente verso di me e una voce famigliare mi chiamò.
"Morgana... Dai è quasi ora di cena..."
Dopo questa fatidica frase, egli mi prese con forza per un polso, per poi buttarmi sulla sedia a rotelle.
Non riuscii ancora a capire chi fosse, gli occhi mi continuarono a bruciare senza alcuna sosta e mi sembrò quasi impossibile aprirli.
Sembrava che stessimo attraversando un lungo e stretto corridoio del manicomio.
Intanto continuai a sentire le lamentele degli altri pazienti, la maggior parte erano richieste d'aiuto, urla di puro terrore oppure discorsi senza alcun senso.Sospirai...
Dovevo assolutamente rimanere calma.
Provai pian pianino ad aprire gli occhi e quando finalmente ripresi a vedere mi accorsi subito che oltre a me e all'infermiere che spingeva la mia carrozzina, non c erà nessun altro in quel piccolo corridoio...
Com'è possibile?
......
Egli continuò a spingermi fino ad arrivare all'ascensore, schiacciò il bottone per chiamarlo e li furono solo pochi secondi, prima che arrivasse al nostro piano e sinceramente quei secondi bastarono a spaventarmi a morte.
Mentre aspettammo l'ascensore,
lo vidi...Non so se fosse ancora un uomo o qualcos'altro...
So solo che il suo viso era privo di carne e la maggior parte del corpo fece intravedere solo ossa marce.
Si avvicinò a me strisciando lentamente, la sua risata satanica si fece sempre più forte, finchè non si aggrappò alla mia gamba per riuscire a trovare la forza di tirarsi su da terra.
La creatura mi guardò fisso negli occhi....
Io ormai ero incapace di muovermi e per fino di urlare per chiedere aiuto.
A parte che se avessi chiesto aiuto di sicuro mi avrebbero sedata.Guardai sopra di me l'infermiere dai grossi pettorali, sembrava indifferente a quella cosa che oramai era tra le mie gambe e che senza sosta continuava a tentare di salire sempre di più, finchè non arrivo a premere con le sue mani schelettriche sulla mia gola.
Riguardai la creatura dritta negli occhi, respiravo a fatica e nella testa chiedevo solo di essere risparmiata.
Di colpo la creatura gridò.
Per poi vomitarmi addosso una sostanza nera e appiccicosa.
Chiusi gli occhi per qualche secondo e quando finalmente decisi di riaprirli mi ritrovai dentro l'ascensore.
Mi guardai intorno...
A quanto pare era solo una delle mie visioni...
<Piano terra>
Le porte si aprirono e così mi ritrovai direttamente nella mensa.
Essa fu piena di luci natalizie e notai subito un piccolo albero di Natale ancora incompleto.
L'infermiere mi fece scendere dalla carrozzina e infastidito mi diede una spinta per poi dirmi con un tono abbastanza sgarbato.
"Muoviti vai a mangiare."
Senza fiatare mi misi in fila, intanto continuai ad accarezzarmi il braccio, non so perché...
mi dava un senso di sicurezza e di protezione.Davanti a me ci furono almeno 3 persone, anche se di colpo da quella piccola fila uscì il di nuovo il suo volto...
La creatura schelettrica che tentò di attaccarmi prima in ascensore era li in mezzo agli altri pazzi.
Sta volta però si reggeva benissimo in piedi e sulla sua testa comparve un piccolo cappello di Natale.
Egli mi fissò...
Io invecr abbassai lo sguardo, intimidita, ma la sua reazione fu soltanto una tremenda risata che ormai mi sembrò infinita.
Continuai senza sosta ad accarezzarmi il braccio, fino ad arrivare quasi a graffiarmi, il mio respiro si fece sempre più veloce; il panico stava ormai prendendo il controllo su di me.
Finchè una voce spezzò ogni mio pensiero...
"Scusa se non hai fame ti puoi spostare?!"
Ritornai alla realtà.
Davanti a me c'era l'infermiera con la mia zuppa in mano.
"Svitata... Sono dietro di te."
Mi girai...
E davanti a me vidi un ragazzo con un sorriso da sbruffone stampato in faccia.
I suoi capelli erano neri come la notte, al contrario dei suoi bellissimi occhi celesti, così chiari e puri.
" Come hai detto?!"
Risposi io in modo sarcastico.
"Senti non voglio guai.
Quindi fammi il favore di prenderti la tua ciotola e di andartene in qualche angolo a piangere come tutti gli altri."Feci una smorfia...
Non potevo farmi trattare così da un pazzo maniaco.
Mi morsi il labbro inferiore, per poi girarmi di scatto verso l'infermiera.
Presi la ciotola con la zuppa e poi con sicurezza ritornai a guardare occhi celesti di quel ragazzo.
Egli mi fissò per qualche secondo, finchè non gli buttai direttamente la ciotola in testa, per il dolore della scottatura lui si mise ad urlare per poi far cadere in automatico il vassoio a terra.
Non so perchè ma a vedere questa scena mi soddisfava un casino.
Di conseguenza mi andai a sedere in un tavolo isolato dal mondo intero, come se non fosse mai accaduto nulla con quel ragazzo.
Sospirai...
Non riuscii a smettere di fissare le sbarre alla finestra, ormai non mi ricordo più il vero significato della parola libertà.
Quando verrà il momento sarò veramente pronta ad uscire?
D'un tratto i miei pensieri furono interrotti da una piccola risatina.
Davanti a me mi ritrovai Nasha.
"Ahaha povero ragazzo Ahahah."
"Che hai da ridere!?"
"Beh Niente... hai solo umiliato un ragazzo che è nel posto sbagliato e soprattutto è capitato nel momento sbagliato Ahahah "
Infastidita dalla sua presenza alzai gli occhi al cielo.
"Basta. Vattene lasciami in pace."
Urlai io con l'intento di farla sparire dalla mia vista in qualche modo."Con chi stai parlando?! "
Mi voltai di scatto, con la paura che fosse qualche infermiere pronto a credermi ancora più pazza di quel che sono, ma per fortuna era ancora quel ragazzo maleducato.
"C-con nessuno..." Balbettai io.
"Si certo, come no."
Dopo questa sua risposta, notai subito alle sue spalle l'orrenda creatura schelettrica vestita da Babbo Natale, rabbrividii era proprio li...
Con le sue mani marce sulle spalle del ragazzo e con il suo sorriso con i denti ben in evidenza.
"Lo so che lo vedi anche tu."
Mi bisbigliò il ragazzo in un orecchio.
"Io purtroppo non riesco a mandarlo via come fai tu."
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La messaggera di Satana e.e
HorrorUna ragazza di nome Morgana dovrà lottare tra la vita e la morte. Sa già cosa l'attenderà nell'aldilà, in vari modi Morgana cercherà di far capire ad altre persone, che i demoni realmente esistono e vivono in mezzo a noi. Sempre pronti a nutrirsi di...